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Dungeon a cielo aperto

Torna alla grande il gioco che ha rilanciato i dungeon crawler

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   16/10/2014

Il primo Legend of Grimrock dello studio indipendente Almost Human fu un fulmine a ciel sereno. Quando uscì, ormai più di due anni fa, nessuno si aspettava che potesse riscuotere un tale successo da vendere più di un milione di copie. Invece così è stato e possiamo ben considerarlo uno degli apripista del ritorno in auge dei giochi di ruolo classici, uno di quei titoli che hanno dimostrato l'esistenza di un mercato per generi considerati morti come quello dei dungeon crawler.

Alcuni luoghi sono affascinanti
Alcuni luoghi sono affascinanti

Per questo l'aspettativa nata intorno al seguito ufficiale, annunciato più di un anno fa, era davvero elevata, aspettativa che non è stata disattesa. Legend of Grimrock 2 è un sequel intelligente: da una parte non tocca di una virgola la formula originale, mentre dall'altra amplia tutto l'ampliabile mettendo in campo nuovi elementi. Diciamo che se il modello del primo capitolo era Dungeon Master, questo secondo segue la strada degli Abandoned Place, cercando di offrire una maggiore varietà di scenari ai giocatori, spazi aperti compresi, pur non toccando l'ispirazione base, ben radicata nella concezione originaria dei giochi di ruolo occidentali, nati come tentativo di riprodurre virtualmente alcune meccaniche e atmosfere dei giochi di ruolo cartacei, soprattutto fantasy (ma non solo). La storia inizia con il naufragio di una nave che sta trasportando quattro prigionieri (i componenti del party). Il risveglio sulla misteriosa isola di Nex è traumatico, circondati come sono da creature mostruose quanto aggressive. Presto scopriranno che sono stati attirati sull'isola da un malvagio doc che si divertirà a seguirli e osservarli alle prese con le trappole che ha disseminato ovunque. Basterà poco per capire che l'isola è un in realtà immenso dedalo pieno di sotterranei da esplorare, mostri da combattere e palazzi da espugnare. Riusciranno a sopravvivere?

Scoprite, leggendo la nostra recensione di Legend of Grimrock 2, se vale la pena spolverare la spada

Party time

I puzzle non mancano
I puzzle non mancano

Appena avviato il gioco ci viene chiesto di selezionare il livello di difficoltà (ce ne sono tre) e se vogliamo attivare alcune opzioni per rendere l'esperienza di gioco più difficile. Potremo così disattivare la mappa automatica, i salvataggi manuali oppure rendere i cristalli della vita utilizzabili una sola volta. Potremo anche scegliere se crearci il nostro gruppo di eroi o se utilizzare quelli preimpostati dagli sviluppatori. Optata per la generazione manuale del party, ci troviamo di fronte a una schermata piena di numeri e valori, in cui possiamo definire le caratteristiche di ogni singolo eroe, dargli dei tratti, deciderne le abilità e così via. Rispetto al primo Grimrock, in cui c'erano quattro razze, tre classi e ben poche abilità, qui abbiamo cinque razze, otto classi e molte più abilità. Queste ultime sono state riorganizzate seguendo uno schema più classico, invece di quello ad albero del passato. Così ora ad ogni abilità possono essere assegnati fino a cinque punti, accumulabili salendo di esperienza, che sbloccano una o più capacità supplementari. Fatte le proprie valutazioni e distribuiti tutti i punti disponibili, non resta che entrare nell'avventura.

Gameplay e dintorni

Legend of Grimrock 2 inizia su una spiaggia, con il party imprigionato dentro a una gabbia. Sfondate le sbarre, si può iniziare a esplorare l'area, dove si trovano delle tartarughe giganti davvero aggressive, ma non pericolosissime, e qualche oggetto di poco valore, comunque utile per iniziare a riempire l'inventario.

C'è nessuno?
C'è nessuno?

La prima cosa che si nota è che il sistema di controllo è davvero semplicissimo, con pochi comandi per muoversi e combattere, oltre che per accedere alla comoda mappa che si aggiorna automaticamente mano a mano che si esplora l'isola. Tutte le funzioni di gioco extra sono legate a degli oggetti. Ad esempio se si vuole scavare bisogna trovare prima una pala, mentre se si vogliono realizzare delle pozioni bisogna trovare il classico pestello da alchimista. Da questo punto di vista le complicazioni sono davvero nulle, probabilmente per non deconcentrare il giocatore da ciò che dovrà affrontare. Lo stesso sistema magico è immediato da utilizzare, con un complesso di nove rune poste a scacchiera da utilizzare per comporre gli incantesimi (simile a quello visto nel primo capitolo). Dopo una sezione iniziale più lineare, con un dungeon e un boss da abbattere, Grimrock rivela la sua natura aperta permettendo un'esplorazione più libera della mappa. Badate bene che alcuni limiti ci sono sempre, vuoi per alcuni nemici messi strategicamente per impedire il passaggio, vuoi per degli enigmi concatenati. Comunque c'è un senso di libertà molto maggiore che nel primo capitolo grazie soprattutto all'alternarsi di ambienti aperti e chiusi, che oltretutto rendono l'esplorazione più varia. Ben presto ci si rende conto che le cose da fare non mancano e che ogni area è piena di segreti da scoprire e puzzle da risolvere.

