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L'importanza di essere prescelti

Il nuovo capitolo di una serie che ha riscritto la storia del basket virtuale: ecco la nostra recensione!

RECENSIONE di Dario Rossi   —   24/09/2013

Dalla nascita della saga cestistica di Visual Concepts ne è passata davvero tanta di acqua sotto i ponti, ma quella che non è mai cambiata è la sua indubbia qualità. Fin dai primi episodi per SEGA Dreamcast la serie si è sempre contraddistinta per un'anima fortemente simulativa e un'attenta cura ai particolari, tanto da diventare la regina incontrastata delle simulazioni dedicate al basket. A farne le spese in questa generazione è stata proprio EA Sports, costretta a cancellare il suo franchise storico NBA Live. Un caso di assoluta supremazia che ha portato 2K Sports in una posizione piuttosto scomoda, ritrovandosi particolarmente esposta alle critiche di chi ritiene ogni nuovo episodio non sufficientemente innovativo da giustificarne l'acquisto. D'altronde sappiamo che la cadenza annuale per una serie sportiva è una questione spinosa, cambiamenti radicali comportano rischi considerevoli, come quello che ha corso Konami con l'ultima incarnazione di PES. Vi anticipiamo subito che questo non è il caso di NBA 2K14, un capitolo che gioca sul sicuro affinando dove possibile, sfruttando la figura carismatica di Lebron James per dare una precisa impronta al titolo. Niente di clamoroso sotto il sole insomma, l'operazione era già stata effettuata con successo sfruttando il mitico Michael Jordan, ma stavolta Visual Concepts ha un asso nella manica che farà la gioia di molti.

L'importanza di essere prescelti

Villaggio globale

Il titolo si apre con una toccante cinematica che ci mostra un King James più umano del solito, con tanto di cuore pulsante, che ci racconta come il successo non sia mai gratuito e debba essere conquistato con tenacia, sacrificio e convinzione. Il manifesto del sogno americano. Tutto il resto non è noia, ma di sicuro un qualcosa di già ampiamente visto nel 2K13, a partire dai menu e dalla preparazione del nostro giocatore, che rappresenta un vero e proprio avatar persistente sul quale possiamo investire sfruttando i crediti accumulati nelle varie modalità. È in questa occasione che salta fuori la prima novità, l'eliminazione dei VC Points, la valuta virtuale del precedente capitolo che poteva essere acquistata pagandola con soldi veri. Ciò comporta l'eliminazione delle microtransazioni, un'aggiunta che aveva portato una lunga serie di critiche per come andava ad alterare gli equilibri del multiplayer online.

L'importanza di essere prescelti

Tutto sommato una saggia decisione da parte degli sviluppatori, ma la novità che accende i riflettori su questo capitolo è la presenza delle squadre dell'Euroleague. Per la prima volta nella storia del franchise è possibile utilizzare team come Monte dei Paschi di Siena e l'Olimpia Milano, donando al titolo un sapore nuovo in virtù del diverso stile di gioco e allargando potenzialmente il bacino di utenza. Le altre modalità ci sono tutte, a partire dalla intricata Associazione, la carriera Il Mio Giocatore che ci vede combattere tra i rookies per guadagnarci un posto nelle squadre della prima divisione, l'allenamento e l'immancabile modalità Blacktop. Per contro è nuovamente sparito l'All Star Weekend e i relativi minigiochi, un contenuto che verrà probabilmente proposto come DLC separato. Il titolo è come sempre liberamente personalizzabile in tutte le sue parti. Altra novità di questa edizione è la carriera dedicata a Lebron James: siamo liberi di scegliere di rivivere la sua ascesa nei Miami Heat o affrontare uno scenario di pura fantasia. Un'aggiunta che ci è sembrata francamente forzata, per niente paragonabile alle Leggende delle edizioni passate e che inspiegabilmente non permette di replicare i primi anni dell'atleta nei Cleveland Cavaliers. Fortunatamente sono rimaste intatte le squadre classiche, è quindi ancora possibile affrontare una partita nei panni di Larry Bird o Scottie Pippen.

