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Diario del Capitano

DIARIO di La Redazione   —   04/09/2003

Diario del Capitano

Fra ripresa del normale corso del lavoro e la fiera londinese ECTS, sono stati giorni intensi. Si sono viste molte cose, se ne sono lette molte altre, ed altre ancora si sono intuite o immaginate. Terminato e digerito, o comunque metabolizzato per assuefazione il flusso supernormale di informazioni, c'è il momento delle riflessioni, che rimangono sul terreno come sedimenti dopo il riflusso. Ci sono diversi temi che abbiamo affrontato in questi giorni: novità, vecchie glorie riproposte, scelte strategiche, nostalgia e molto altro ancora. Un ultimo aspetto che resta da affrontare, e riguarda la quanto mai annosa questione "originale vs. sequel". Non mi interessa tanto intessere lodi all'originalità o alla continuità, puntualmente confutabili a seconda del punto di vista da cui si osserva la questione, quanto dire alcune mie impressioni.
Il presupposto iniziale è che penso che più il mercato del videogame cresce e si consolida, e con esso gli interessi intorno ad esso, più l'investire su nuovi progetti diventa rischioso e quindi imprenditorialmente più complesso. Il paragone con il cinema salta subito all'occhio: l'ostentazione del concetto di sequel ha fatto nascere tutta una serie di battute e motteggi sullla qualità dei film numerati, che spesso devono la più parte del loro successo al nome da cui il numero è preceduto piuttosto che alla loro qualità. Anche in ambiente videoludico non mancano esempi in questo senso, ma fortunatamente di solito l'esistenza di demo, filmati, anteprime (e perchè no, anche il lavoro di noi dell'informazione) fa si che questo fenomeno venga arginato, vuoi per minore diffusione, vuoi perchè comunque in media la qualità dei sequel videoludici è superiore (per il momento) a quella delle controparti cinematografiche, vuoi per una certa qualità congenita del videogiocatore che tende ad essere più critico del semplice spettatore, almeno in linea generale.
Tutta questa tirata per dire semplicemente che i sequel sono inevitabili, e molto spesso nemmno spiacevoli (sfido chiuque a dire, che non attende almeno un titolo fra Doom III, Half-Life 2 o Max Payne 2, giusto per citarne tre dalla rosa dei prossimi arrivi). Tuttavia le novità, i titoli emergenti, portano con loro qualcosa di diverso: la novità, la freschezza. Giochi come Far Cry o Spellforce, che cito fra tutti perchè ho avuto la possibilità di vedere personalmente, portano con loro la carica, l'entusiasmo, e perchè no anche un pò della genuina ingenuità che si incontrano sempre quando nasce un progetto nuovo, e che spesso, anche se non sempre, vanno a creare quella curiosa alchimia che fa di un buon gioco un best seller. Da giocatore, faccio il tifo per tutti, e sono convinto che sia i sequel sia le novità abbiano un loro ruolo preciso all'interno della scena: i primi ci danno sicurezza e nostalgia, i secondi entusiasmo e curiosità. Il videogame è fatto anche di questo.

Massimiliano Monti, responsabile editoriale area PC.

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