Inquietante, ma in questo caso solo scenografico
Inquietante, ma in questo caso solo scenografico

Alcuni sono davvero impegnativi e, se all'inizio si procede abbastanza spediti nella loro risoluzione, nei dungeon avanzati si rimane spesso bloccati a lambiccarsi su qualche rompicapo apparentemente insormontabile. Oltre ai classici enigmi legati a leve, magie e piastre, ce ne sono anche di ambientali, legati alla presenza di elementi come l'acqua, uno dei nemici più insidiosi della prima parte dell'avventura. Parlando proprio di nemici, ma in questo caso da affettare, diciamo che ce ne sono di ogni tipo, tutti degni di un buon manuale del fantasy moderno. Non-morti di diversa pericolosità, bestie feroci, predatori volanti, insetti giganti; non manca davvero nulla. Ognuno ha le sue caratteristiche, sia in attacco che in difesa. In totale se ne possono contare più di quaranta. Rimanendo sui freddi numeri, per finire il gioco la prima volta a livello normale e senza opzioni hardcore attivate, ci vogliono più di venti ore. Ovviamente scegliendo un livello di difficoltà più alto si allungherà anche il tempo di gioco. Da notare la presenza di un ricco editor, che permette la creazione di livelli personalizzati. Sia che vi dilettiate nel crearne di vostri, sia che vi piaccia giocare quelli degli altri, si tratta sicuramente di un ottimo strumento per allungare a dismisura la vita sull'hard disk dei file d'installazione.

Considerazioni

Legend of Grimrock 2 non è soltanto un bel gioco, ma è uno di quelli che ha una grande considerazione per il suo target ideale, se vogliamo usare una terminologia da addetti marketing. Giocando è chiaro che gli sviluppatori abbiano scelto di rivolgersi a un pubblico che considerano più che intelligente, capace cioè di superare e apprezzare puzzle anche molto difficili.

Non è il momento di prendere il sole
Non è il momento di prendere il sole

Non si tratta di una considerazione di poco conto, perché molte scelte di design ruotano intorno alla concezione del proprio pubblico. Normalmente, i giochi in cui si vedono troppe semplificazioni e troppi aiuti, sono stati concepiti considerando il giocatore come una specie di scimmia, incapace di ragionamenti complessi e facile alla frustrazione. Diciamo che Almost Human ha deciso di rivolgersi a chiunque sia in grado di non arrendersi di fronte alle difficoltà, disseminando i giusti indizi per risolvere ogni puzzle, ma non fornendo mai facili soluzioni. La maggiore apertura del mondo di gioco, che consente di scegliere l'ordine con cui affrontare alcuni dungeon, permette anche di prendersi delle pause nel caso in cui non si riesca a superare una situazione particolarmente ostica. Non c'è la pretesa che chi giochi arrivi per forza alla fine, che poi non capita spessissimo nemmeno in titoli molto facili, ma c'è un grande rispetto per chi si trova dall'altra parte del monitor, cui viene dato un grosso credito e che viene ricompensato per le abilità dimostrate, non con tecniche da addestratore di circo. Non ci rimane che sottolineare alcuni difetti del gioco, relativi ma presenti. Il più evidente è la mancanza di originalità, perdonabile visto che ci troviamo di fronte a un titolo eccellente in quello che fa. Il secondo problema è di natura tecnica. Come potete vedere dagli screenshot, Grimrock è un titolo bello, capace anche di produrre paesaggi suggestivi, ma non certo eccezionale dal punto di vista grafico. Poco male, visto che non si tratta di una produzione multimiliardaria e che il prezzo non è elevatissimo. Peccato però che ogni tanto si segnalino degli inspiegabili cali del frame rate. Sia chiaro che non è niente di compromettente, visto che non influenzano minimamente le dinamiche del gioco, ma è impossibile non notarli.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7 2600
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP
  • Processore: Dual Core 2.33 GHz Intel o 3.0 GHz AMD
  • RAM: 2 GB
  • Scheda video: Geforce GTX 8800, AMD Radeon 4850 o Intel HD Graphics 5200 o superiore, con almeno 1GB di VRAM e supporto per gli Shader Moderl 3.0. Risoluzioni minime supportate: 1280×720 e 1024×768.
  • Spazio su disco: 2 GB
  • DirectX: 9.0c

Requisiti consigliati

  • Sistema operativo: Windows 7
  • Processore: Quad Core 2.66 Ghz Intel o 3.2 GHz AM
  • RAM: 4 GB
  • Scheda video: Geforce GTX 660 Ti o AMD Radeon 6850 o superiore, con almeno 1GB di VRAM e supporto per gli Shader Moderl 3.0. Risoluzioni minime supportate: 1280×720 e 1024×768

Conclusioni

Digital Delivery Steam, GoG, Humble Store, Sito Ufficiale
Prezzo 21,99 €
Multiplayer.it
9.0
Lettori (25)
9.1
Il tuo voto

Se siete appassionati di dungeon crawler, oppure, più semplicemente, siete dei videogiocatori curiosi che vogliono provare un genere che non conoscono, partendo dal meglio che possa offrire, allora The Legend of Grimrock è un acquisto imprescindibile. Tutto il fascino del primo capitolo è rimasto immutato, con in più l'aggiunta di un mondo meno lineare e di una serie di puzzle davvero cattivi, che richiederanno una buona dose d'intelligenza per essere risolti. Almost Human ha sbaragliato completamente la concorrenza con un'esecuzione magistrale, che pecca solo nell'inevitabile mancanza di innovazioni e in qualche calo del frame rate, poco comprensibile visto il titolo.

PRO

  • Dungeon disegnati in modo eccellente
  • Puzzle e segreti a iosa
  • Combattimenti impegnativi e ottima longevità
  • La semplicità dell'editor garantirà l'afflusso continuo di contenuti extra

CONTRO

  • Non c'è nulla di originale
  • Alcuni inspiegabili cali del frame rate