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The Witcher 3: gli sviluppatori spiegano dopo anni perché hanno ucciso quel personaggio

The Witcher 3 è una grande storia densa di lotte e sacrifici, compresa la morte di un certo personaggio. Gli autori hanno spiegato ora perché hanno preso tale decisione.

The Witcher 3: gli sviluppatori spiegano dopo anni perché hanno ucciso quel personaggio
NOTIZIA di Nicola Armondi   —   24/03/2023

The Witcher 3 è stato un gioco di grande impatto soprattutto per l'ottimo livello della sua narrazione. La storia è un seguito rispetto ai romanzi, quindi si è presa anche una serie di libertà, compresa la decisione di far morire un certo personaggio. Ovviamente per approfondire dovremo fare degli spoiler sul gioco, quindi vi consigliamo di non proseguire oltre se non volete alcuna anticipazione.

A parlare della questione è il direttore delle missioni di CD Projekt Red, Pawel Sasko, che ha partecipato a un panel della GDC 2023 intitolato "10 Key Quest Design Lessons From The Witcher 3 and Cyberpunk 2077" (10 lezioni essenziali sul design delle missioni da The Witcher 3 e Cyberpunk 2077).

Il personaggio in questione, come sanno tutti coloro che hanno giocato a The Witcher 3, è Vesemir, il mentore di Geralt e più anziano di strigo in circolazione. "Avevo bisogno di un momento in cui Ciri prendesse la decisione di non essere più una preda... e diventare una cacciatrice e di dare la caccia alla Caccia Selvaggia. Ma per farlo avevo bisogno di un evento reale che la facesse crollare, e quello è stato il momento in cui ho proposto al nostro team di scrittori di uccidere Vesemir", ha ricordato Sasko.

"All'inizio non erano sicuri che avremmo dovuto farlo. Ma nelle discussioni con Marcin Blacha, il nostro story director, siamo giunti alla conclusione che per Ciri era davvero una buona decisione fare questo passo", ha detto Sasko

Vesemir: nel film animato, nel gioco e nella serie TV
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Inoltre, Vesemir era il candidato ideale in base al ruolo che ricopre nella trama di The Witcher 3. "Vesemir è costruito in modo tale da poter essere utilizzato in modo corretto. Vesemir è costruito molto bene e ben presentato, si impara a conoscerlo... ecco perché questo momento è stato così d'impatto. Volevo anche fare qualcosa che i giocatori non avrebbero creduto che stessimo facendo. Volevo sorprenderli... in senso positivo, spero", ha detto Sasko.

Alla fine, ha detto Sasko, non si trattava di shoccare i giocatori, ma di "parlare di qualcosa di cui non si parlava" nello spazio tipicamente sicuro dei videogiochi AAA. Ha anche sottolineato che la missione è stata progettata nel 2012, un'epoca per molti versi molto diversa per i videogiochi. Oggi, dice Sasko, sono molti di più i giochi che rischiano con argomenti impegnativi, in particolare i giochi indie.

"Volevamo davvero farlo perché credevamo che il coraggio artistico fosse importante... è così che la vedo io come director della nostra azienda, e so che molti director la pensano come me. Avevamo l'obiettivo di creare qualcosa di diverso, perché quando i giocatori vengono da noi devono sentirsi come se stessero giocando un gioco di CD Projekt RED. E a volte facciamo cose che nessun altro farà", ha detto Sasko.

Guardando invece al futuro della saga e più precisamente a Project Sirius: sappiamo che lo sviluppo è ripartito da zero; è CD Projekt RED a rivelarlo.