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Il ritorno dell'assassina di New Orleans

Ubisoft ripropone lo spin-off di Assassin's Creed III per le console domestiche con grafica riadattata per l'alta definizione

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   15/01/2014

1765, New Orleans: nella città simbolo della commistione etnica su cui si viene a costruire la nuova società nord americana, con le guerre tra potenze estere per il controllo della colonia e la tratta degli schiavi a pieno regime, si muove furtiva un'ombra sinuosa e letale, quella di Aveline de Grandpré. Assassina e giustiziere, "scudo, spada e unica speranza" degli oppressi nella Luisiana in guerra e protagonista di questo spin-off contemporaneo - ma fondamentalmente slegato - al terzo capitolo della serie "regolare" di Assassin's Creed. Aveline è probabilmente il maggiore punto di forza di Assassin's Creed: Liberation HD, così come della versione originale, un personaggio carismatico e dall'identità ben spiccata, a partire ovviamente dal suo essere la prima assassina donna a comparire all'interno della serie Ubisoft.

Il ritorno dell'assassina di New Orleans

Nel fascino di Aveline e di New Orleans si distingue l'ottimo piano elaborato dal publisher per caratterizzare al meglio quella che è a tutti gli effetti la riduzione in piccolo di un capitolo standard di Assassin's Creed. Non potendo contare sulla vastità, la complessità e la varietà delle grandiose ambientazioni che ne animano i capitoli principali, l'adattamento portatile ha dovuto compensare una necessaria e sostanziosa riduzione con una maggiore concentrazione di caratteristiche, mettendo dunque in scena le gesta di una protagonista ammaliante all'interno di una città suggestiva e relativi dintorni. Anche senza entrare nel dettaglio dell'effettiva qualità del capitolo originale, già a questo punto appare lampante la discrepanza logica su cui queste conversioni da console portatile a piattaforma domestica sono fondamentalmente costruite: come giustificare i compromessi a cui una produzione da handheld va necessariamente incontro, una volta che ci si trova invece all'interno del contesto domestico, dove le limitazioni dell'ambito portatile fondamentalmente non sussistono? Quanto può essere appetibile e convincente un capitolo ridotto nell'aspetto tecnico e contenutistico dopo l'orgia di ampiezze, grafica e libertà di movimento di Assassin's Creed IV?

Aveline si rifà il trucco e si prepara a confrontarsi con i capitoli "grandi"

Un'affascinante sconosciuta

L'impianto narrativo è rimasto sostanzialmente invariato dalla versione originale per PlayStation Vita, mettendo in scena le gesta dell'assassina Aveline de Grandpré all'interno della zona di New Orleans tra il 1765 ed il 1780, ovvero il periodo della ribellione creola nella colonia. Sullo sfondo del conflitto tra Spagna e Francia per il controllo della zona si intrecciano gli intrighi caratteristici della serie, che ripropongono l'eterna lotta tra l'ordine dei Templari e gli Assassini. Lei stessa di origini franco-africane, Aveline rappresenta un perfetto esempio del melting pot culturale che caratterizza l'area della Louisiana, di cui vengono messi in evidenza diversi aspetti concentrandosi da una parte sulla questione razziale della schiavitù e dall'altra sugli scontri tra le potenze europee con all'interno la guerra occulta tra le due fazioni segrete in eterna lotta. All'interno di una sceneggiatura alquanto solida, si rileva un approfondimento sulle origini del personaggio e sulle sue motivazioni profonde meno sviluppato rispetto a quanto visto con gli altri protagonisti della serie.

