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[TGS 2002] Check-up dell'XBox, storia di un'infanzia difficile

APPROFONDIMENTO di La Redazione   —   23/09/2002

In Giappone i giochi per Xbox non sono mai in classifica perché non superano le centinaia di copie vendute (Halo è uno sconosciuto, ne avranno venduti meno di centomila, approssimato per eccesso); hanno preso brutti colpi con le console difettose: sfiga, poche centinaia, che hanno però costretto i grandi magazzini al ritiro dalla vendita di tutti i lotti per evitare reclami. Infine, la riduzione del prezzo, senza controparte in cambio. Nell’ambiente stampa videoludico l’Xbox è una barzelletta, si dice che la console non la vogliono neanche in regalo. Nella mia stanza, è diventato un posa polvere di lusso, che accendo ogni tanto perché le schermate di accesso ai menù fanno molto futuro. Eppure, la presenza al TGS è imponente, lo stand sprizza vitalità da ogni dove, tantissimi giochi di livello, qualche novità vera, l’Xbox Live alle porte, e come dimenticare la squadra delle campaign girls, in assoluto la più valida. E che dire poi del materiale stampa in inglese – per il TGS è un lusso –, il Dvd con i demo giocabili dei prodotti presentati in fiera – giocare a casa quello che magari in fiera ti proibiscono di fotografare...eccezionale – i mille cartoncini, spallette, magliette, buste, bustine, TUTTO di ottima fattura.

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Tirando le somme, anche in base alle mie chiacchierate con tutti i produttori, l’Xbox campa ancora di rendita: la fama Microsoft fa dimenticare (acceca?) tutto, ogni software house produce un giochillo e dice, stiamo a guardare. Ho trovato l’Xbox leggermente maturato e ormai affermatissimo sull’aspetto tecnico. Purtoppo l’Xbox rimane ancora un ibrido in cerca di identità, i giapponesi non lo vogliono, non capiscono a cosa serva. Il messaggio “XBOX” è stato inserito nei cervelli delle persone, ma non nel settore “ACQUISTI” ma nel settore “CONOSCENZA”: la Microsoft ha una console che si chiama Xbox, oppure, Xbox serve per giocare, ma poi alla fine nessuno compra. Parlando con Hayashi San, account executive della società che per Microsoft si occupa delle pubbliche relazioni legate al marchio Xbox, mi conferma la grande forza del marchio, senza aggiungere altro, dicendomi in maniera molto diplomatica che il marchio tira, ma non altrettanto i giochi. Parlando di questi ultimi, è indubbio l’impegno di Microsoft stessa come anche delle terze parti, che cercano nel grande scatolone tutto l’utilizzabile per realizzare dei piccoli capolavori, cercando di sfruttare la tecnica in maniera produttiva, creando il nuovo e non riproponendo il passato. Penso ai nuovi titoli, a Blinx – che sfrutta l’hard disk della console, Panzer Dragoon Orta, Tekki, praticamente tutto quello disponibile nello stand. Quindi la Microsoft di suo si sta comportando bene, con un atteggiamento molto simile alla politica della Sony degli esordi ossia massima apertura, finanziaria e logistica, a chiunque voglia fare del bene per la console. Le terze parti quindi, alla fine coloro che faranno l’Xbox una grande console, hanno capito che a tavola da Bill si mangia tanto e si riporta anche a casa. Quindi aspettiamo: l’Xbox per ora costa caro a tutti, Microsoft compresa che perde decine di dollari ogni console venduta, e a noi bravi che la compriamo. Personalmente, non vedo l’ora di farmi la prima nottata giocando a qualcosa di divertente.

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