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Il campione di tuffi Nicola Marconi pensa che i videogiochi siano sport, ma non vadano ammessi alle Olimpiadi

Il suo è un pensiero più articolato di quello di Federica Pellegrini

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   13/11/2017

Se ricordate, Federica Pellegrini si era espressa con parole molto dure contro la decisione del CIO di considerare i videogiochi alla stregua di discipline sportive.

Comunque la più volte medaglia d'oro olimpica non è l'unica ad aver detto la sua sull'argomento. In merito si è espresso anche il tuffatore Nicola Marconi, tre volte campione europeo e appassionato di videogiochi (gli piace in particolare Hearthstone), che ha elaborato molto bene il suo pensiero.

Secondo lui: "gli e-sport vanno riconosciuti come disciplina sportiva, perché sono a tutti gli effetti dei "giochi" che richiedono una grande preparazione, mentale, fisica, se si vuole diventare dei campioni."

Detto questo però, Marconi non considera le Olimpiadi il contesto giusto in cui inserirli: "Se da un lato trovo dovuto che il CIO e di conseguenza il CONI riconoscano gli e-sport come discipline sportive vere e proprie e le regolamentino a dovere per permettere il corretto sviluppo di questo settore, da un lato credo che le Olimpiadi non siano il contesto giusto in cui inserirli, per diversi motivi, tra cui quello del contesto.

Come ci sono i Giochi Invernali e le Paraolimpiadi, così ci dovrebbero essere le Olimpiadi degli E-Sport: un evento dedicato, con la giusta copertura mediatica, dove i riflettori sono puntati solo ed esclusivamente sugli e-sportivi. Sarebbe il modo giusto di presentarli a tutta quella fascia di utenti che ancora li vede in maniera "ignorante" (nel senso letterale della parola), mettendo in risalto gli sforzi quotidiani degli e-atleti, il loro percorso per arrivare a partecipare all'evento più importante della loro vita."

Insomma, Marconi pensa a un vero e proprio evento dedicato solo agli eSport, in modo da metterne in risalto le caratteristiche peculiari. Come dargli torto?