54

Piccoli eroi crescono

Chi la dura la vince: finalmente in Europa il secondo Tales per PlayStation 3. E Vesperia? Non fate troppe domande...

RECENSIONE di Christian Colli   —   22/08/2012

La travagliata storia dei Tales in Europa sembra essere arrivata finalmente a un punto di svolta. Con l'annuncio ufficiale della localizzazione di Tales of Xillia per il 2013, probabilmente seguita a ruota da Tales of Xillia 2, gli utenti PlayStation 3 per un po' non avranno motivo di lamentarsi delle discutibili scelte commerciali di Namco Bandai. Resta nel limbo, invece, Tales of Vesperia, per il quale è ancora necessario possedere un Xbox 360 e, cosa più difficile, una rara copia del gioco. Questo Tales of Graces F, in compenso, è un'altra decisione piuttosto strana.

Piccoli eroi crescono

Namco Bandai sembra aver voluto spalmare il franchise su tutte le console, ma in Occidente si è limitata a localizzare un gioco per macchina. Così, in America e Europa, Vesperia resta su Xbox 360, Tales of Symphonia 2 è un'esclusiva Wii e questo porting di Tales of Graces per la console Nintendo è stato scelto come apripista su console Sony. Una strategia bizzarra, ma quantomeno ora possiamo goderci la versione potenziata di uno dei migliori jRPG di questa generazione. A patto di conoscere l'inglese, ovvio.

Friendz forevah

I fan della serie Tales sanno benissimo a cosa stanno andando incontro. Il brand si è sempre contraddistinto per le trame un po' eccentriche, scritte come fossero una vera e propria serie animata giapponese con tutti i cliché del caso, e Tales of Graces F non fa eccezione. Anzi, in un certo senso esaspera la caratterizzazione caricaturale dei personaggi che diventano l'ancora di salvezza di una storia non proprio memorabile. Il gioco inizia infatti con i nostri futuri eroi ancora bambini e le prime due o tre ore dell'avventura servono principalmente a farceli conoscere e a stabilire i rapporti e i caratteri dei personaggi, salvo poi disintegrare questo sottile equilibrio con un colpo di scena agghiacciante.

Piccoli eroi crescono

Il capriccioso Asbel Lhant e il suo timido fratellino Hubert sono i figli del signorotto di un paesino ai confini del regno di Baronia. Asbel dovrebbe essere il primogenito responsabile, invece non fa che cacciarsi nei guai nonostante le ammonizioni dell'amichetta Cheria, dalla cagionevole salute. In una di queste scorribande, Hubert e Asbel si imbattono in una ragazzina colpita da amnesia che battezzano Sophie e che si portano a casa come fosse un cucciolo randagio. Contemporaneamente, il piccolo principe Richard, in visita a Lhant, viene coinvolto nei pasticci di Asbel: nasce una profonda amicizia ma una serie di eventi catastrofici mette in discussione lo status quo, dividendo i bambini per dieci anni circa. Quando la storia inizia davvero, Asbel vive lontano da casa, ormai abile spadaccino a un passo dal cavalierato, addestrato personalmente dal famoso Malik Caeaser.

Piccoli eroi crescono

È a questo punto che il passato torna ad azzannarlo con una notizia che lo riporterà a Lhant, tra vecchi amici e tensioni sopite: da qui inizia a svilupparsi un intreccio che costringerà i nostri eroi in un viaggio per salvare il mondo, come da tradizione jRPG. Come avrete capito insomma, la storia è il tipico anime in cui l'unione fa la forza, l'amore vince sempre e l'amicizia è la cosa più importante del mondo. Nulla di nuovo sotto il sole, ma veder crescere i protagonisti, che cambiano radicalmente da petulanti ragazzini a metodici avventurieri, tocca le corde del cuore e ci lega profondamente a personaggi che altrimenti ci sarebbero sembrati pure troppo stereotipati. Questa versione PlayStation 3, inoltre, include un graditissimo epilogo aggiuntivo di svariate ore, rispetto all'edizione giapponese per Nintendo Wii, che conclude definitivamente la storia illustrandoci la sorte di ogni personaggio.

Trofei PlayStation 3

Immancabili i Trofei, 50 totali divisi in 37 Bronzo, 10 Argento, 2 Oro e il Platino. Per guadagnarli basta procedere nell'avventura e sbloccare i vari Titoli dei personaggi, ma anche sconfiggere vari boss entro un certo limite di tempo.

L'ora della violenza

A livello strutturale, Tales of Graces F non si discosta in alcun modo dalla classica impostazione dei jRPG vecchia maniera: il giocatore è condotto per mano dalla trama attraverso il mondo di gioco, una mappa tridimensionale quasi liberamente esplorabile dalla quale è possibile accedere a città e dungeon. Si parla con gli NPC, si vede la prossima cutscene, si compra e vende ai negozietti, poi ci si infila nei dungeon e si risolve qualche semplice enigma mentre si affrontano mostri su mostri per raggiungere il boss di turno, quindi il ciclo ricomincia in un luogo diverso e si continua così, dall'inizio alla fine. Tales of Graces F, insomma, non fa nulla di originale sotto questo aspetto, ma ciò che fa lo fa dannatamente bene, sopratutto grazie a un sistema di combattimento semplicemente divertentissimo.

