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Videogiochi e sessualità, a che punto siamo?

Il curioso coming out di Tracer e le accuse a Super Mario Run fanno discutere

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   21/12/2016

Nelle ultime ore si è parlato molto di sessualità e videogiochi, evidenziando come ampie parti della società globale siano ancora impreparate ad affrontare l'argomento. In quello che è sembrato un ubriacante giro di giostra, si è passati dalle accuse di sessismo nei confronti di Super Mario Run al coming out di Tracer, uno dei personaggi di spicco di Overwatch. Entrambe le cose hanno scatenato un piccolo putiferio, vediamo perché.

Videogiochi e sessualità, a che punto siamo?

Alcune testate americane hanno puntato il dito contro Super Mario Run, colpevole a loro avviso di rappresentare le donne secondo degli antiquati stereotipi, nella fattispecie la principessa Peach che invita Mario a una festa e si mette a preparare una torta per l'occasione. La cosa buffa è che il franchise Nintendo è rimasto uguale a se stesso fin dagli esordi, quando l'idraulico baffuto doveva salvare la ragazza dalle grinfie di Donkey Kong, dunque ci chiediamo quale sia il senso di cavalcare una polemica del genere se non per approfittare della straordinaria popolarità del mobile game e farsi così un po' di pubblicità. Tanto più che il mondo di Mario è assimilabile (per una precisa volontà dei produttori, aggiungeremmo) a quello dei franchise Disney, in cui ci sono sempre state principesse da salvare. Qualcuno ha criticato i classici della casa di Topolino per questo?

La seconda questione riguarda Tracer, personaggio di spicco di Overwatch che ha fatto discutere fin dal debutto per via della sua posa celebrativa, ritenuta sconcia da alcune persone, tanto da spingere Blizzard a rimuoverla.

Videogiochi e sessualità, a che punto siamo?

Ebbene, i produttori hanno voluto riprendere il discorso della sessualità dei propri personaggi, rivelando sulle pagine del fumetto ufficiale del gioco che alcuni di essi sono omosessuali o bisessuali; a partire proprio da Tracer, che scopriamo avere una relazione con la sua amica Emily. Tale scelta conferma una visione che spesso viene proposta dai videogame e da altri medium: quella di un futuro in cui l'orientamento sessuale non è mai un tabù, dove ognuno è libero di vivere la propria sessualità come meglio crede. Vi ricordate di Mass Effect, vero?

Purtroppo la realtà attuale è ben diversa da questo futuro ideale, e persistono forme di intolleranza che sfociano finanche nella censura, come dimostra quanto accaduto nelle ultime ore proprio al fumetto di Overwatch, inaccessibile in Russia per via della legge che vieta la "propaganda" gay. Il cammino è insomma ancora lungo, ma i videogame possono contribuire a percorrerlo più rapidamente, comunicando la normalità di determinate situazioni al fine di smontare i pregiudizi. Le principesse, però, lasciamole nei loro castelli.