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Quando ha provato The Legend of Zelda: Breath of the Wild per la prima volta, Shigeru Miyamoto non faceva altro che arrampicarsi sugli alberi

Le piccole gioie di The Legend of Zelda: Breath of the Wild

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   06/03/2017

Inizialmente restio a definire The Legend of Zelda: Breath of the Wild un open world, Shigeru Miyamoto ha di recente rivelato il cognome di Link, ma il suo primo impatto con un prototipo della splendida avventura Nintendo è stato a dir poco peculiare. Lo ha raccontato in un'intervista il director di Breath of the Wild, Hidemaro Fujibayashi.

"Abbiamo messo delle rupie sulla punta degli alberi per far capire a Miyamoto e Aonuma che stavamo considerando la possibilità di consentire ai giocatori di arrampicarsi, ma non gli abbiamo detto che si poteva fare", ha rivelato Fujibayashi. "Tutto ciò che ho fatto è stato dirgli 'Ecco, giocate'. Ebbene, la prima cosa che Shigeru Miyamoto ha fatto è stato iniziare ad arrampicarsi, rendendosi poi conto di poter andare ovunque nel piccolo scenario allora disponibile, comprendendo così come sarebbe stata l'esperienza."

"Quando ci ha giocato per la prima volta, Miyamoto ha passato circa un'ora solo ad arrampicarsi sugli alberi", ha continuato il director. "Lasciavamo piccole ricompense come le rupie sui rami, ma anche su altri oggetti su cui pensavamo potesse andare. 'Vuole vedere qualcos'altro?', gli chiedevo, ma lui continuava ad andare e andare. Una volta fuori dal Santuario della Resurrezione, ci siamo resi conto che aveva passato un'ora solo ad arrampicarsi sugli alberi in un raggio di venticinque, cinquanta metri."

Quando ha provato The Legend of Zelda: Breath of the Wild per la prima volta, Shigeru Miyamoto non faceva altro che arrampicarsi sugli alberi