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Mani grosse, cervello fino

La Game of the Year Edition di Dishonored offre grande qualità e sostanza in un mix straordinario

SPECIALE di Tommaso Pugliese   —   21/10/2013

Si torna a Dunwall per rivivere la vicenda di Corvo Attano, con la possibilità però di accedere anche ai contenuti scaricabili rilasciati da Arkane Studios dopo l'uscita del gioco, ovvero il pacchetto di sfide Dunwall City Trials, le espansioni in single player Il Pugnale di Dunwall e Le Streghe di Brigmore, e infine il Void Walker's Arsenal, ovvero la sintesi dei DLC bonus ottenibili tramite preorder.

Mani grosse, cervello fino

Se avete letto la recensione del nostro Pierpaolo Greco, saprete già di cosa stiamo parlando e di quali siano le peculiarità della produzione targata Bethesda. All'interno di uno scenario estremamente affascinante, ispirato alla Londra vittoriana dell'Ottocento, vestiamo i panni di una guardia scelta che è stata inviata dall'Imperatrice alla ricerca di una cura per la pericolosa epidemia di peste che dilaga nel regno e che sta uccidendo tantissime persone, specie quelle appartenenti alle fasce più povere della società. Purtroppo la missione non va a buon fine, ma c'è di peggio: quando ci rechiamo dall'Imperatrice, veniamo attaccati da un manipolo di misteriosi soldati e uno di essi, dotato di poteri speciali, riesce a uccidere la reggente. La scena di Corvo con le mani sporche del sangue della donna che avrebbe dovuto proteggere è ghiotta per chi cerca un comodo capro espiatorio, e così l'ormai ex guardia viene ingiustamente accusata di regicidio e imprigionata. Gli eventi insomma, prendono immediatamente una brutta piega, ma qualcuno sembra volerci aiutare: riusciamo a fuggire dalla prigione e incontriamo infine i lealisti, un gruppo di soldati e aristocratici che sembrano sapere chi ci sia dietro questa macchinazione e come contrastarla.

Una Game of the Year Edition che proprio non potete farvi scappare!

Nascosto nell'ombra...

Ormai l'identità di Corvo è nota in tutto il regno, dunque i suoi nuovi alleati forgiano una speciale "maschera dell'assassino" per celargli il volto. Si tratta solo di uno dei tanti gingilli che il geniale ingegnere Piero Joplin costruirà per noi nel corso dell'avventura, chiaramente in cambio di qualche moneta d'oro.

Mani grosse, cervello fino

L'arsenale del protagonista è infatti composto da svariati strumenti, a cominciare da una spada che viene tenuta con la mano destra, per attaccare o difendersi dai fendenti dei nemici, mentre nella mano sinistra si alternano una pistola, una balestra (a dardi normali, esplosivi o soporiferi) ed eventuali armi speciali, come granate esplosive, trappole da piazzare all'interno delle location e una serie di poteri speciali che acquisiamo dopo il primo incontro con l'Esterno, un'entità sovrannaturale che a quanto pare svolge un ruolo ben preciso all'interno di questa vicenda. L'alternanza di armi e poteri ricorda da vicino quanto fatto da Irrational Games con la serie BioShock, anche se le capacità di Corvo sono votate più all'azione stealth che al combattimento. Ricorrendo al marchio sulla mano sinistra, il protagonista può infatti attivare la Visione Oscura, una visuale "spiritica" che ci segnala la posizione dei nemici nello scenario e il loro cono visivo, così da poterlo evitare; la Traslazione, che consente di teletrasportarsi istantaneamente verso altre zone anche quando si trovano in alto; la Possessione, che permette di possedere animali e avversari entrando nel loro corpo per poi ritrovare la forma reale dopo alcuni secondi; la Distorsione, ovvero un rallentamento nello scorrere del tempo che si rivela molto utile quando dobbiamo effettuare eliminazioni in sequenza senza destare allarme; Branco Famelico, il potere di evocare un branco di ratti famelici che attaccano le persone; Ciclone, l'unica capacità speciale fondamentalmente offensiva, che genera forti raffiche di vento, capaci di sbaragliare i nemici.

…o a viso aperto

Si è fatto un gran parlare delle similitudini fra Assassin's Creed e Dishonored, e possiamo dire tranquillamente che per molti versi il titolo di Arkane Studios può essere considerato una versione "in prima persona" della serie Ubisoft, ma con qualche carta in più da giocare sotto il profilo strategico.

