53

Danganronpa 2: Goodbye Despair, recensione

Arriva il seguito della pluripremiata visual novel di Spike Chunsoft

RECENSIONE di Christian Colli   —   03/09/2014

A noi i vostri click piacciono un sacco, però non vogliamo che perdiate tempo inutilmente, specialmente in giorni caldi come questi. Rispondete sinceramente a queste due domande, quindi: avete già giocato il primo Danganronpa? Vi piacciono le visual novel? Se la risposta alla prima domanda è sì, probabilmente lo è anche per la seconda domanda, e in quel caso vi consigliamo di continuare a leggere. Se è no ad almeno una delle due domande, vi consigliamo di chiudere questa scheda del browser e dedicarvi ad altro. Se avete risposto di sì alla prima domanda e di no alla seconda, allora avete qualche problema. Resta un'ultima opzione: vi piacciono le visual novel ma non avete mai giocato il primo Danganronpa. In questo caso, vi consigliamo comunque di non leggere oltre perché Danganronpa 2: Goodbye Despair è un vero e proprio sequel che, per essere apprezzato fino in fondo, richiede una buona conoscenza dei personaggi e delle vicende di Danganronpa: Trigger Happy Havoc. E se vi piacciono le visual novel e non avete giocato il primo Danganronpa, allora sarebbe un buon momento per recuperarlo.

Più crudele, più inquietante, più bizzarro: Danganronpa 2 supera il suo predecessore

Il sole, la spiaggia e il sangue

Magari all'inizio non sembra, ma vi garantiamo che Danganronpa 2 è legato a doppio filo alle vicende e ai personaggi del prequel: ci dispiace anticiparvi questo dettaglio della trama, ma è fondamentale che capiate come uno non possa esistere senza l'altro, anche perché in caso contrario del finale comprendereste poco e niente.

Danganronpa 2: Goodbye Despair, recensione

C'è un lato positivo: una volta completata la storia di Danganronpa 2 si sblocca la visual novel Danganronpa IF, che offre una panoramica delle vicende e dei personaggi di Trigger Happy Havoc pur dipingendone uno sviluppo e una progressione alternativa, un vero e proprio "what if" (ecco il perché del titolo) che piacerà comunque a chi ha giocato il prequel. Insomma, non c'è scampo: per godervi Danganronpa 2 dovete giocare il predecessore, uscito solo alcuni mesi fa, o sciropparvi la sua sinossi su Wikipedia. Il che non sarebbe altrettanto divertente, credeteci, perché se c'è un campo in cui Spike Chunsoft (e la localizzazione di NIS America, precisiamo) vince a mani basse è senza ombra di dubbio quello della sceneggiatura e dei dialoghi. La storia, del resto, parte da una premessa molto simile a quella del precedente Danganronpa, con i pupilli del liceo Hope's Peak coinvolti in una situazione a dir poco terrificante.

Danganronpa 2: Goodbye Despair, recensione

La scuola accoglie i migliori esponenti di questa o quella "disciplina", ma il protagonista di Danganronpa 2 - Hajime Hinata - non ricorda in quale eccelle: le sue doti investigative, però, gli permetteranno di risolvere i misteri che cominceranno a circondare lui e gli altri quindici compagni di scuola condotti sull'isola Jabberwock per quello che si rivelerà un esperimento orribile. Nessuno di loro potrà lasciare l'isola, infatti, a meno che non riesca ad assassinare un compagno e a farla franca. Se gli altri studenti dovessero scoprire l'identità dell'omicida, quello sarà giustiziato seduta stante; tuttavia, se le accuse dovessero rivelarsi infondate, il colpevole si guadagnerà la libertà... a scapito delle vite di tutti i suoi compagni. Come dicevamo, la premessa è molto simile: c'è il protagonista avvolto da un alone da mistero, il perfido e schizofrenico Monokuma e una selezione di studenti che rispettano solo apparentemente gli stereotipi della cultura nipponica, nascondendo sfumature e ombre insospettabili. E ci sono anche degli incredibili colpi di scena che terranno i giocatori/lettori con il fiato sospeso, purché conoscano l'inglese: neppure Danganronpa 2 è stato tradotto in italiano, infatti, e nonostante l'inglese impiegato sia decisamente scolastico, chi non lo mastica potrebbe annoiarsi subito o avere grosse difficoltà specialmente durante le fasi più interattive del gioco.

Trofei PSVita

Per racimolare i trofei di Danganronpa 2 non basta completare l'avventura, ma anche massimizzare il rapporto di Hajime con i suoi compagni nel tempo libero, sbloccare le varie abilità, trovare tutti i collezionabili e superare ogni prova con i migliori risultati.

