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Mech Armada, provato il curioso strategico indie che promette scontri tra kaiju e mech

Non è cosa facile dar forma a uno strategico a turni di qualità. Mech Armada ci prova con una premessa a dir poco stuzzicante. Ecco il nostro provato.

PROVATO di Aligi Comandini   —   11/08/2021

Apprezziamo tutti i videogiochi impegnati e profondi, ma alle volte è bello anche mettere le mani su un bel titolo ignorante e pervaso dal furore sacro della più pura tamarria. E se si parla di giochi eccessivi e con scarse pretese artistiche, esistono poche premesse più azzeccate di quella di Mech Armada, che vede dei grossi esoscheletri meccanici armati fino ai denti vedersela con dei kaiju (i mostroni alla Godzilla e compagnia bella, per intenderci).

L'opera del minuto team indipendente Lioncode Games (praticamente portato avanti da un solo sviluppatore di nome Sergio Garces, con l'aiuto di una manciata di collaboratori esterni) però è caciarona più di nome che di fatto, perché questa formula perfettamente adatta alle botte da orbi e alla spettacolarità è in realtà inserita in uno strategico a turni.

Per carità, c'è poco di meglio dei kaiju se bisogna scegliere tra varie amenità da combattere e il magico mondo della meccanica offre da sempre spunti pressoché infiniti per le unità. Mech Armada parte quindi da fondamenta ricche di potenziale, ma sarà davvero in grado di costruirvi sopra un sistema sufficientemente brillante da risultare degno del genere d'appartenenza?

Lo abbiamo provato per qualche ora nella sua build più recente, per tentare di capirlo.

Una trama piena di mostri

In Mech Armada le cose possono farsi caotiche
In Mech Armada le cose possono farsi caotiche

Non è il caso di aspettarsi una super produzione da questo titolo e la cosa deve essere subito cristallina. Anzi, a dire il vero è il gioco stesso a far capire di che pasta è fatto dopo pochissimo, dato che introduce la sua trama alla velocità della luce, e butta l'utente praticamente all'istante nel bel mezzo di una battaglia.

Le premesse sono molto semplici: i kaiju cattivi hanno invaso la terra portando l'umanità quasi all'estinzione; un brillante dottore scopre quindi come materializzare degli enormi automi da guerra sfruttando particelle di energia e decide di mandare al creatore l'orda di mostroni con un'armata infinita di robot giganti armati fino ai denti. Una scusa perfetta per mettere in campo un po' di sani scontri con avversari dotati di varie abilità, non c'è che dire.

Questa base si traduce, tuttavia, in una struttura più semplice del previsto: non c'è una campagna con tanto di storyline in Mech Armada, o almeno non sembra esserci (non abbiamo raggiunto l'eventuale conclusione durante la nostra prova): ci si ritrova ad avere a che fare con battaglie di difficoltà crescente, in un loop che riparte ogni volta che i kaiju sconfiggono le nostre truppe.

Una battaglia in inferiorità numerica
Una battaglia in inferiorità numerica

Siamo, in parole povere, davanti a un gioco che ripropone un modello vicino a quello del notevolissimo Into the Breach, con mappe piuttosto minute su cui muoversi e un elemento procedurale che fa trovare in campo avversari sempre diversi. I tiri di dado non sembrano però particolarmente elaborati e almeno durante gli scontri iniziali si incontrano nemici più o meno della stessa tipologia. La difficoltà delle battaglie varia in base a quanto ci si sviluppa rapidamente e a quante risorse si riescono a mantenere da uno scontro all'altro.

Già, perché i mech costruiti non si rigenerano ad ogni scontro, e nelle mappe è molto importante recuperare energia e risorse non solo per produrne sempre di nuovi, ma anche per continuare la ricerca a combattimento finito. Arrivate martoriati a una battaglia contro un miniboss, e dovrete ripartire dall'inizio, possibilmente con una strategia più furba a proteggervi.

Gameplay: metallo da macello

In Mech Armada la varietà di pezzi non manca
In Mech Armada la varietà di pezzi non manca

L'idea di fondo non è male, e se ben applicata può funzionare alla grande, ma Mech Armada sembra peccare abbastanza pesantemente nel bilanciamento che favorisce (almeno nelle fase iniziali) unità dal costo in energia molto limitato e specifiche armi dal raggio elevato. Le unità dei kaiju infatti, non perdono potenza d'attacco anche quando parzialmente massacrate, ed è dunque sempre consigliabile eliminarle da lontano, laddove al contempo mech troppo dispendiosi e armati fino ai denti possono risultare deleteri, poiché incapaci di gestire da soli le masse di nemici.

Strategicamente, dunque, ci si ritrova spesso a usare mech a basso costo a mo' di barriera temporanea, per riposizionarsi a dovere e fare in modo che le proprie armi più utili possano colpire i nemici indisturbate: una strategia basilare ma che sembra fregare l'intelligenza artificiale la stragrande maggioranza delle volte. L'assenza di manovre particolarmente complesse al di fuori del movimento e dell'attacco non fa che rafforzare piani simili.

A rendere le cose più ardue ci pensano due fattori: la casualità della progressione, dato che i pezzi per i robot non sono sempre gli stessi e di partita in partita si è quindi costretti a cambiare certe tattiche (o a perire quando le parti ottenute sono mediocri), e una tempesta elettrica che compare alle spalle delle proprie truppe ad ogni scontro, messa lì proprio per evitare che il giocatore si chiuda troppo a tartaruga e abusi eccessivamente della produzione infinita di mech.

Un combattimento tra le macerie di una città
Un combattimento tra le macerie di una città

Vi sono ovviamente altri elementi di complessità - da nemici dotati di attacchi ad area a terreni accidentati che vi costringono a rivalutare le manovre fatte - eppure nel complesso non ci sembra che Mech Armada sia uno strategico particolarmente rifinito, e di certo non si avvicina neanche lontanamente alle finezze del titolo da cui trae parzialmente ispirazione. Un peccato, seppur si tratti comunque di un gioco capace di dare soddisfazioni, con del discreto potenziale di miglioramento dopo qualche patch e un buon quantitativo di feedback da parte dei fan.

Piuttosto semplicistico dal punto di vista meccanico e non perfettamente bilanciato né negli elementi procedurali né nella difficoltà, Mech Armada sembra essere un'occasione parzialmente sprecata, nonostante la premessa ricca di potenziale. Le idee ci sono, ma c'è molto margine di miglioramento e siamo curiosi di vedere fino a che punto il gioco saprà evolversi in futuro.

CERTEZZE

  • Buona idea di fondo
  • Molta personalizzazione e un elemento procedurale che rende le partite sempre diverse

DUBBI

  • Bilanciamento e progressione parzialmente da rivedere
  • Un po' troppo basilare nei sistemi