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Razer Kraken 7.1 & Surround

Hardware e software lavorano insieme per un'esperienza sonora che non delude

RECENSIONE di Umberto Moioli   —   29/09/2014

Diciamo che volete acquistare un nuovo headset da gioco, un paio di cuffie che possano ben adattarsi sia alle vostre esigenze ludiche sia alla fruizione di tutti gli altri contenuti multimediali che oggi riempiono fino all'orlo gli hard disk dei PC. Le offerte in commercio sono praticamente infinite e ripartite su ogni possibile fascia di prezzo, da poche decine di euro a parecchie centinaia. Razer con le sue Kraken 7.1 si inserisce a metà strada, parlando agli appassionati che vogliono un prodotto di qualità con alcune interessanti funzioni avanzate, pur senza svuotare il portafogli sull'altare di soluzioni magari eccellenti, ma che fanno pagare caratteristiche inadatte all'utente medio. Se insomma avete una novantina di euro a disposizione e una libreria di giochi che attendono di spararvi nelle orecchie musica ed effetti sonori a tutto volume, potreste essere atterrati sulla pagina giusta.

Le Razer Kraken 7.1 uniscono interessanti funzioni sia fronte hardware che software

Fuori...

Tolte dalla scatola, le Razer Kraken 7.1 si mostrano pressoché identiche alla più vecchie Kraken Pro, con cui condividono gran parte del design, le coperture dei padiglioni e l'archetto da poggiare in testa. Come espresso al tempo, si tratta di un headset comodo da vestire, senza particolari punti di pressione e molto gradevole al tatto grazie a plastiche di qualità.

Razer Kraken 7.1 & Surround

La nuova colorazione nera e le luci, poste sui due padiglioni esterni e sul microfono, donano un look aggressivo e tutto sommato riuscito. L'ingresso nel PC avviene attraverso USB, con un cavo di dimensioni sufficientemente generose ricoperto da un tessuto che impedisce fastidiosi aggrovigliamenti e nodi. L'anima dell'archetto, quella che scorre quando si aggiustano le distanze a seconda della dimensione della propria testa, è anch'essa in plastica, una soluzione meno sofisticata - e nel lungo periodo, probabilmente meno duratura - rispetto a quella in metallo di altri prodotti simili. Manca anche un controller fisico del volume, assenza che può rivelarsi fastidiosa quando si sta giocando e non si ha modo di accedere al software di configurazione. Diverso il discorso per il microfono retrattile: il vecchio modello analogico ha fatto spazio ad un più sofisticato microfono digitale, che monta direttamente sulla periferica un piccolo pulsante che permette di attivarlo e disattivarlo a piacimento, oltre che un led di stato comodo per capire se lo si è lasciato aperto oppure no.

Razer Surround

La tecnologia per virtualizzare suoni 5.1 o 7.1 su headset stereo non è certo una novità, ma Razer è piuttosto convinta della bontà del suo software, al punto da venderlo separatamente a chi possiede cuffie di terze parti. Un tempo gratuito, oggi la versione completa di Razer Surround costa una ventina di dollari e, installato l'apposito programma, permette di vedere il proprio dispositivo e iniziare le regolazioni del caso. Come detto per le Kraken 7.1, ci sono un po' di opzioni tra cui scegliere e non manca la giusta intuitività d'uso. Anche qui non manca l'equalizzatore virtuale e qualche selezione dedicata alle impostazioni del microfono e quindi della voce. L'effetto nel complesso non si può dire che non funzioni, pur non essendo certo allo stesso livello di una soluzione fisica, ma ancora una volta è bene sottolineare come valga soprattutto per quei contenuti con tracce audio 5.1 e 7.1 native ed entro i confini videoludici. Nel caso delle Kraken 7.1 il fatto che questa soluzione sia integrata la rende un interessante extra, mentre l'idea di spendere venti dollari per questa utility solleva qualche perplessità in più.

...e dentro

Trattandosi di un paio di cuffie stereo che simulano l'effetto 7.1, il software è ovviamente una componente fondamentale dell'esperienza d'uso. Installata l'ultima versione di Razer Synapse ci viene data l'opportunità di inizializzare le cuffie, quindi di calibrare un gran numero di valori riguardanti il volume, i bassi, la normalizzazione del suono e la pulizia della voce.

Razer Kraken 7.1 & Surround

Senza contare l'ovvia e attesa presenza dell'equalizzatore e di una serie di setup pre impostati a cui attingere in base alle proprie esigenze. Interessante anche la funzione che permette di creare profili differenti per applicazioni diverse: i titoli lanciati da Steam, ad esempio, beneficeranno in larga parte del 7.1 virtuale mentre è improbabile che quando si utilizza il proprio programma di musica preferito si desideri accedere a tale funzione. Messe alla prova, le Kraken 7.1 danno risultati positivi specialmente in ambito videoludico e specialmente con generi come gli FPS, dove l'audio posizionale virtuale riesce con efficacia ad immergere nella battaglia e la spinta sui bassi valorizza esplosioni e colpi d'arma da fuoco. Provandole con titoli di guida e altre esperienze coinvolgenti, come quella offerta da The Elder Scrolls V: Skyrim, abbiamo ricavato risultati similmente soddisfacenti. Certo per film e musica ci sono in commercio altre soluzioni più sofisticate - e spesso costose - ma se non avete pretese troppo elevate qui c'è poco da lamentarsi.

Conclusioni

Piacevoli da vedere e più sobrie del modello precedente, le Kraken 7.1 rappresentano un upgrade interessante e un valido acquisto per chi vuole un headset da pagare meno di cento euro. Il nuovo microfono funziona a dovere ma soprattutto a funzionare è il sistema di virtualizzazione del sonoro 7.1, che regala un alto livello di immersione specialmente mentre si gioca. Il software a corredo è potente e ben sviluppato, oltre che intuitivo, quindi anche i meno tecnici tra gli utenti potranno usarle senza troppi ostacoli. Ci sono alcuni limiti costruttivi legati all'uso pressoché totale di plastica e alla mancanza di un controller fisico del volume, ma nel complesso non ci può lamentare più di tanto.

PRO

  • Buona estetica
  • Suono pulito e preciso
  • 7.1 virtuale e software a corredo ben implementati

CONTRO

  • Alcuni elementi avrebbero meritato l'abbandono della plastica in favore del metallo
  • Manca un dispositivo di controllo del volume