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Il carnevale della morte

Si torna a massacrare non morti a centinaia con il terzo capitolo della saga Capcom

RECENSIONE di Antonio Jodice   —   18/11/2013
Dead Rising 3
Dead Rising 3
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Il carnevale della morte

Tra le miriadi di giochi con gli zombi protagonisti, a parte Resident Evil ovviamente, quello che negli ultimi anni si è saputo costruire una nutrita schiera di fan è Dead Rising, uscito in esclusiva per Xbox 360, visto il successo che stava riscuotendo la console negli USA, e che adesso si ripresenta in esclusiva al lancio di Xbox One a distanza di tre anni dal secondo capitolo, uscito in aggiunta per PC e PlayStation 3. Anche questo terzo episodio è sviluppato in Canada da Capcom Vancouver e, seppure assolutamente godibile come stand alone, riprende trama e ambientazione dei precedenti episodi. Un compito non facile quello di Dead Rising 3, visto che, insieme a Forza Motorsport 5 e Ryse: Son of Rome, gli tocca l'onere di dare consistenza al lancio della nuova console Microsoft e di rendere chiaro fin da subito quali siano le possibilità offerte da un sistema che vede integrato Kinect tra tutte le possibili opzioni di gioco.

Dead Rising 3 per Xbox One è ricco di contenuti e divertente, magari non proprio esuberante graficamente

Che facciamo? Calma, c'è tempo!

Nick Ramos è un meccanico che vive nella città di Los Perdidos, completamente isolata dal resto del mondo da quando il virus si è diffuso in mezzo alla popolazione che si sta rapidamente trasformando in una massa informe di non morti. Il problema è che l'esercito dà alla cittadina sette giorni di tempo per ultimare le evacuazioni prima di raderla al suolo con un ordigno micidiale, mentre il nostro eroe si allea con un manipolo di personaggi eccentrici nel tentativo di trovare un modo per darsela a gambe.

Il carnevale della morte

Nel corso della storia si fanno nuovi e vecchi incontri e il gruppo si fa più folto, mentre le situazioni diventano sempre più grottesche e fuori di testa. Una delle caratteristiche principali della saga è sempre stata la necessità di portare a termine le missioni con stringenti limiti di tempo, cosa che è stata molto mitigata nella modalità base di questo episodio che è diviso in otto capitoli, i quali vanno ultimati prima dello scadere dell'ultimo giorno (c'è un vero e proprio ciclo giorno notte che segna lo scorrere delle giornate). Il gioco procede lungo due binari, quello delle missioni legate alla trama principale, che non hanno scadenza temporale salvo la settimana generale, e quelle, invece, facoltative che hanno un timer ben in evidenza, ma che è molto meno asfissiante rispetto al passato. Queste caratteristiche rendono Dead Rising 3 molto più simile a Grand Theft Auto, ovvero ad un free roaming malsano e pieno di combattimenti. Capcom non s'è dimenticata però dei fan della prima ora, prevedendo sin dall'inizio la modalità "Nightmare" che riporta i canoni a quelli tipici della serie e che obbliga il giocatore a salvare solo nei punti prestabiliti e non dove meglio crede. Quella della minor gravità dello scorrere del tempo non è il solo cambiamento portato alla struttura, da sempre focalizzata sulla possibilità di combinare oggetti raccolti dal fondale per creare armi tra le più assurde e letali della storia dei videogiochi, visto che Nick da bravo meccanico non ha più bisogno di andare a cercare dei tavoli da lavoro per assemblarle, ma può farlo in qualsiasi posto, avendo trovato lo schema di assemblaggio relativo (ce ne sono più di 100 per combinare tra loro più di 370 armi).

