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Infanzia rubata

Per Clementine è arrivato il momento di porsi la domanda più difficile: di chi posso fidarmi?

RECENSIONE di Andrea Rubbini   —   06/03/2014

Attenzione: questa che state per leggere è la recensione del secondo episodio della seconda stagione di The Walking Dead. Possiamo perciò offrire solo un commento parziale, dal momento che bisognerà attendere l'uscita del quinto e ultimo episodio per valutare l'opera. Se non avete mai sentito parlare del videogioco di The Walking Dead, vi consigliamo di leggere la recensione del primo episodio della seconda stagione. Infine, se siete tra quelli che non tollerano la pur minima rivelazione sulla trama di una storia, saltate la recensione e leggete direttamente il commento finale.

Il primo episodio della nuova stagione è stato doloroso come un calcio in un occhio. La natura, brutale e iniqua, non ha risparmiato una bambina di undici anni, costretta a lottare come una disperata per sopravvivere alle avversità. E questo è il tipo di conflitto principale che abbiamo vissuto nella stagione precedente: il mondo è impazzito e siamo tornati alla legge della giungla, cosa possiamo fare per non regredire allo stato di selvaggi?

Infanzia rubata

Il secondo episodio è qualcosa di completamente diverso, e ce lo anticipa nella scena iniziale, mettendoci sotto gli occhi un'altra gamba da tagliare che grazie al cielo viene risparmiata dalla mano che impugna la sega. Niente splatter a questo giro. Solo una situazione psicologica da gestire tra un adulto in punto di morte e una bambina divenuta adolescente prima del tempo. In questa prima conversazione è anticipato anche tutto il lavoro che gli sceneggiatori andranno a sviluppare nel corso dell'episodio e forse dell'intera stagione. Clementine infatti non è forte, non può difendere nessuno e tanto meno essere un leader. Può solo cercare di farsi strada in un mondo di adulti incapace di vedere il suo bisogno di rimanere bambina ancora per un po'. A lei chiedono opinioni, conforto, patti di lealtà; deve perfino garantire per il suo gruppo, nonostante sia lo stesso che fino a pochi giorni prima l'aveva chiusa in una baracca, sola e con una ferita mortale. La vediamo quindi crescere sotto i nostri occhi, sviluppare la propria identità; questo ci offre A House Divided: la possibilità di decidere chi è o chi sarà Clementine. La bilancia pende dalla parte dell'emotività, con tantissimi dialoghi e situazioni intime nelle quali siamo chiamati a esprimerci. Non dobbiamo prendere decisioni da leader e d'altronde quando siamo davanti a un punto di svolta si vede chiaramente che la spina dorsale narrativa è immutabile. Invece seminiamo briciole che creano un percorso sotterraneo imprevedibile, scandito da quel "X will remember that". Non sappiamo né come né quando se ne ricorderà, ma avvertiamo che le nostre parole hanno avuto un peso. E già questo basta a fare spuntare un sorriso o una smorfia sul volto di Clementine e del giocatore.

Una folla di personaggi tesse un arazzo narrativo altamente infiammabile in A House Divided

Gli zombie sono l'ultimo dei problemi

A House Divided fa da collante tra il passato e il presente di The Walking Dead. La seconda parte del gioco si apre con una sorpresa che ci riporta di colpo ai tempi della prima stagione e c'è posto anche per una citazione di 400 Days, il discusso DLC che ha fatto da interludio tra la prima e la seconda stagione. Tra tutti gli episodi di The Walking Dead questo è anche il più complesso.

Infanzia rubata

Ci sono tantissimi personaggi sulla scena e il passo della narrazione è molto lento, per consentire agli sceneggiatori di mostrarci quali sono le polarità tra i due gruppi protagonisti della storia e all'interno dei gruppi stressi. Tra queste polarità Clementine deve sempre prendere posizione ed è significativo che solo con Sarah, la vera bambina della serie, possa concedersi un momento di innocenza, come quando le spiega che la pistola è solo un oggetto, senza però saperle spiegare cosa significhi. Ripeteva le parole ascoltare da un adulto di cui si fidava. I veri adulti invece non sembrano capaci di trattare con Clementine, spiazzati da questa creatura che vorrebbe vedere riconosciuta la sua fragilità e che allo stesso tempo è capace di respingere un attacco di zombie maneggiando armi da fuoco. E a proposito di zombie dobbiamo dire che mai quanto adesso l'ambientazione apocalittica viene percepita come normale, quotidiana. Nessuno, meno di tutti il giocatore, si stupisce del fatto che ogni tanto sia necessario rompere la testa a un morto che cammina. Le scene d'azione sono sempre giustificate dagli eventi della storia e mostrano perciò la naturale conseguenza di scelte infelici compiute dai personaggi. Il fulcro dell'episodio è comunque l'entrata in scena di Carver, il vero cattivo di The Walking Dead. Prima come estraneo in una situazione famigliare, forse uno dei momenti più riusciti dell'episodio, e infine come minaccia esplicita. Da come si mettono le cose, sembra proprio che avremo modo di conoscere meglio Carver e il suo gruppo, sperando che non si risolva tutto nell'abusato ribaltamento per cui quelli che sembrano buoni in realtà mangiano i bambini mentre i cattivi si rivelano anime incomprese. La vera sfida per gli sceneggiatori infatti inizia adesso: dopo aver sfruttato quasi tutti i dispositivi narrativi messi a disposizione dall'ambientazione di Kirkman, dovranno dimostrarsi capaci di presentare situazioni nuove e stimolanti. In un mondo dove tutto imputridisce, non è un obiettivo semplice.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7 2600
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Processore Core 2 Duo 2 GHz o equivalente
  • RAM 3 GB
  • Scheda video ATI o NVidia con 512 MB RAM
  • Direct X 9.0c
  • Sistema operativo Windows XP SP3

Conclusioni

Versione testata: PC
Digital Delivery: Steam
Prezzo: 22,99€ (il prezzo include tutti e cinque gli episodi)
Multiplayer.it
7.5
Lettori (11)
8.8
Il tuo voto

A House Divided è uno degli episodi più complessi e ricchi di sottigliezze visti fino a questo momento, anche se non è il più intenso. La tensione serpeggia tra le battute di dialogo, e alla fine è chiaro che la miccia è stata accesa, ma se ci sarà o meno un'esplosione lo scopriremo solo nel prossimo episodio. Di notevole c'è però il lavoro fatto su Clementine, un approccio completamente diverso da quello adottato con Lee nella prima stagione, e che offre una maggiore introspezione psicologica.

PRO

  • Il personaggio di Clementine è quanto di meglio abbia da offrire la serie fino ad ora, e continua ad arricchirsi
  • La narrazione riprende i fili della prima stagione e li intreccia agli sviluppi presenti

CONTRO

  • Con tanti personaggi sulla scena non c'è il tempo di legarsi a nessuno di loro
  • Molti conflitti sono già stati esplorati in passato