L'importanza di essere prescelti

Sempre più in alto

Una volta scesi in campo risultano chiari i valori produttivi dedicati a NBA 2K14, anche se sostanzialmente rimane indistinguibile dal precedente episodio: il motore continua a colpire positivamente grazie alle fluide animazioni e il dettaglio dei giocatori, ma risulta chiaro che l'attenzione degli sviluppatori è ormai rivolta alla imminente edizione nextgen su Xbox One e PlayStation 4. Tuttavia i livelli qualitativi raggiunti da Visual Concepts sono innegabili, se escludiamo qualche volto meno riuscito di altri, l'azione scorre così armoniosamente da essere confusa con una partita vera e trova una ideale apoteosi nell'allestimento delle scene di contorno. Eccellente anche la resa dei palazzetti, con un pubblico poligonale ben definito che reagisce in base alle azioni degli atleti. La telecronaca (ancora in inglese) è ricca di espressioni e sempre accurata, mentre il comparto audio sfrutta la solita, ardita selezione di brani che spaziano dall'hip hop al rock. Non spaventiamoci di sentire i Coldplay a fianco dei Daft Punk, Gorillaz, Jay-Z o Puff Daddy insomma.

NBA 2K14 è il trionfale testimone di una saga ormai all'apice in questa generazione di console

Sul versante della giocabilità sono presenti apprezzabili miglioramenti, come una migliore resa nei rimbalzi da parte della difesa, blocchi più efficaci e un ulteriore affinamento della levetta destra per effettuare le finte, denominate Isomotion, che portano sovente a spettacolari voli a canestro. Piccole limature che non tradiscono la formula base, sempre più improntata su un modello simulativo complesso e senza compromessi. La novità è rappresentata dalla possibilità di effettuare giocate al volo premendo il dorsale destro, una caratteristica che fluidifica ulteriormente l'azione, ma NBA 2K14 rimane un titolo impegnativo che richiede grande dedizione da parte del giocatore, rivolgendosi sostanzialmente ai soli appassionati di questo sport. Chi è intenzionato a tirare due palloni a canestro per rilassarsi può guardare tranquillamente da un'altra parte.

Obiettivi Xbox 360

NBA 2K14 presenta 50 obiettivi per un totale di 1000 punti giocatore. Come di consueto i primi 10 si guadagnano ascoltando la playlist che Lebron James ha gentilmente selezionato per noi. Per i restanti ci sarà da sudare, compreso strappare un contratto a qualche grosso sponsor nella modalità carriera, o affrontando tutte le sfide con il Chosen One. Buona fortuna!

Evoluzione o affinamento?

Un altro aspetto immancabile anche in questa edizione è quello del multiplayer online, sempre ricco di modalità, che come detto dovrebbe beneficiare dell'eliminazione dei VC Points. Purtroppo nel momento in cui scriviamo questa recensione i server non risultano ancora attivi, è impossibile quindi valutare la bontà del netcode, possiamo solo sperare che quest'anno non sia affetto dai vari episodi di lag riscontrati negli anni precedenti. Come sempre la funzione Live Today andrà a sincronizzarsi con gli orari delle partite vere di campionato, offrendo quindi un'esperienza virtuale completa. NBA 2K14 risulta in definitiva molto più imparentato all'edizione dell'anno scorso di quanto sarebbe stato lecito supporre, con una realizzazione grafica sostanzialmente indistinguibile e molte similitudini stilistiche, compresi i menu e le musiche. Tutti elementi che tolgono qualcosa alla legittimità dell'acquisto per chi già possiede il capitolo precedente. Tuttavia la presenza delle squadre dell'Euroleague e gli apprezzabili affinamenti al gameplay sono elementi a netto favore del prodotto 2K Sports, considerando che il primo rappresenta una novità di valore storico per la serie.

L'importanza di essere prescelti

Conclusioni

Versione testata: Xbox 360
Multiplayer.it
9.0
Lettori (37)
8.8
Il tuo voto

Con NBA 2K14, Visual Concepts non rischia molto, essendo del tutto priva di concorrenza, limitandosi a gustarsi il meritato trionfo con una versione che migliora quanto di buono già fatto, eliminando qualche scivolone del precedente capitolo e aggiungendo finalmente delle squadre europee al ricco roster, anche se la presenza di Lebron James come protagonista assoluto appare un po' forzata. L'attenzione è quindi rivolta alle versioni di prossima generazione, che andranno necessariamente a scontrarsi con una agguerrita Electronic Arts ormai pronta al ritorno della serie Live. Nell'attesa quello che ci troviamo davanti è semplicemente il migliore simulatore di basket che si possa desiderare.

PRO

  • Elaborata riproduzione del basket
  • Tante modalità
  • Finalmente l'Euroleague

CONTRO

  • Soundtrack fin troppo variegata
  • La modalità dedicata a Lebron James non è il massimo
  • Pochi cambiamenti rispetto a NBA 2K13