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Disonorato con onore

L'avventura di Corvo Attano sbarca su console next-gen con un'edizione che riprende pari pari la GOTY per PC

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   31/08/2015

Annunciata in concomitanza con l'ufficializzazione del secondo episodio, la Definitive Edition di Dishonored è nata con l'intento di offrire anche ai possessori di PlayStation 4 e Xbox One la possibilità di vivere l'avventura di Corvo Attano, guardia personale della regina dell'Impero delle Isole, ingiustamente accusato di aver ucciso la monarca per coprire quello che a tutti gli effetti era un colpo di stato. Fuggito di prigione grazie all'aiuto di un gruppo di lealisti, Corvo desidera scoprire la verità su chi ha organizzato il regicidio e salvare la principessa Emily, rapita dai cospiratori e condotta chissà dove. Per portare a termine la sua missione dovrà coordinarsi con i suoi nuovi alleati e indossare la "maschera dell'assassino", che gli copre il volto per impedire ai nemici di capire chi li stia attaccando. Dicevamo, l'intenzione di Bethesda era chiaramente quella di costruire una base per evitare che Dishonored 2 arrivasse sul mercato senza che tanti utenti conoscessero le origini della storia e le implicazioni legate alla nuova coprotagonista; tuttavia, il metodo utilizzato per realizzare la Definitive Edition è stato quello delle remaster più pigre: un semplice porting della Game of the Year Edition per PC, quella che abbiamo recensito un anno fa.

Dishonored: Definitive Edition è la remaster pigra e svogliata di un gioco ancora oggi godibilissimo

Bonus e malus

A quanto pare Dishonored: Definitive Edition include, oltre alle espansioni, anche tutti i DLC riservati originariamente ai preorder presso diversi retailer. Ciò significa che durante le prime fasi dell'avventura potremo entrare in possesso di una serie di potenziamenti che finiscono per alterare il bilanciamento della difficoltà, donandoci la possibilità di attivare un maggior numero di perk e di entrare in possesso di un bel gruzzolo da spendere in armi e upgrade. Il nostro suggerimento è di far finta di nulla ed evitare quella che alla fine dei conti si rivela essere un'infelice scorciatoia rispetto alla progressione pensata dagli autori, molto meno rapida e quindi capace di dare anche maggiori soddisfazioni.

L'assassino definitivo

Corvo non dispone unicamente di armi convenzionali, ma anche di poteri sovrannaturali che gli vengono donati dal misterioso "Esterno", un'entità che si manifesta subito dopo la fuga dalle prigioni e che regala al protagonista un marchio per controllare tali abilità, tutte potenziabili attraverso l'uso delle rune sparse all'interno dei livelli.

Disonorato con onore
Disonorato con onore

Il repertorio del personaggio finisce dunque per essere composto da un gran numero di alternative, che uniscono l'uso della spada, della pistola e della balestra al potere di teletrasportarsi per brevi tratti, visualizzare la posizione dei nemici dietro le mura, prendere possesso di animali, rallentare il tempo e controllare potenti raffiche di vento. L'impostazione ricorda da vicino quella utilizzata nella serie BioShock, anche se in quel caso i plasmidi avevano quasi tutti una valenza offensiva, mentre nel titolo di Arkane Studios si prestano più che altro alla fase esplorativa e alle meccaniche stealth. Rimane, ad ogni modo, la solidità di un sistema di combattimento molto ben congegnato, che gestisce la mano destra e la sinistra di Corvo attraverso l'uso dei rispettivi trigger, deputando al bumper destro la parata, da attivare nel momento preciso del colpo nemico per un efficace contrattacco. Stupisce inoltre la scaltrezza degli avversari, che in più di un'occasione non si limitano a caricare brandendo la spada, bensì ricorrono a pistole e granate, oppure ci lanciano bottiglie Molotov e usano il whisky su di una fiamma per sputare fuoco. Il risultato è un grado di sfida non indifferente, che rende l'approccio diretto molto meno conveniente di quanto si possa pensare.

Buoni o cattivi?

A proposito di approccio, in Dishonored: Definitive Edition risulta ancora limpida la bontà di un gameplay che evita di incatenarci a una progressione lineare e anzi ci sprona in ogni missione a trovare strade e metodi alternativi. Per fare un esempio banale, il nostro primo incarico sarà quello di assassinare un gran sacerdote corrotto, peraltro intenzionato ad avvelenare una delle poche guardie oneste presenti fra le truppe di Dunwall.

