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Vita di campagna

Stardew Valley porta Harvest Moon su PC, ma ne amplia la formula

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   07/03/2016
Stardew Valley
Stardew Valley
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Sei cresciuto, sei bene integrato, ma la tua vita è uno schifo. Passi le giornate in un tetro ufficio di una triste multinazionale a fare sempre lo stesso lavoro. Non alzi la testa dalla scrivania per ore e ore, i colleghi sono quantomeno apatici e non ti sembra di avere nessun vero sbocco esistenziale. Sei solo l'ingranaggio di una macchina disumana in cui non conti nulla.

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Ti senti prigioniero di un limbo senza alcuna via di scampo. Senonché tuo nonno ti ha lasciato in eredità una fattoria, sita in un luogo chiamato Stardew Valley. Come si gestisce una fattoria? Chi lo sa; ma la prospettiva di poter cambiare aria, in ogni senso, è una sirena a cui non riesci a dire di no. Quindi lasci il tuo lavoro e parti, senza sapere bene per realizzare cosa. Arrivato sul posto vieni accolto da alcuni dei locali, che si dimostrano subito benevolenti nei tuoi confronti. Qualche chiacchiera di cortesia, i saluti di rito con la promessa di andarli a trovare in paese (un luogo dal nome suggestivo: Pelican Town), quindi rimani da solo dentro la tua nuova casa. È il momento di guardarsi in torno. L'interno non è messo male e ha tutto ciò che ti serve per vivere in maniera confortevole. L'esterno, invece, è un disastro. Il terreno è pieno di erbacce e sassi e le coltivazioni di un tempo sono ormai un vago ricordo. Di animali nemmeno l'ombra, così come di strutture agricole. Manca davvero tutto. Insomma, c'è tanto lavoro da fare per far tornare in attività la fattoria, ma, pensando a ciò che hai lasciato, la cosa non ti dispiace neanche un po'. Questa, a grandi linee, è la storia che fa da sfondo a Stardew Valley, titolo dal successo incredibile che solo su Steam viaggia già ben oltre le duecentocinquanta mila copie vendute, nonostante sia apparso dal nulla. In realtà non è proprio così, visto che lo sviluppatore (il nome ConcernedApe nasconde in realtà una sola persona) e il publisher hanno sfruttato i social network per far conoscere un po' il gioco prima del lancio. Certo, nemmeno loro avevano immaginato che sarebbe stato un tale successo!

Abbiamo recensito Stardew Valley, una delle sorprese PC dell'ultimo periodo

Amore per la terra

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In effetti viene da chiedersi come mai nessuno abbia mai pensato di tentare la formula Harvest Moon su PC. In verità alcuni tentativi ci sono stati, ma sono stati molto timidi e realizzati da team che hanno guardato più all'insulso Farmville che alla bella serie di Marvelous. Marvelous stessa, di suo, non ha mai portato gli Harvest Moon su PC. Probabilmente ha pensato che fossero più adatti alle console portatili, visto il genere di contenuti proposti. Certo, se avessero guardato al mercato PC con un minimo di attenzione avrebbero scoperto che titoli come Farming Simulator, che affronta il mondo dell'agricoltura da un punto di vista più simulativo, vendono sempre molto bene. Avrebbero anche scoperto che con un minimo sforzo potevano abbracciare il filone Minecraft, ossia introdurre un sistema di crafting avanzato nella loro formula, andando a interessare letteralmente milioni di utenti. Ecco, di base Stardew Valley avrebbero potuto realizzarlo loro, perché, nonostante a più di qualcuno possa far sorridere l'idea di interpretare un fattore in un videogioco, i fatti dimostrano che l'interesse del pubblico per le attività agricole c'è ed è davvero grande. In fondo, nonostante qualche cafone sia sempre pronto a offendere il lavoro dei contadini, stiamo parlando dell'attività economica che più di tutte ha garantito all'essere umano di sopravvivere nel corso dei millenni. Dove c'è agricoltura c'è progresso, anche se molti tendono a dimenticarlo.

