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Joel ed Ellie, mai così belli

Abbiamo analizzato nel dettaglio l'edizione PlayStation 4 di The Last of Us

RECENSIONE di Antonio Fucito   —   28/07/2014

Nel mondo dei videogiochi ci sono diverse regole che hanno trovato piena applicazione nel corso del tempo. Di queste un paio ci interessano per questo articolo: gli sviluppatori danno il loro meglio verso la fine del ciclo vitale di una console; i Naughty Dog sono tra i più bravi nel panorama videoludico mondiale. 
È facile immaginare, quindi, come The Last of Us sia riuscito ad ottenere una miriade di riconoscimenti e perché venga considerato da molti uno dei migliori titoli in assoluto della precedente generazione.

Joel ed Ellie, mai così belli

In un periodo storico nel quale le nuove console fanno ancora fatica ad ingranare e le riedizioni sembrano incontrare il favore del pubblico, non poteva mancare questo titolo, tanto più che a detta di Sony molti possessori di PlayStation 4 provengono da altre piattaforme e quindi non hanno giocato la versione originale. Da qui la decisione di pubblicare The Last of Us Remastered, al quale i Naughty Dog hanno dedicato oltre sei mesi per dare piena giustizia al mondo e storia che ruotano attorno al titolo, sia in termini estetici che di offerta. Questa riedizione ha dalla sua un prezzo interessante che è stato ritoccato verso il basso dopo i feedback dei giocatori, pari a 45€, ed include tutte le patch e contenuti prodotti fino ad oggi: l'espansione single player Left Behind, che abbiamo recensito a questo indirizzo, le otto mappe multiplayer aggiuntive dei DLC "Territori abbandonati" e del bundle Realismo, il nuovo livello di difficoltà dal nome omonimo, il "Making of" del gioco, i commenti dei produttori e la modalità fotografica. Tutte le armi o modifiche estetiche comprate su PlayStation 3, inoltre, sono disponibili anche nella versione PlayStation 4, senza costi aggiuntivi.

Abbiamo analizzato nei minimi dettagli l'edizione PlayStation 4 di The Last of Us, potere della next-gen

Passano i giorni, la qualità resta

Per sapere cosa pensiamo nel dettaglio del titolo originale e del suo gameplay, vi invitiamo a leggere la nostra recensione dedicata; in Remastered abbiamo giocato diverse ore con il livello di difficoltà Sopravvissuto, quello massimo prima dell'ultima patch e che prevede risorse minori, nemici più ostici e l'assenza della modalità Ascolto, che permetteva di "vedere" i nemici anche attraverso i muri grazie al rumore che emettevano. A distanza di un anno The Last of Us non è invecchiato di un giorno, e rimane per Naughty Dog un deciso passo avanti in termini di maturità, con una narrazione adulta e senza compromessi, affiancata da un gameplay corposo, cruento, coinvolgente.

Joel ed Ellie, mai così belli
Joel ed Ellie, mai così belli
Joel ed Ellie, mai così belli