Il carnevale della morte

Lo stesso vale per i veicoli che, parcheggiati uno di fianco all'altro, possono essere combinati con esiti anche pirotecnici nel vero senso della parola. Nick, uccidendo zombi, salvando superstiti casuali e completando le sotto missioni accumula punti esperienza e sale di livello, sbloccando nuove combo e punti abilità per veder aumentare le sue caratteristiche fisiche e per poter più facilmente abbinare gli oggetti tra loro. Trovato uno schema che, ad esempio, chiede di unire tra loro un paio di forbici e un revolver per ottenere un fucile a baionetta, se si sbloccano le abilità relative alle armi da taglio e quelle da fuoco, basta una qualsiasi lama e una qualsiasi pistola per ottenere lo stesso risultato senza dover cercare i modelli precisi. Lo stesso vale per i veicoli. Questo fa sì che Dead Rising 3 diventi una vera orgia di armi assurde, da assemblare in continuazione e usare come meglio si crede, visto che non ci si deve più sbattere alla ricerca di banchi di lavoro e armi sparse chissà dove, dando così al giocatore un vero e soddisfacente motivo per andare a cercare quanti più schemi per le armi possibili.

Matti da legare

Le missioni opzionali vengono affidate a Nick grazie a delle telefonate che riceve via cellulare da uno dei primi personaggi che si incontrano. Le più importanti sono quelle collegate agli Psicopatici, ovvero quegli umani sopravvissuti all'epidemia che però sono completamente impazziti, e questa volta Capcom è andata veramente fuori da ogni logica presentando almeno un paio di personaggi che definire memorabili è dire poco, se non inquietanti. Sconfiggerli permette di acquisire armi particolari (alcune clamorosamente osé) e vestiti fuori di testa, oltre ad aumentare la longevità della campagna sino a circa diciassette ore. Le altre missioni opzionali son tutte legate a sopravvissuti che si aggiungono alla comitiva di Nick accompagnandolo (fino a cinque per volta) fino a che non muoiono a causa di mancanza di cibo o armi per potersi difendere. La pecca è che i compiti che chiedono di assolvere per loro sono quasi sempre legati al trovare e riportare una serie d'oggetti o al distruggere un numero d'obiettivi e, se non fosse per il carnevale di massacro tutto intorno e per i tantissimi segreti nascosti ovunque, difficilmente sulla lunga si verrebbe spinti a continuare ad occuparsene; anche perché Nick, una volta potenziato a dovere e col giusto arsenale, se la cava benissimo in solitaria. Oltre a queste attività, ci sono statuine segrete da trovare, libri che aumentano le statistiche del giocatore, rifugi da liberare per salvare il gioco in modalità Nightmare e per poter gestire la propria squadra, il proprio arsenale e guardaroba.

Il carnevale della morte

Ci sono anche delle missioni specifiche che attribuiscono migliaia di punti esperienza che riguardano il completamento di attività legate alle diverse armi e mezzi (tipo "uccidi mille nemici con la spada laser") e quelli che vengono chiamati allenaenti, delle sfide a tempo che chiamano al massacro di centinaia di zombi in un certo limite con tre livelli di completamento. Non è difficile immaginare che ultimando tutte le missioni secondarie e trovando tutti i segreti si possano spendere fino a oltre trenta ore di gioco, cosa tutt'altro che banale per un titolo di lancio di una nuova console, senza dimenticare che per i più tosti c'è pure la modalità Nightmare. Si può inoltre giocare con un amico, visto che in qualsiasi momento un altro giocatore può inserirsi nella nostra partita e scorrazzare liberamente per la mappa portando avanti la storia o completando quest e obiettivi. Abbiamo giocato un'ora assieme ad un giornalista senza riscontrare alcun problema di connessione e di lag.

Obiettivi Xbox One

Più della metà dei 1000 punti di Dead Rising 3 si ottengono completando la campagna a livello normale e sconfiggendo almeno tutti gli Psicopatici, il resto lo fanno l'utilizzo normale delle armi e le combinazioni di queste e dei mezzi. Arrivare al bottino pieno richiede ancora più tempo, non fosse altro che per la campagna in modalità Nightmare e per il ritrovamento dei tanti collezionabili. Ci vorrà un po' di pazienza, ma chi arriva a finire il gioco è probabile che abbia voglia di spulciarlo tutto fino in fondo

La next gen tra kinect e frame rate

Il nuovo Kinect è integrato in Dead Rising 3, soprattutto per i comandi vocali in italiano e molto precisi, che servono per navigare attraverso tutti i menu e per salvare, ma anche per giocare. L'occhio di Xbox One serve per richiamare l'attenzione degli zombi se si deve salvare un membro del gruppo in fin di vita o per attirarli su una bomba o una trappola debitamente piazzata.

