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Poche terze parti al lancio su Switch, ma è davvero un problema?

Proviamo a dare una lettura ottimistica all'approccio di Switch sul mercato

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   10/03/2017

Il lancio di Nintendo Switch sembra andare a gonfie vele sia in Giappone che in Nord America ed Europa, sebbene una visione precisa e complessiva delle vendite non sia ancora arrivata, a solo una settimana dal lancio, eppure un elemento negativo rispetto all'andamento anche di Wii U c'è stato, ovvero l'attach rate. La quantità di giochi venduti per ogni console è stata inferiore rispetto a quella registrata al lancio della macchina precedente in Giappone, quando con Wii U Nintendo tentò, almeno inizialmente, di coinvolgere i third party portando sulla sua piattaforma alcuni dei brand più noti sul mercato come Assassin's Creed III, Batman Arkham City, Call of Duty: Black Ops II, Mass Effect 3 e altri, in una lineup a dire il vero piuttosto ricca. Tuttavia la sensazione era che si trattasse di una sorta di calderone in cui cercare di convogliare di tutto un po' senza una linea ben precisa, col risultato di portare sulla console dei giochi praticamente già vecchi, o conversioni fatte un po' di fretta di titoli ormai affermati altrove.

Poche terze parti al lancio su Switch, ma è davvero un problema?

Alla lunga, come si è visto, la strategia non ha pagato e Wii U si è ritrovata praticamente senza supporto esterno e con grosse difficoltà di penetrazione soprattutto nei mercati occidentali. D'altra parte, per quanto riguarda i multipiattaforma il problema rimane sempre lo stesso: le macchine Nintendo evitano lo scontro diretto sul piano di potenza grafica e computazionale, puntando su altre caratteristiche e soprattutto sui brand interni. I giochi third party attecchiscono e hanno successo se la macchina risulta facilmente gestibile dagli sviluppatori o, in mancanza di questo, se la quantità di unità installate giustifica uno sforzo ulteriore dato dalla creazione di titoli appositamente studiati o elaborati per tale piattaforma. Nonostante le incoraggianti affermazioni di Nvidia sul nuovo ambiente di sviluppo, è chiaro che Switch dovrà puntare su un approccio tendente alla seconda condizione, e per spingere al massimo Nintendo dovrà puntare forte e da subito sui suoi cavalli di battaglia, distribuendo i propri giochi con una road map più ragionata e con uscite più frequenti, e nel primo periodo tra Zelda, Mario Kart e Splatoon l'apporto è assicurato, oltre al traino fornito dal fascino della portabilità della console.

Non c'è molto altro, è vero, ma la scelta di lanciare la console lontano dal periodo più affollato dovrebbe favorire un ritorno di fiamma quando la lineup si farà più ricca e il pubblico maggiormente propenso ad acquistare in prossimità di holiday season e simili, in linea di massima il tutto sembra un rischio calcolato da parte di Nintendo.

Poche terze parti al lancio su Switch, ma è davvero un problema?

Una volta allargata la base, in teoria, le terze parti arriveranno di conseguenza, spinti anche dalla prospettiva di poter sviluppare titoli dalle pretese tecnologiche minori, puntando sulla portabilità dell'hardware e sulle sue varie caratteristiche specifiche. D'altra parte, l'idea di una console che si presenta sul mercato con una lineup "diversa" è affascinante e può rappresentare un punto di forza per Switch: di fronte a due console (e un PC) che hanno una lineup in larga parte sovrapponibile, la console Nintendo propone qualcosa di veramente unico e introvabile altrove, e già per questo rappresenta un'introduzione di grande interesse, oltretutto laddove i concorrenti si sono indirizzati sul rilancio di aggiornamenti hardware delle medesime console già presenti sulla scena.

Meglio dunque puntare sulle peculiarità e distinguersi totalmente dalla concorrenza? Sul piano ideale è certamente una posizione che merita grande rispetto di fronte all'andamento attuale del mercato, ma il fatto che possa o meno risultare una scelta vincente per il pubblico dipende tutto dalla capacità di Nintendo di gestire la propria piattaforma e la comunicazione che la circonda. Con Wii U, nonostante l'ottimo apporto di titoli interni, le cose sono andate male ma Switch sembra partita indubbiamente col piede giusto. Certamente il videogiocatore onnivoro dovrà, ancora una volta, affiancarla a un'altra piattaforma, ma se Nintendo gioca bene le sue carte e lavora in maniera oculata anche sul prezzo potrebbe comunque diventare una macchina imprescindibile per tutti.