Harvestdew Valley of the Moon

Ma parlavamo di Harvest Moon. Diciamolo senza ipocrisie: Stardew Valley è in buona parte un clone della serie di Marvelous. Lo è nel tema di fondo che lo caratterizza (la fuga dalla quotidianità per ritrovare nella terra l'essenza della vita), lo è nell'impostazione e lo è in moltissime delle attività che si possono compiere in gioco. Raccontando che prima di poter coltivare bisogna usare il piccone per togliere i sassi, l'accetta per togliere le radici, il falcetto, per tagliare le erbacce e che quindi bisogna dissodare il terreno, piantare i semi e innaffiarli, dandogli poi il tempo di crescere, ci sembra di parlare indifferentemente di entrambi i titoli.

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Anche l'impostazione grafica è molto simile: Stardew Valley è inquadrato dall'alto e offre una grafica in pixel art che ricorda moltissimo lo stile dei giochi di ruolo classici giapponesi, molto usato nelle produzioni indipendenti (ne riparleremo più avanti). Insomma, è giusto dire che ConcernedApe si è fortemente ispirato agli Harvest Moon per il suo gioco, come sottolineano molti critici, ma una volta capito ciò, va anche riconosciuto allo sviluppatore solitario di aver aggiunto moltissimo, creando qualcosa che, se pure non definibile come originale, una sua personalità ce l'ha. Sin da subito, in effetti, veniamo lasciati molto più liberi di quanto avviene nel titolo di Marvelous. Fondamentalmente ci vengono posti tre limiti nel lavoro: resistenza, tempo e risorse. La resistenza misura la stanchezza del protagonista: il lavoro del contadino è bello, ma è faticoso e dopo qualche ora bisogna riposarsi se non si vuole collassare. Il tempo è autoesplicativo: le giornate scorrono veloci e quando arriva la sera bisogna andare a dormire per riposarsi e, soprattutto, per favorire il ciclo della natura. La mattina successiva scopriremo che i semi sono diventati piantine e, con il passare dei giorni, le piantine cresceranno e daranno i loro frutti. Le risorse, infine, sono le materie prime necessarie per realizzare qualsiasi cosa. Se vogliamo costruire una staccionata abbiamo bisogno di legna, se vogliamo migliorare la nostra casa di altre risorse, e così via. Tolti questi fattori, Stardew Valley ci lascia liberi di spendere il nostro tempo come meglio crediamo.

Libertà

In effetti la libertà iniziale rischia quasi di essere spiazzante. Il tutorial non spiega molto e si fatica un po' a comprendere tutte le possibilità offerte. Ossia, cosa bisogna fare per la fattoria è chiaro, ma lo sono meno le molte attività accessorie che fanno da sfondo al tutto, come lo sviluppo dei rapporti interpersonali con gli abitanti di Pelican Town, compresa la possibilità di corteggiarne alcuni. Comunque, non ci vuole moltissimo per comprendere di trovarsi di fronte a un titolo molto più sfaccettato di quel che sembra.

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Intanto però è il caso di tornare alla fattoria. Per sopravvivere bisogna produrre e per produrre bisogna lavorare. Presto quel campo disastrato che avevamo trovato a inizio partita diventerà un gioiello della produzione agricoltura, capace di sostentarci economicamente e di accogliere diverse attività, come dei piccoli allevamenti di bestiame. Volendo potremo anche andare a estrarre materie prime dalla miniera, con cui costruire oggetti e avviare altre attività. Più seguiremo un certo filone, più diventeremo abili sbloccando nuovi progetti per costruire attrezzature e oggetti avanzati, da cui trarremo i profitti maggiori. In effetti vendere materie prime frutta davvero poco ed è meglio darsi all'artigianato o alla produzione di lavorati, come il miele, le marmellate e altro. Le possibilità sono davvero moltissime e francamente mentiremmo dicendo di averle esplorate tutte. Ma il bello di Stardew Valley è anche questo, ossia che la sua apparente semplicità nasconde in realtà un titolo complesso che tiene impegnati per molte ore e che più si svela, più rende chiaro che quello che stiamo attuando è solo uno dei molti possibili modi di far evolvere la fattoria e che ogni attività è a suo modo impegnativa. Non mancano neanche dei misteri: esplorando la mappa si entra anche in contatto con zone chiuse che vanno sbloccate in qualche modo, ma il gioco si guarda bene dal dirci come. Dobbiamo scoprirlo da soli, anche se, come tutto il resto, non è essenziale farlo. Non abbiamo alcun obbligo di esaurire tutti i contenuti.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i7-4770
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
  • Sistema operativo Windows 10