Come prima, più di prima

Dal punto di vista del gameplay, Danganronpa 2 è praticamente una copia carbone del prequel ma gode di alcuni miglioramenti a generale beneficio dell'esperienza e della varietà di situazioni. Come nel primo Danganronpa, la vita sull'isola si divide sostanzialmente in tre fasi: Daily Life è il momento in cui il giocatore è libero di esplorare l'isola in cerca di collezionabili e di socializzare con i suoi compagni di scuola per conoscerli meglio e sbloccare le varie abilità che potrebbero tornargli utili nei processi, progredendo al contempo nella storia di Danganronpa 2.

Danganronpa 2: Goodbye Despair, recensione

Quando si passa alla Deadly Life, invece, il gioco si fa duro: in questi frangenti il gioco diventa una vera e propria indagine investigativa in cui bisogna raccogliere indizi ed esaminare ogni prova o scena del crimine per stabilire indicativamente cos'è successo e chi potrebbe essere il colpevole di turno. Una volta raggiunta una quantità di sospetti soddisfacente, si passa direttamente al Class Trial, il processo vero e proprio in cui gli studenti della Hope's Peak si riuniscono e si accusano gli uni con gli altri. In questa situazione Danganronpa 2 diventa molto più interattivo: ogni processo è una combinazione di minigiochi che fanno completamente leva non solo sulle capacità di deduzione e di lettura del giocatore, ma anche sui suoi riflessi. Rispetto al prequel sono state operate delle aggiunte significative mirate a rendere i processi ancora più coinvolgenti, a cominciare da nuovi minigiochi intitolati Logical Dive, Spot Select e Rebuttal Showdown. Il primo è una specie di simulatore di snowboarding in cui bisogna percorrere la pista giusta in base alle domande e alle risposte dei presenti, onde evitare di precipitare - letteralmente! - nell'abisso dell'incertezza. Nel Rebuttal Showdown, invece, il giocatore deve difendere le proprie ipotesi facendo a fette, con uno swipe sul touch screen, le contestazioni del suo interlocutore, approfittando dei punti deboli nelle sue affermazioni per sconfiggerlo. Spot Select è il minigioco meno interessante tra i nuovi e si basa sullo spirito di osservazione più che sulla comprensione del linguaggio.

Danganronpa 2: Goodbye Despair, recensione

Gli altri minigiochi sono rimasti pressoché gli stessi, ma alcuni sono stati leggermente modificati: il Bullet Time Battle, per esempio, ora si chiama Panic Talk Action e richiede una maggiore attenzione quando si costruiscono le accuse di Hajime, mentre il vecchio Closing Argument è stato perfezionato in modo da essere più chiaro e immediato. Ne consegue che i processi, a prescindere dall'esito - che spesso si rivela davvero imprevedibile quanto drammatico, sono ora ancora più avvincenti ma anche più complessi, ragion per cui la lingua rappresenta un ostacolo ancora maggiore per chi non è ferrato in inglese, e non solo per quanto riguarda la comprensione generale della storia. Come in Danganronpa, una volta conclusa l'avventura, oltre al già citato Danganronpa IF si sblocca anche la modalità Island che permette di "vivere" l'escursione dei ragazzi della Hope Peak in totale relax, come una sorta di dimensione parallela in cui non sarà versata una goccia di sangue. Oltre a ciò, Spike Chunsoft ha implementato persino una specie di modalità "tamagotchi" e un bizzarro giochino stilizzato, intitolato Magical Girl Miracle Monomi, in cui si controlla il pupazzo a forma di coniglio che fa da inquietante contraltare al folle Monokuma.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.2
Lettori (23)
8.3
Il tuo voto

Danganronpa 2: Goodbye Despair è un titolo più completo rispetto al predecessore, ma resta comunque una visual novel e come tale sarà apprezzata solo dai fan del genere e, specialmente, da chi comprende bene l'inglese. Questi due fattori rendono il titolo Spike Chunsoft incredibilmente di nicchia, e la trama angosciante di certo non aiuta a dipingere il ritratto di un "gioco per tutti". Se vi piace il genere, insomma, è un acquisto imprescindibile, anche e soprattutto se avete già giocato il prequel. Se invece non avete mai provato una visual novel, potreste essere il momento di farlo grazie a questa ottima serie, ma assicuratevi prima di avere un buon rapporto con la lingua di Albione.

PRO

  • Colpi di scena a non finire
  • Più contenuti rispetto al precedente Danganronpa
  • I processi sono più vari e divertenti

CONTRO

  • State alla larga, se non vi piacciono le visual novel
  • Completamente in inglese
  • Le prime ore di gioco ricordano un po' troppo il prequel