La commistione ideale di cinema e videogiochi, dove il gameplay non viene sacrificato, ma si fonde alla perfezione con le sequenze di intermezzo, i dialoghi dei protagonisti e tutti gli accadimenti che mantengono sempre alta la tensione. Il gioco alterna momenti arrembanti con altri di esplorazione in scenari decadenti mozzafiato, è dotato di una buona longevità (che può arrivare anche a 15 ore la prima volta) e varietà di ambientazioni, propone alcuni momenti davvero toccanti e regala un finale tutt'altro che scontato. Left Behind racconta invece un risvolto della storia di Ellie, in quale maniera è cresciuta e come ha scoperto di essere così importante; lo fa in una maniera meravigliosa al pari del titolo originale, e mette in secondo piano la componente del gameplay che seppur ridotta presenta un sunto del titolo originale con la piccola novità di poter sfruttare gli infetti a proprio vantaggio. Grazie all'ultimo DLC è possibile inoltre selezionare la modalità Realismo, che disabilità in aggiunta l'interfaccia che illustra il tipo di arma selezionata ed i colpi a disposizione, ha nemici ancora più coriacei e propone risorse ridotte all'osso: in questa configurazione si ha il massimo della soddisfazione ma anche frustrazione nel dover ripetere i pezzi più difficili, ma forse è anche quella dove The Last of Us esprime il suo massimo potenziale survival, all'interno del quale ogni azione va ponderata nei minimi dettagli. Nella versione PlayStation 4 la pressione del touch pad ha la funzione del tasto Select e permette di richiamare il menu per il crafting e per il potenziamento di Joel; mira e sparo sono stati accomodati sui trigger del DualShock 4, di molto migliori rispetto al modello precedente, con la possibilità ad ogni modo di associarli ad L1 e R1. Il rumore dell'accensione / spegnimento della torcia fuoriesce dallo speaker, così come le registrazioni audio presenti in The Left Behind; la migliore ergonomia del pad di PlayStation 4 regala un pizzico di abilità in più sia nelle sessioni in singolo che in quelle multiplayer. L'esperienza che abbiamo vissuto con The Last of Us Remastered è stata in definitiva la stessa eccezionale del titolo originale, con tutti i contenuti a disposizione, i suoi clamorosi alti ma anche con qualche basso, capeggiato dalla "stupidità artificiale" legata ai comprimari di Joel. Laddove infatti il protagonista da noi controllato si muove in maniera assolutamente silenziosa per non essere scoperto dai Clicker o dai Runner, i comprimari emettono suoni, corrono da una copertura all'altra o entrano nella linea visiva dei nemici... che li ignorano bellamente. Tutta la gestione stealth sembra essere concentrata infatti solo sul protagonista principale, e se la maggior parte delle volte la cosa non dà fastidio perché magari i comprimari se ne stanno buoni alle vostre spalle e ingaggiano lo scontro solo quando siete scoperti, ogni tanto questa cosa è fastidiosamente ravvisabile.

Trofei PlayStation 4

The Last of Us Remastered propone una quantità elevata di trofei da sbloccare ex novo, risultanti dalla somma di tutti i contenuti presenti. 
Il platino si ottiene dopo aver sbloccato i 23 trofei del gioco principale, identici a quelli del titolo originale. Ne abbiamo poi 10 da Left Behind e 14 provenienti dai due DLC multiplayer inclusi (8 di questi sono stati resi più facili) e 2 per terminare il titolo in modalità Realismo e Realismo+.

Remastered, Remastered everywhere!

Siamo giunti all'elemento cruciale che potrebbe far propendere o meno verso l'acquisto chi ha già giocato il titolo originale: il comparto tecnico di The Last of Us Remastered. La versione PlayStation 3 era dotata di una grafica eccellente in relazione agli altri titoli disponibili sulla console, anche e soprattutto a causa di un impianto artistico sublime e una cura per il dettaglio maniacale; soffriva un po' in termini di pulizia grafica e stabilità del frame rate, che scendeva sotto i 30 fotogrammi per secondo nei momenti più complessi graficamente. Le basi di partenza di Remastered sono state proprio la risoluzione di questi due ultimi problemi, e su PlayStation 4 l'avventura di Joel e Ellie può fregiarsi dei 1080p e dei 60 fotogrammi per secondo. Ma quale è il risultato? Un miglioramento sensibile anche per un occhio poco allenato: la definizione delle ambientazioni è di tutt'altra pasta rispetto a quella PlayStation 3, e la cosa si nota soprattutto sugli elementi "articolati" quali fogliame, ombre, e oggetti complessi. Quando l'immagine è ferma la differenza è imbarazzante, ed anche in movimento lo shimmering (elementi in lontananza che sembrano muoversi e lampeggiare) è di molto ridotto rispetto al titolo originale, seppur presente su alcuni oggetti. La fluidità nettamente superiore è sulle prime spiazzante, ma ci si fa presto l'abitudine per poi non tornare più indietro: il sistema di controllo risponde meglio, lo scorrere dello scenario è più godibile, in generale il titolo è più piacevole da guardare e giocare. In molti si chiederanno se i 60 frame al secondo siano fissi o meno; sulla base della nostra esperienza, il 99% (95, 90? Evviva le percentuali!) delle volte potremmo dire di sì: in alcuni frangenti completamente scollegati dalla complessità della scena, magari con la telecamera puntata verso il basso e su una siepe, abbiamo avvertito dello stuttering, ovvero dei microscatti che sembrano più essere collegati a qualche bug o problemi col v-sync che altro, magari risolvibili con una patch.