Il ritorno dell'assassina di New Orleans

La riedizione HD ha inserito alcune nuove sezioni che aiutano a completare meglio il quadro del personaggio, che tuttavia ancora difficilmente può competere con lo spazio riservato agli altri protagonisti della serie e alle rispettive storie. D'altra parte questa costrizione sui binari della sceneggiatura si avverte in tutta la struttura del gioco, che per motivi di spazio e risorse ha dovuto ridurre vari elementi di contorno come le componenti gestionali (presenti nella forma del controllo dei commerci di famiglia, ma non ad un livello profondo come quello visto in altri capitoli), per non parlare della libertà d'esplorazione e la non-linearità viste nell'ultimo capitolo maggiore, chiaramente agli antipodi della filosofia di Liberation. Stranamente, anche il comparto multiplayer è stato rimosso, con una decisione che, sebbene non rischi di sollevare grosse critiche vista la consistenza della modalità presente nell'originale, risulta comunque piuttosto strana, visto il contesto in cui è collocata la versione HD. L'impressione che deriva dall'impatto con Liberation HD è dunque quella di un sostanziale passo indietro nell'evoluzione della serie, con un'area di gioco ristretta nella quale muoversi e una serrata successione degli eventi che vengono imposti al giocatore, a cui rimane come unica libertà la possibilità di portare avanti i classici obiettivi secondari da sandbox che stimolano l'esplorazione ma offrono ben poco in termini di approfondimento della storia e del gameplay. Da questo punto di vista calza a pennello la particolare collocazione studiata da Ubisoft per questo capitolo all'interno della serie, presentato come un software Abstergo proposto direttamente al giocatore, senza passare attraverso l'intermediario Desmond Miles (o chi per lui) e dunque mettendo in scena gli eventi esclusivamente sul piano "storico" di Aveline.

Assassina e gentildonna

All'epoca della sua uscita su PlayStation Vita, Liberation stupì soprattutto per la sua capacità di trasportare il nucleo dell'esperienza classica di Assassin's Creed su una console portatile, per la prima volta. Con questa riedizione HD, la struttura del gioco compie il viaggio a ritroso verso le console domestiche, sulle quali la riproposizione degli elementi classici della serie ovviamente non desta particolare scalpore.

Il ritorno dell'assassina di New Orleans

Il sistema di spostamento e combattimento della protagonista è mutuato in buona parte dal quasi contemporaneo Assassin's Creed III - rappresentando in pratica l'unico punto di collegamento con il capitolo in questione, oltre alla collocazione nel continente americano e ad un breve cameo di Connor - mentre il gameplay offre il solito mix di esplorazione e azione all'interno però di un level design piuttosto semplificato rispetto a quanto visto nei capitoli maggiori, a causa delle dimensioni ridotte dell'ambientazione e di una minore varietà di situazioni nelle quali è possibile trovarsi. La novità principale introdotta da questo capitolo nella meccanica classica è la possibilità di utilizzare differenti vestiti che consentono alla protagonista di passare più o meno inosservata, influenzandone però le capacità di movimento e combattimento. Oltre al normale completo da assassina, che permette ad Aveline di agire sfruttando il suo massimo potenziale ma risultando però alquanto appariscente, la nostra eroina può travestirsi in modo da confondersi meglio e agire sotto copertura, utilizzando ad esempio un completo da "schiava", più agevole e dimesso, oppure uno da ricca signora che consente di passare inosservati e affascinare le guardie, al costo di grosse limitazioni in termini di movimento, però. Si tratta di un'aggiunta piuttosto azzeccata ma che risulta, anche questa, alquanto guidata dal gioco, visto che l'utilizzo di uno o l'altro costume risulta spesso forzato dall'andamento delle missioni. Il sistema di combattimento è stato parzialmente adattato all'utilizzo del controller classico ma non presenta sostanziali variazioni rispetto all'originale, che di suo si portava dietro già pregi e difetti cronici della serie: a fronte di un alto livello di spettacolarità si registra il solito livello di sfida non altissimo, basato soprattutto sul giusto tempismo con cui effettuare i contrattacchi, anche se non mancano alcuni eventi decisamente più impegnativi, come quando ci si trova a combattere nelle vesti di "signora".