Requisiti minimi

  • Sistema operativo Windows 7 o superiore
  • Processore 2 Ghz
  • Scheda video con 256 mb di memoria video e con il supporto agli shader model 3.0+
  • DirectX 10
  • 2 GB di RAM
  • Spazio su disco 500 MB

Storie

Come accennavamo, oltre all'aspetto economico, Stardrew Valley offre un intero paese con cui fare la conoscenza. Anche in questo caso non bisogna farsi ingannare dalle apparenze, perché gli abitanti di Pelican Town sono molto più interessanti da conoscere di ciò che sembra. Se a uno sguardo superficiale sembrano soltanto i tipici abitanti di una cittadina da gioco di ruolo giapponese, conoscendoli meglio si scopre che hanno tutti delle storie interessanti da raccontarci e da farci vivere. Esplorando e facendo amicizia con le persone, ci si imbatte in tradimenti, tresche, inimicizie, storie romantiche, altre molto tristi e così via.

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Sembra quasi un gioco nel gioco, con una sua progressione precisa: inizialmente non potremo entrare nelle case di nessuno (tranne nella tenda di un barbone), ma prendendo confidenza con i locali saremo benvoluti e avremo maggiore libertà di movimento, che si tradurrà nella possibilità di entrare maggiormente in contatto con la vita di tutti. Anche qui l'ispirazione è evidente: c'è un po' di Harvest Moon, ma anche molto Animal Crossing, pur con una differenza notevole: le storie di Stardrew Valley sono molto più vere. Lì dove nei titoli di Marvelous e Nintendo c'è una grande attenzione a mantenere i toni delle storie dei personaggi molto "puliti", probabilmente perché sono pensati per un pubblico molto giovane, nell'opera di ConcernedApe si va molto più a briglia sciolta e le vite degli abitanti di Pelican Town ne risultano più verosimili. C'è amore, c'è sesso, ci sono rancori, c'è povertà; insomma, ci sono tutti quegli aspetti che solitamente si trovano in una comunità umana. In questo è indubbio che l'allievo ha superato i suoi maestri. Meno riuscito è invece l'aspetto stilistico. Per carità, ci rendiamo conto di trovarci di fronte all'opera di una sola persona, però la grafica, nonostante l'uso intelligente dei colori, richiama troppo gli asset standard di RPG Maker, finendo per frenare un po' l'appeal complessivo. La pixel art del gioco fa delle cose buone, ma altre mancano di personalità. Anche il lato sonoro è davvero anonimo e privo di mordente. Ecco, se dovessimo indicare dove investire per un seguito non avremmo dubbi: nella direzione artistica. Con uno stile generale più peculiare, Stardew Valley potrebbe spiccare il volo e iniziare davvero a guardare dall'alto in basso i titoli che l'hanno ispirato.

Conclusioni

Digital Delivery Steam, GoG, Humble Store
Prezzo 13,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (53)
8.6
Il tuo voto

Stardew Valley è un videogioco fortemente derivativo, ma che riesce a dire la sua perché mette qualcosa di nuovo in ogni aspetto del gameplay. Vasto, sfaccettato e coinvolgente, avrebbe meritato uno stile grafico meno anonimo, nonostante la varietà della palette dei colori utilizzata. Sarà per il seguito. Intanto è impossibile non lodarlo per la quantità e qualità dei contenuti, che riescono ad andare oltre le sue fonti d'ispirazione.

PRO

  • Sistema di gioco ricco e sfaccettato
  • Le meccaniche economiche sono varie e ben costruite
  • Dopo molte ore di gioco ci sono ancora misteri da risolvere

CONTRO

  • Stilisticamente anonimo
  • Estremamente derivativo