Joel ed Ellie, mai così belli
Joel ed Ellie, mai così belli

Analisi con strumenti tecnici più approfonditi confermeranno o meno la nostra ipotesi e la percentuale dei cali sul totale, nulla ad ogni modo che vada ad inficiare l'esperienza globale o mini la fluidità rinnovata del titolo. Per accontentare i fan più esigenti impauriti da una frequenza di aggiornamento (a loro modo di dire) eccessiva per avere un'esperienza cinematografica, Naughty Dog ha introdotto un'opzione per bloccare il frame rate a 30 fotogrammi per secondo; come bonus dovuto al fatto che così facendo si sono liberate alcune risorse, la definizione delle ombre è ancora superiore alle già ottime del titolo "sbloccato". Dal nostro punto di vista la scelta tra queste due configurazioni propende largamente a favore per quest'ultima: in poche sessioni ci si fa l'abitudine e come detto a beneficiarne sono l'impatto complessivo ed il sistema di controllo. L'opera di potenziamento ad ogni modo non si è fermata ai 1080p e 60 frame al secondo: i caricamenti tra sequenze di intermezzo e sezioni di gameplay sono stati quasi azzerati, la complessità poligonale degli oggetti e dei personaggi in lontananza (il cosiddetto LOD) è migliore e scala meglio quando ci si avvicina; la risoluzione delle texture, quadruplicata sulla carta e causa principale dei 50GB di installazione, permette di sfoggiare dettagli ancora più impressionanti, al punto che alcuni scorci riescono ancora a sorprendere nonostante magari siano stati già apprezzati su PlayStation 3. I modelli poligonali di Joel, Ellie e degli altri comprimari hanno subito un perfezionamento ed un aumento di dettaglio, adesso è possibile scorgere nuovi elementi sui vestiti e soprattutto sui volti, e come potete vedere dagli screenshot che abbiamo realizzato in prima persona, alcune volte sono impressionanti. Le cutscene rimangono una spanna sopra, ma anche perché sono state egualmente rifinite: in alcuni primi piani il dettaglio dei personaggi è davvero incredibile. Complici diverse sezioni di esplorazione presenti per spezzare la tensione, non di rado si rimane ammaliati dallo scenario e dalle ambientazioni al tramonto, in pieno giorno oppure di notte, rese ancora più morbide dalla definizione maggiore e dal sistema di illuminazione alla stessa maniera rivisto per l'occasione: The Last of Us Remastered rende giustizia alla bellezza artistica del titolo originale, e il miglioramento è avvertibile in quasi tutti gli elementi grafici presenti su schermo.

