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L'ora della verità

Modern Combat 4: Zero Hour stabilisce un nuovo standard per gli FPS mobile, ma non mancano le ombre

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   06/12/2012

L'hardware si aggiorna e diventa più potente, i team di sviluppo imparano col tempo a conoscerlo e sfruttarlo al meglio, ed è così che prodotti che qualche anno fa ritenevamo impossibili da realizzare in ambito mobile sono ormai una realtà consolidata. Come il franchise di Modern Combat, che insieme al suo "cugino" N.O.V.A. rappresenta la punta di diamante del catalogo Gameloft, nonché l'esperienza iOS e Android più vicina a quanto offerto dai vari Call of Duty su home console. Stiamo infatti parlando di una produzione "tripla A" a tutti gli effetti, realizzata da un team di grandi dimensioni che si dedica anima e corpo al progetto per svariati mesi, alla ricerca di una dimensione che il gioco si vede negata unicamente per via dei limiti sistematici dei dispositivi su cui gira.

L'ora della verità

Ma andiamo con ordine. Così come per i capitoli precedenti, la trama di Modern Combat 4: Zero Hour si ispira in modo abbastanza palese a Black Ops II, quantomeno per ciò che riguarda la tematica dei droni da guerra e il loro controllo, che finisce nelle mani di Edward Page, un ex berretto verde ora anarchico convinto, determinato a distruggere l'impero economico e bellico degli Stati Uniti mettendo a segno un'operazione di portata colossale, il cui obiettivo è nientemeno che il presidente USA. All'interno di dodici missioni (della durata media di dieci, quindici minuti l'una) ci alterneremo al comando di alcuni soldati e agenti speciali intenzionati a porre fine alla minaccia terroristica, nonché dello stesso Page, in una campagna che gioca dunque la carta dell'ambivalenza e ci mostra il punto di vista malato del "cattivo" contestualmente a quello delle persone che dovranno cercare di fermarlo.

Crash! Boom! Bang!

Bastano pochi secondi per rendersi conto del livello qualitativo raggiunto da Modern Combat con questo quarto episodio, vista la bontà della direzione e la varietà di situazioni esplosive in cui ci si trova già nel primo livello.

L'ora della verità

Al di là dei tradizionali scontri a fuoco, a viso aperto o in presenza di numerosi oggetti dietro cui ripararsi, l'azione alterna frenetiche corse a bordo di jeep mentre un elicottero ci insegue, sezioni che ci vedono controllare un drone per aprirci la strada in una zona piena di soldati ostili, fasi in cui dobbiamo eliminare bersagli distanti imbracciando un fucile da cecchino, i classici bullet time di quando si irrompe in una stanza piena di nemici e ancora una serie di quick time event in cui ci viene chiesto di disegnare delle traiettorie sullo schermo per mettere fuori gioco un avversario che ci ha colto di sorpresa con un attacco corpo a corpo. Immaginiamo che gli sviluppatori Gameloft abbiano creato una sorta di lista delle cose da inserire in Modern Combat 4: Zero Hour, perché magari viste in qualche sparatutto su console, e solo successivamente inquadrato il tutto all'interno di una storia. In termini di direzione e struttura, comunque, funziona tutto molto bene: c'è una grande sensazione di varietà, limitatamente al genere d'appartenenza, e un bel ritmo. Manca del tutto l'originalità, ma questo l'avevamo messo in conto.

L'annosa questione dei controlli

Si può sviluppare un ottimo FPS per dispositivi dotati di comandi touch? La risposta è sì, ma bisogna chiaramente scendere a compromessi. Un'azione frenetica come quella di COD è infatti improponibile in un contesto del genere, perché il touch screen non può in alcun modo offrire la reattività, la precisione e il "supporto" di un vero controller.