Disonorato con onore

Potremo raggiungere le sue stanze optando per percorsi differenti, agendo in silenzio oppure affrontando frontalmente le sentinelle che controllano il perimetro, e una volta giunti a destinazione avremo modo di procedere sguainando la spada, mettendo a segno un colpo di balestra dalla distanza oppure, furbescamente, scambiando i bicchieri di vino che il sacerdote ha preparato per colpire la sua potenziale vittima. C'è poi un ulteriore, importante elemento che riguarda la nostra condotta: se sceglieremo di intraprendere una strada "sfrontata" e di assassinare un gran numero di persone, alla termine della storia ci attenderà un finale cupo, laddove invece stordendo i nemici o evitando del tutto lo scontro potremo ambire a una conclusione migliore, per un totale di tre varianti principali. Si tratta però solo di alcune delle tantissime possibilità che si apriranno di fronte ai nostri occhi nel corso di una campagna piuttosto lunga, ulteriormente arricchita dalla presenza delle espansioni Le Streghe di Brigmore e Il Pugnale di Dunwall, oltre alle sfide del pacchetto Dunwall City Trials, che porteranno la durata totale del gioco tranquillamente oltre le venticinque ore.

Obiettivi Xbox One

Vista la presenza dei vari DLC, sono ben ottanta gli Obiettivi presenti in Dishonored: Definitive Edition, per un totale di 1640 Gamerpoint. Alcuni di essi si ottengono semplicemente procedendo con la storia ed eliminando determinati personaggi, ma tanti achievement sono invece legati al fattore rigiocabilità e dipendono dalla condotta che scegliamo di tenere nel corso dell'avventura.

Remaster pigra

Sul fronte del gameplay, della struttura e della narrazione, insomma, Dishonored è ancora un gradino al di sopra rispetto a tantissime produzioni recenti, e questa Definitive Edition costituisce senza dubbio un'ottima occasione per recuperare il gioco qualora, per un motivo o per l'altro, ve lo foste persi.

Disonorato con onore
Disonorato con onore

Allo stesso tempo, però, ci troviamo di fronte a un lavoro estremamente pigro per quanto concerne il comparto tecnico, praticamente tradotto pari pari dalla versione PC ma con un'importante differenza: il frame rate bloccato a trenta fotogrammi al secondo anziché a sessanta. Quest'ultima è una performance ottenibile anche su configurazioni di fascia medio/bassa, dunque è evidente come ci sia stato ben poco impegno da parte degli sviluppatori a spingere un motore vecchio e ben rodato come l'Unreal Engine 3 sull'hardware delle console di nuova generazione. In termini di definizione le differenze rispetto a quanto visto su PlayStation 3 e Xbox 360 sono nette, vuoi per la risoluzione portata a 1080p vuoi per la presenza di texture evidentemente più nitide, ma il gioco si trascina dietro mancanze che oggi come oggi risaltano in modo particolare: la piattezza delle superfici, figlia di un'effettistica ben poco sofisticata, e l'uso di animazioni piuttosto legnose, realizzate con metodi ampiamente sorpassati. Insomma, se nel 2012 la forte caratterizzazione artistica salvava il comparto tecnico di Dishonored, tre anni dopo è difficile giustificarlo, specie nell'ottica di una remaster realizzata in questo modo.

Conclusioni

Versione testata Xbox One
Digital Delivery PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
7.9
Lettori (30)
7.6
Il tuo voto

Nell'ampio dibattito che ruota attorno alle sempre più numerose remaster, non è purtroppo possibile inquadrare Dishonored: Definitive Edition come un prodotto tecnicamente riuscito. Avendo a che fare con un motore vecchio e una grafica che già all'epoca non faceva gridare al miracolo, infatti, gli sviluppatori avrebbero dovuto quantomeno ottenere i sessanta frame al secondo e non limitarsi a un lavoro di rimasterizzazione così pigro. È un peccato, ma rimane la bontà di un titolo che ancora oggi offre un gameplay solido e coinvolgente, privo di vincoli e con tante sfaccettature, unitamente a una struttura resa ancora più ricca dalla presenza di tutti i DLC rilasciati finora. Se dunque non avete ancora giocato con Dishonored, questa versione rimane la migliore disponibile su console.

PRO

  • Gameplay ancora validissimo in tutte le sue ramificazioni
  • Struttura particolarmente ricca grazie anche ai DLC
  • Grande lavoro sul lore e sul piano artistico...

CONTRO

  • ...ma la grafica appare datata e la remaster non ha aiutato
  • Caricamenti lunghetti fra una zona e l'altra