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La prova del fuoco

Una nuova espansione stand alone per Painkiller ci rimette nei panni di Bill Sherman, impegnato a combattere le orde demoniache all'interno di cinque impegnativi livelli

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   21/03/2012

Titolo di esordio di People Can Fly, il team dietro il recente Bulletstorm, l'originale Painkiller si guadagnò il favore di pubblico e critica quando uscì, nel 2004, nonostante appartenesse a un filone particolarmente inflazionato su PC, quello degli sparatutto in prima persona. La trama del gioco ruotava attorno a tale Daniel Garner, tragicamente scomparso in un incidente stradale insieme a sua moglie Catherine. Quest'ultima raggiunge senza problemi il regno dei cieli, mentre Daniel finisce per essere bloccato in Purgatorio ma gli viene data una possibilità per redimersi e ricongiungersi all'amata, ovvero imbracciare il fucile e spazzare via i quattro generali di Lucifero e tutte le creature demoniache al loro seguito, così da impedire che l'Inferno apra i propri cancelli.

La prova del fuoco

Fra le novità introdotte da Painkiller figuravano alcune particolari armi, come lo "spara paletti", e un motore grafico notevole per l'epoca, in particolare per quanto concerne la gestione della fisica. Nell'ultima espansione stand alone della creatura di People Can Fly, Painkiller: Recurring Evil però, di novità non ce n'è neanche l'ombra: il franchise è ormai da anni passato nelle mani di sviluppatori "minori", diciamo così, che non hanno fatto altro che trascinare la serie con semplici mod ed espansioni a base di asset riciclati, tanti nemici e poca sostanza, cercando di monetizzare sull'attaccamento dei fan di vecchia data. Recurring Evil non parte da una vera e propria trama, piuttosto si pone come l'ennesima sfida per chi ha apprezzato questo sparatutto all'epoca e ha ancora voglia di farci qualche partita, preferibilmente dopo aver saltato a pie' pari tutti i "sequel" usciti nel frattempo, l'ultimo dei quali approdato su Steam esattamente un anno fa.

Mille e non più mille

Il personaggio di cui vestiamo i panni non è più Daniel Garner, bensì Bill Sherman, introdotto nell'episodio Painkiller: Resurrection del 2009. Sherman è entrato in possesso della Spada di Seraphim e dovrebbe dunque regnare sul Purgatorio, ma la situazione cambia in fretta e il nemico da combattere si rivela essere ancora una volta Samael, che mira a insediarsi sul trono degli Inferi. Per impedire che ciò accada, dovremo affrontare cinque livelli per un totale di altrettante ore di gameplay (magari qualcosa di più, a seconda del numero di tentativi necessari), passando dalle catacombe iniziali a una buia strada sopraelevata, per poi visitare un grosso deposito, un cimitero abbandonato e infine un antico tempio buddista.

La prova del fuoco

A farci compagnia non ci saranno enigmi né interruttori da attivare, soltanto migliaia (quattromila, per l'esattezza) di nemici e una serie di checkpoint per scandire una sequenza di combattimento dall'altra. Come accennato poc'anzi infatti, Painkiller: Recurring Evil offre solo questo: cinque scenari divisi in "sezioni" e riempiti con ogni sorta di creatura demoniaca, da smembrare facendo ricorso a un arsenale ormai lungi dal vantare il fascino dei tempi d'oro, costituito dal "painkiller" (la lama rotante d'ordinanza), dal già citato "lancia paletti", dal fucile, da un lanciagranate e da diversi tipi di mitragliatrice. Ogni arma dispone di una bocca da fuoco secondaria che utilizza proiettili differenti, da raccogliere in giro per le location insieme a carte bonus che possono migliorare determinate caratteristiche del nostro alter ego. Quando Bill si "arrabbia" inoltre, entra in una sorta di "modalità demone" che gli consente, per alcuni secondi, di distruggere qualsiasi nemico con un sol colpo: peccato non poterla richiamare all'occorrenza.

Sopravvissuti e sopravviventi

Recurring Evil risulta insomma essere una sorta di "modalità orda" travestita da gioco, in cui il gunplay regna sovrano e ci si muove da una parte all'altra dello stage per cercare di sfuggire al tocco di nemici sempre più numerosi e insistenti; nemici che però non dispongono di un'intelligenza artificiale adeguata e dunque non faranno altro che dirigersi verso il personaggio che controlliamo, incuranti di eventuali ostacoli sul loro cammino, tanto che gli capiterà spesso di "incastrarsi" fra due veicoli o di colpirsi a vicenda.

La prova del fuoco

L'originale Painkiller, l'abbiamo detto, era un gran bel gioco per l'epoca in cui è uscito e le tracce di tanto splendore sono tuttora riconoscibili, ma è ancora più chiaro che la natura di produzioni come quella che ci troviamo a recensire è tutt'altro che "nobile", e che alla fine dei conti riciclare uno scenario e riempirlo di migliaia di nemici (anch'essi riciclati) per indurci a sparare come forsennati non corrisponde esattamente alla nostra idea di "ottimo game design". Il comparto tecnico, pur estremamente datato, non rappresenta il problema maggiore del prodotto ma neppure può essere annoverato fra i suoi pregi: la grafica è la stessa del 2004, con modelli poligonali molto semplici e animazioni limitate, mentre l'accompagnamento musicale di stampo metal accompagna l'azione in modo più che discreto.

Conclusioni

Multiplayer.it
5.6
Lettori (10)
6.1
Il tuo voto

Non ci è dispiaciuto cimentarci ancora una volta con Painkiller in questa sorta di "modalità orda" travestita da campagna in single player; del resto le qualità di un prodotto all'epoca eccellente sono difficili da cancellare e il prezzo di questa espansione stand alone su Steam è tutto sommato contenuto (9,99 euro). Il punto però, è che ci vuole davvero uno sforzo minimo per riciclare mappe, nemici e armi, mischiare tutto insieme senza una particolare struttura, lasciare a una pessima intelligenza artificiale il compito di sostenere lo spessore dei combattimenti e quindi chiederci di girare in tondo e sparare finché non avremo esaurito anche l'ultimo caricatore. Troppo poco per un franchise dalle origini così brillanti, che viene gettato in pasto al mercato odierno con l'ennesimo "sequel" al solo scopo di smuovere l'animo dei nostalgici.

PRO

  • Componente sparatutto piacevole
  • Se volete la sfida, ce n'è in abbondanza
  • Prezzo tutto sommato abbordabile

CONTRO

  • Solo per i nostalgici di Painkiller
  • Tecnicamente vetusto
  • Intelligenza artificiale pessima

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore AMD Phenom II X4 955
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Processore Pentium IV da 3,2 GHz
  • 512 MB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce o AMD Radeon con 256 MB di RAM e SM 3.0
  • 3 GB di spazio libero su hard disk
  • Sistema operativo Windows XP, Windows Vista, Windows 7

Requisiti consigliati

  • Processore Intel Core 2 Duo da 2,4 GHz
  • 1,5 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce o AMD Radeon con 512 MB di RAM e SM 3.0
  • 3 GB di spazio libero su hard disk
  • Sistema operativo Windows XP, Windows Vista, Windows 7