Mani grosse, cervello fino

Accennavamo poc'anzi alla volontà degli sviluppatori di spingerci a giocare in modalità stealth, ovvero effettuare le nostre mosse utilizzando spesso e volentieri la Visione Oscura così da evitare lo sguardo dei nemici e aggirarli per raggiungere i bersagli di turno, eliminandoli magari in modo elegante e senza creare pericolosi strascichi. L'alternativa è chiaramente quella di procedere ad armi spianate, ma se tale condotta in Assassin's Creed sarebbe anche fattibile, in Dishonored l'approccio furioso non paga, in quanto il grado di sfida è generalmente elevato, le mosse dei nemici non sono sempre così prevedibili e la gestione dell'energia vitale funziona alla vecchia maniera, ovvero non si ripristina dopo qualche istante. Al livello normale questi elementi non costituiscono che sfumature, ma alzando la difficoltà si tratta di un fattore che è impossibile non tenere in debita considerazione. Che poi ci siano dei problemi è evidente: un soldato nemico si allarma molto rapidamente, il che è anche realistico, e non "dimentica" cosa è successo pochi secondi prima come invece accade nel già citato Assassin's Creed e in Metal Gear Solid. Il punto è che una soluzione di questo tipo non fa che creare situazioni talvolta troppo complicate da gestire, trasformando il tutto in una serie di prove ed errori che ci costringe spesso a ricaricare l'ultimo salvataggio. La presenza di qualche "bug" all'interno di queste meccaniche è comprensibile, tuttavia può lasciare un po' di amaro in bocca (attiriamo un bersaglio in una stanza chiusa, lo eliminiamo ma gli altri se ne accorgono lo stesso?).

Qualità e quantità

Dal punto di vista artistico c'è poco da dire: Dishonored ci presenta uno scenario bello, ispirato, pieno di personaggi molto particolari e ben tratteggiati, disegnati secondo uno stile vagamente caricaturale (vedi le mani enormi) ma sempre molto efficace.

Mani grosse, cervello fino

La resa visiva è però castrata da una generale mancanza di effettistica, che finisce inevitabilmente per "appiattire" ciò che vediamo sullo schermo, nonostante dettaglio e fluidità non manchino e sia possibile far girare il tutto al massimo anche su configurazioni di fascia medio-bassa, senza riscontrare mai particolari cali nel frame rate. Allo stesso modo il comparto sonoro dà l'impressione di non aver espresso appieno il proprio potenziale, visto che da una parte abbiamo buoni effetti e un ottimo doppiaggio in italiano, dall'altra un accompagnamento musicale quasi del tutto assente. Una colonna sonora all'altezza avrebbe di certo contribuito ulteriormente a creare una certa atmosfera, peccato. Nessun dubbio invece sui contenuti di questa Game of the Year Edition: se già l'esperienza standard di Dishonored vanta un'ottima durata, con il monte ore che aumenta sensibilmente se scegliamo di utilizzare sempre l'approccio stealth, attendendo dunque il movimento dei nemici e memorizzandone i comportamenti prima di agire, in questa edizione il tutto si arricchisce grazie all'introduzione delle sfide di Dunwall City Trials e, soprattutto, alle espansioni Il Pugnale di Dunwall e Le Streghe di Brigmore. Queste ultime rappresentano un'interessante variazione sul tema rispetto alla campagna originale, grazie all'introduzione di nuovi personaggi, nuovi poteri e nuovi scenari.

In conclusione...

La Game of the Year Edition di Dishonored corrisponde esattamente a ciò che ci si aspettava da un pacchetto del genere, ovvero uno straordinario mix di sostanza e qualità. Il titolo di Arkane Studios si è distinto come una delle produzioni più interessanti degli ultimi anni, un festival dello stealth che però lascia libero il giocatore di muoversi come meglio crede e di prendere le strade che reputa più opportune per arrivare di volta in volta al proprio obiettivo. Stilisticamente molto ispirato, il gioco non sorprende dal punto di vista tecnico pur offrendo una grafica solida, a maggior ragione fluida anche sulle configurazioni di fascia medio-bassa. L'aggiunta delle espansioni, dal pacchetto sfide ai due DLC più importanti, non fa che rendere ancora più imperdibile l'acquisto per chi finora aveva rimandato il proprio viaggio fra le desolate strade di Dunwall.