Joel ed Ellie, mai così belli
Joel ed Ellie, mai così belli

I Naughty Dog si sono sbizzarriti anche per quanto riguarda il comparto sonoro, nei menu è infatti possibile scorgere nuove opzioni legate al tipo di impianto stereo che si utilizza: vengono indicati il numero di canali, la disposizione dei satelliti, l'intervallo dinamico e il valore di azimut, in parole molto povere la provenienza angolare del suono. Utilizzando la configurazione automatica del nostro impianto Home Theatre 7.1 abbiamo avvertito una qualità del suono e degli effetti superiore rispetto a The Last of Us, con il posizionamento corretto ad esempio della pioggia che batte sulle macchine vicino al protagonista o delle voci dei personaggi, e meno problemi di campionamento e chiarezza della voce quando i compagni parlano in lontananza. Il doppiaggio ovviamente è lo stesso valido del titolo originale - anche se avremmo voluto Joel con voce più rauca e corposa - la colonna sonora rimane quella eccezionale di Gustavo Santaolalla, che ha l'unico "difetto" imposto di essere di accompagnamento più che protagonista indimenticabile. Abbiamo lasciato per ultima la modalità fotografica, che in realtà per una buona fetta di possessori PlayStation rappresenta un bonus estremamente gradevole, dopo le ottime possibilità offerte da quella presente in inFAMOUS: Second Son. In The Last of Us Remastered si attiva con la pressione del tasto L3, e permette di operare su parametri quali il posizionamento della telecamera e l'ampiezza della visuale, la profondità di campo, la presenza di una cornice e una serie di filtri preimpostati. Rispetto al titolo dei Sucker Punch ci sono una serie di controlli aggiuntivi come la modalità vignetta e quella per aggiungere una grana in maniera tale da avere un look cinematografico; è possibile inoltre scegliere l'intensità di applicazione, anche per gli stessi filtri, in una scala che va da 1 a 100. Non ci siamo ancora dilettati a dovere su questa funzione, in quanto disponibile sotto forma di patch a partire da oggi, ma non ci faremo scappare la possibilità di inondarvi di tanti bei screenshot artistici come fatto con inFAMOUS: Second Son, e magari indire un contest all'interno della nostra rubrica Zona PlayStation.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.5
Lettori (999+)
9.4
Il tuo voto

Il lavoro tecnico messo a punto da Naughty Dog per The Last of Us Remastered, sia grafico che sonoro, è stato eccellente: la casa californiana si conferma come una delle migliori in assoluto nel riuscire a tirare il meglio da un hardware console. Davvero non ossiamo pensare cosa riuscirà a fare, da questo punto di vista, con Uncharted 4 ed i futuri titoli il cui sviluppo è cominciato direttamente sulla nuova piattaforma Sony. A detta del produttore giapponese ci sono tanti possessori di PlayStation 4 che non hanno mai giocato The Last of Us; questi ultimi avranno la fortuna di giocare quella che rimane una perla assoluta nel panorama delle avventure in terza persona, nella sua versione più ricca di contenuti, più bella da vedere e frutto di un perfezionamento durato sei mesi; ad un prezzo inoltre sensibilmente inferiore a quello "classico" per un videogioco. 
Per chi ha già giocato il titolo originale... la valutazione non può che essere estremamente soggettiva, magari basata su parametri oggettivi quali un comparto tecnico sensibilmente migliorato e una ricchezza di contenuti che magari non si sono provati nella loro interezza su PlayStation 3. Ovviamente è più facile propendere per il riacquisto quando la qualità videoludica complessiva è così elevata. Il voto leggermente più basso rispetto all'originale sta a significare che The Last of Us Remastered è su PlayStation 4 un punto di partenza verso l'eccellenza, laddove era d'arrivo sulla precedente piattaforma e si era chiuso maggiormente un occhio sui difetti dell'intelligenza artificiale.

PRO

  • Lavoro di miglioramento tecnico eccellente
  • Il gioco rimane eccezionale anche dopo un anno
  • Gran mole di contenuti, compresi Left Behind e le mappe multiplayer aggiuntive
  • Prezzo concorrenziale...

CONTRO

  • ...ma sarebbe stato apprezzato uno sconto ulteriore per chi possiede la versione PlayStation 3
  • Non sono stati risolti alcuni problemi di intelligenza artificiale