L'ora della verità

Ci siamo dunque abituati a giochi con un approccio per molti versi più ragionato, in cui si affronta una situazione alla volta, si determina la posizione dei nemici, ci si espone per poterli colpire e poi magari ci si rimette al riparo. Sopravvivere a un assalto su vari fronti e finanche inquadrare rapidamente un avversario che ci piomba davanti all'improvviso può non essere così semplice, anzi, e dunque elementi come il level design, l'intelligenza artificiale delle unità ostili e il gameplay nella sua interezza vanno plasmati in un certo modo, tenendo presente tali fattori. Modern Combat 4: Zero Hour fa questo e anche di più, mettendoci a disposizione una varietà di configurazioni e personalizzazioni per i controlli che ha dell'incredibile. Al di là dei tre "stili" disponibili per i comandi, infatti, è possibile regolare posizione e dimensione di tutti gli elementi dell'interfaccia grafica, attivare o meno la mira automatica (che comunque non è mai "invasiva", limitandosi ad agganciare un bersaglio quando il mirino gli è molto vicino) e finanche utilizzare il giroscopio per gestire la visuale, soluzione suggestiva ma non sempre pratica né tantomeno sufficientemente precisa. Quello che manca, e ci stupisce davvero che nessuno ci abbia pensato, è un'opzione per abilitare il fuoco automatico quando il reticolo si posa su di un nemico. In un FPS agganciare un bersaglio è l'operazione che precede immediatamente l'apertura del fuoco, dunque a che pro intestardirsi optando per un pulsante di fuoco manuale? In questo modo non solo risulta impossibile gestire in modo efficace mira e fuoco, ma l'intero sistema di controllo diventa terribilmente scomodo e macchinoso.

Multiplayer e comparto tecnico

Al di là della campagna in single player, che si completa in un paio d'ore se si procede spediti (il che non è poco per un FPS mobile), il titolo Gameloft offre un comparto multiplayer davvero promettente, che non abbiamo potuto testare a fondo (il gioco esce proprio oggi su App Store) ma che vanta numeri di tutto rispetto. Nella fattispecie abbiamo otto modalità differenti: "Battaglia", ovvero tutti contro tutti; "Squadre", il deathmatch tradizionale; "Cattura Bandiera", che non ha bisogno di presentazioni;

L'ora della verità

"Caccia all'Uomo", una sorta di "cattura la bandiera" in cui ognuno fa per sé; "Controllo Area", l'immancabile modalità territoriale; "Capo", in cui ogni squadra ha un leader e bisogna eliminarlo; "Sopravvivenza", un deathmatch a squadre in stile hardcore, senza aiuti; "Guerra", una variante di "Controllo Area" ma con alcuni extra. Otto anche le mappe a nostra disposizione, caratterizzate da una buona varietà e discrete dimensioni, mentre la gestione dei perk e dei potenziamenti avviene spendendo i punti esperienza che guadagniamo sia nel single player che nel multiplayer, e che volendo possiamo acquistare in varie pezzature mettendo mano al portafogli. Per quanto riguarda il comparto tecnico, le immagini del gioco parlano chiaro e non possiamo che confermare la bontà del lavoro effettuato, senz'altro fra le migliori cose che si siano viste sulla piattaforma iOS. L'uso del motore Havok ha garantito tutta una serie di feature interessanti, come gli scenari che si danneggiano sotto i proiettili delle nostre armi, i nemici che cadono in vari modi dopo essere stati colpiti a morte e altro ancora. Non si può però parlare di una gestione della grafica infallibile, visto che nelle situazioni più concitate si verificano frequenti cali nel frame rate, soprattutto sul Nuovo iPad (evidentemente per colpa dell'alta risoluzione), e ciò si riflette immancabilmente sulla precisione dei controlli touch. Ottimi gli effetti sonori, discreto l'accompagnamento musicale, mentre il doppiaggio in inglese non ci ha ben impressionato.

Conclusioni

Versione testata: iOS (1.0.0)
Terminale utilizzato: iPhone 4S, iPad 3
Prezzo: 5,99€
Multiplayer.it
8.5
Lettori (23)
8.2
Il tuo voto

Modern Combat 4: Zero Hour è un FPS di livello superiore, terribilmente vicino a quanto disponibile su console in termini di direzione, struttura, gameplay e finanche grafica. Al di là dei vani discorsi sull'originalità delle produzioni Gameloft, il gioco non colpisce per la trama (l'idea di alternarsi fra buoni e cattivi non ci ha mai fatto impazzire) ma vanta situazioni estremamente spettacolari e varie, nonché un comparto multiplayer all'apparenza solido e corposo, con ben otto modalità differenti, altrettante mappe e un mucchio di armi e oggetti da sbloccare. Gli manca insomma solo quel "di più" che a nostro avviso va identificato con l'autofire, soluzione che conferirebbe ai pur ottimi controlli touch un'immediatezza e una rapidità che attualmente si sognano e che farebbero davvero la differenza in termini di godibilità dell'esperienza.

PRO

  • Ottima direzione, grande varietà di situazioni
  • Campagna discretamente lunga e impegnativa
  • Multiplayer molto corposo

CONTRO

  • L'autofire avrebbe reso i controlli molto più pratici
  • La grafica alterna grandi cose a cali di stile e di frame rate