Obiettivi Xbox 360

Il gioco contiene 30 obiettivi per un totale di 400 Microsoft Points. Essendo un'esperienza esclusivamente single player, gli achievement sono in parte disseminati lungo la trama in corrispondenza di alcuni eventi fondamentali e in parte raggiungibili attraverso varie performance legate all'esplorazione, alla raccolta di oggetti o alla quantità di uccisioni o azioni portate a termine. Come da tradizione per la serie, il bottino completo richiede un certo impegno.

Un ottimo lifting

L'originale Liberation soffriva in particolare di una realizzazione tecnica piuttosto incerta, nonostante l'impatto generale comunque positivo la parziale limitatezza dell'hardware o forse una mancanza di ottimizzazione si manifestava in una serie di problemi alquanto evidenti tra cali di framerate, problemi nella gestione dei poligoni e aliasing pronunciato. Nulla di tutto questo è rimasto in Assassin's Creed: Liberation HD, che si presenta nella gloria dell'alta definizione con un aspetto decisamente rinnovato, tanto da non sfigurare più di tanto accanto ai capitoli maggiori della serie. Certo, l'impianto poligonale è rimasto più o meno lo stesso di prima, con la stessa limitatezza delle aree esplorabili e la relativa scarsità di elementi mostrati sullo schermo, specialmente se messo a confronto con gli altri episodi, ma la rielaborazione evidente effettuata sui modelli poligonali e il cambiamento degli asset con texture e materiali associati all'alta definizione hanno cambiato in maniera notevole l'intero comparto grafico, presentandosi come una delle più convincenti operazioni di trasposizione in HD viste finora (nei limiti del riadattamento e senza considerare i veri e propri remake). Sono stati risolti, inoltre, i grossi problemi di framerate che inficiavano l'esperienza di gioco su Vita, minimo sindacale per una trasposizione su console domestica ma comunque caratteristica gradita. Da notare anche il cambiamento del sistema di illuminazione che avvicina sensibilmente la resa di Liberation HD a quella di un normale titolo per console casalinga current gen. L'operazione di make-up su Aveline, insomma, si dimostra un successo, al cui computo vanno sommate anche le aggiunte contenutistiche effettuate dagli sviluppatori con l'aggiunta di una quindicina di missioni inedite che ampliano la storia e il background dei personaggi, sebbene non contribuiscano più di tanto a modificare il ritmo e la qualità globale sul fronte del gameplay. L'audio è stato completamente rimasterizzato e si presenta in linea con la qualità media dei capitoli su console domestica.

Conclusioni

Versione testata: Xbox 360
Multiplayer.it
6.5
Lettori (25)
6.8
Il tuo voto

Risolti tutti i problemi tecnici che affliggevano la versione originale, resta il paradosso fondamentale di Assassin's Creed: Liberation HD, ovvero la sua essenza di gioco portatile trasferito nel contesto domestico. Si tratta di un titolo studiato appositamente come riduzione in piccolo di una serie celebre, adattato per calzare al meglio in un hardware meno performante e quindi riveduto, corretto e migliorato per le console maggiori, ma lasciandone invariata la base con i suoi compromessi. Non è facile giustificare l'acquisto di un gioco del genere, per quanto ben fatto possa essere, quando contemporaneamente è disponibile un quarto capitolo che lo supera in ogni comparto, l'impressione è di tornare indietro alle origini della serie. Il fascino di Liberation HD risiede tutto nel carisma di Aveline e nella volontà degli appassionati di conoscere anche questo particolare retroscena nella grande storia degli Assassini e dei Templari.

PRO

  • Grande miglioramento del comparto grafico
  • Aveline e New Orleans sono dotati di un certo carisma
  • Interessante la caratteristica dei costumi che influiscono sul gameplay

CONTRO

  • Tecnicamente e al livello di contenuti, il paragone con gli ultimi capitoli principali non regge
  • Storia meno profonda del solito, con la rimozione del mondo "reale"
  • Eliminato il comparto multiplayer che poteva offrire qualche elemento di gioco in più