Piccoli eroi crescono

Non è facile prenderci la mano: le prime ore di gioco, quando i protagonisti sono bambini, propongono un battle system semplificato per insegnarci a combattere i mostri pian piano, assimilando ogni meccanica un po' per volta. Il sistema si sviluppa nella sua completezza soltanto quando i personaggi crescono e si ottiene liberamente accesso a ogni meccanica, risorsa e stile di combattimento. A differenza degli ultimi Tales arrivati in Occidente, Tales of Graces F si basa quasi interamente sui punti Chain Capacity o CC. Ogni personaggio inizia il combattimento con una certa quantità che vengono consumati da ogni azione o attacco. Perfino correre liberamente per il campo di battaglia consuma CC e l'unico modo ricaricarli è restare fermi o giocare con stile, schivando, parando e contrattaccando tempestivamente. All'inizio, il battle system appare sensibilmente limitato, il giocatore penalizzato dalla scarsa quantità di CC è costretto a interrompere l'assalto per ricaricarli.

Piccoli eroi crescono

Dopo qualche ora però è impossibile non apprezzare ogni sfumatura di quello che è, a mani basse, il sistema di combattimento più intricato e appagante del franchise. Armi e abilità extra aumentano la velocità di ricarica e la quantità base di CC, consentendo al giocatore di collegare sempre più attacchi in combo lunghissime e devastanti, e di eseguire colpi speciali efficaci quanto spettacolari, richiedendo comunque una discreta abilità nel gestire le risorse e i punti deboli elementali dei vari nemici. Il battle system di Tales of Graces F trascina letteralmente il giocatore, spronandolo a combattere sempre meglio e sempre di più, per sbloccare tutte le varie abilità legate ai Titoli dei personaggi. Ciascuno di essi applica infatti dei bonus passivi e attivi, ma è necessario potenziare al massimo un Titolo specifico per usufruire dei suoi bonus anche dopo averlo cambiato con un altro. I Titoli si ottengono progredendo nella storia, completando le sidequest e compiendo azioni particolari come, appunto, potenziare i Titoli già guadagnati.

Graces Anatomy

Tra Titoli e Chain Capacity si inserisce anche una novità per il franchise a metà tra il sistema di cucina e la creazione degli oggetti: l'Eleth Mixer permette infatti di combinare cibi e oggetti per godere di bonus speciali durante i combattimenti e non solo, che consumano l'energia di questo congegno costringendoci a ricaricarlo di tanto in tanto per continuare a utilizzarlo.

Piccoli eroi crescono

È una meccanica quasi ininfluente in una partita normale, decisamente più utile a livelli di difficoltà avanzati o quando si affrontano i soliti boss segreti. Inutile dire che le oltre quaranta ore di gioco richieste per completare l'avventura richiedono una microgestione di statistiche, equipaggiamento e oggetti che tradisce un comparto audiovisivo colorato e fanciullesco. Tales of Graces F è un gioco molto più complesso di quanto non sembri, ma la semplicità della grafica può trarre certamente in inganno. Ricordiamo comunque che si tratta di un porting da Nintendo Wii: Namco Bandai ha svolto un lavoro più che discreto nell'incrementare la risoluzione e ritoccare la palette cromatica, aumentando la saturazione dei colori e la nitidezza delle texture. Siamo ben lontani dai fasti di Tales of Vesperia o Tales of Xillia, ma Tales of Graces F, seppur vetusto, resta un gioco visivamente piacevole, pulito e ricco di dettagli, grazie anche al character design raffinato e squisitamente nipponico di Mutsumi Inomata.

Piccoli eroi crescono

Tradiscono le sue origini di vecchia generazione i combattimenti invece, che mostrano il fianco sopratutto sul reparto delle animazioni: la conta poligonale dei modelli è stata leggermente migliorata, così come la qualità dei numerosi effetti luce e particellari, ma i personaggi continuano a muoversi in modo un po' legnoso e innaturale, anche se non è facile accorgersene nella confusione di una battaglia. Il tutto è incorniciato dalla colonna sonora di una Motoi Sakuraba sinceramente un po' sottotono. Le tracce sono tante e di buona qualità, ma non incisive e memorabili come altre delle sue precedenti composizioni, sopratutto per la serie Tales; l'accompagnamento tutto sommato è buono, ma alcune si ripetono un po' troppo e altre si dimenticano in fretta. Discreto il lavoro di doppiaggio, con una scelta di attori non sempre azzeccatissima e qualche voce petulante di troppo.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.4
Lettori (80)
8.6
Il tuo voto

Nonostante alcuni difetti, Tales of Graces F ora come ora è probabilmente l'esperienza jRPG più genuina su PlayStation 3. I fan più tradizionalisti della serie e del genere apprezzeranno di certo l'impostazione classica puntellata da qualche meccanica innovativa, come lo splendido sistema di combattimento. La storia non è tra le migliori concepite dal Team Destiny, ma svolge efficacemente il suo lavoro grazie a un cast magari un po' stereotipato ma al quale è impossibile non affezionarsi. Se amate il genere e non vi spaventa una quantità impressionante di testi e dialoghi completamente in inglese, Tales of Graces F è un acquisto praticamente imprescindibile.

PRO

  • Sistema di combattimento fantastico
  • Avventura longeva e ricca di contenuti
  • Impossibile non affezionarsi al cast

CONTRO

  • Si sente la natura del porting
  • Colonna sonora un po' piatta
  • Un dramma per i non anglofoni