Il carnevale della morte

O ancora, per provocare gli Psicopatici rendendoli più vulnerabili pronunciando frasi prestabilite, ma serve anche per gestire il party suggerendo se attaccare, seguire Nick o rovistare nel fondale per trovare cibo da mangiare o bevande da bere. Questa parte è molto utile perché si può combinare con la possibilità di puntare un braccio e indicare un punto dello schermo in cui si vuole che un personaggio vada a cercare cibo, ad esempio, e trovatolo procederà da solo a raccoglierlo e mangiarlo, senza la necessità che sia Nick a doverglielo passare avvicinandosi. Abbiamo poi scoperto una funzionalità del pad che non conoscevamo, visto che è dotato di un trasmettitore a infrarossi, rilevato da Kinect, che gli permette di leggerne i movimenti, così che Capcom ha potuto inserire una serie di "gesture" sulla falsariga di quelle del Wiimote per scrollarsi di dosso i nemici o per farli precipitare dalle macchine quando provano a infilarsi nei finestrini (solo il tempo dirà se possano essere complessi come quelli rilevabili dal giroscopio della console Nintendo o meno). La mappa di Dead Rising 3 impallidisce di fronte a quella di GTA V quanto a dimensioni, anche per la natura del gioco che, se giocato a modalità Nightmare, chiede di andare da una parte all'altra della stessa in un brevissimo lasso di tempo. Dalla sua ha, però, la possibilità di rendere esplorabili una miriade di interni, tutti decorati e arredati in maniera diversa, e il fatto che si sviluppa anche in verticale con Nick che si arrampica un po' ovunque per cercare quest e oggetti.

Il carnevale della morte

Xbox One, oltre che in questo, aiuta anche per la grande fisicità degli zombi e l'interattività dei fondali (interi elementi possono andare a pezzi) e delle migliaia di oggetti sparsi ovunque con cui è possibile divertirsi. I veri protagonisti restano i non morti, veramente a perdita d'occhio, che di notte si fanno ancora più numerosi (immaginate strade in cui non ci sia neanche un pixel libero allo sguardo) e aggressivi, dando un vero e proprio senso d'angoscia al giocatore, soprattutto se si trova al buio di una fogna e armato della sola torcia. Le strutture dei palazzi e alcune texture non al top fanno pensare a un codice nato a metà tra vecchia e nuova generazione, così come il fatto che giri a 720p nativi e che i 30 fotogrammi al secondo siano più spesso 20 quando su schermo c'è l'inferno, ma non si tratta certo di qualcosa che impedisca di godersi appieno quello che è sicuramente il titolo più ricco di contenuti del lancio di Xbox One, soprattutto quando verrà rilasciato Smart Glass per la console, rendendo disponibili una nuova serie di quest che però non abbiamo potuto provare.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.3
Lettori (216)
8.0
Il tuo voto

A parte l'oceano di non morti, Dead Rising 3 non è forse il titolo di lancio che spinge Xbox One di più dal punto di vista tecnico, lasciando il compito di stupire agli altri compagni della line up, ma rimane divertente e corposo. In Los Perdidos si può girovagare per ore, grazie a un titolo ben fatto e adrenalinico, che permette agli amanti dei free roaming di vivere un'avventura piena di follia e di sangue (davvero tanto). La struttura del gameplay è quella classica e le missioni gioverebbero di una maggiore varietà, ma tra l'arsenale a disposizione, i travestimenti e i mezzi, immergersi in questa mattanza è una delle cose che consigliamo di fare a partire dal 22 novembre, soprattutto se siete tra coloro a cui piace giocare a lungo per trovare segreti e curiosità. Dead Rising 3 non verrà certo ricordato per aver apportato chissà quali novità al genere, ma alla saga fa bene senz'altro un episodio così: allegro e scellerato.

PRO

  • Alcuni boss da ricordare
  • Milioni di zombi su schermo e arsenale folle
  • Il giusto compromesso tra vecchio e nuovo
  • Integrazione con Kinect e Smartglass

CONTRO

  • Ripetitività delle sub quest
  • Dal prossimo capitolo servono novità più sostanziali
  • Tecnologicamente a metà tra vecchia e nuova generazione