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A caccia di fantasmi

Torniamo a vestire panni di Linda nel capitolo mancante di DreadOut che ci mette di fronte a una serie di pericolose sfide

RECENSIONE di Mattia Armani   —   11/04/2016

Keepers of The Dark è un'espansione stand-alone ambientata alla fine del secondo atto di DreadOut, poco prima dello scontro finale. La protagonista è sempre Linda, una studentessa delle scuole superiori che durante la classica gita scolastica si ritrova a vagare per le strade di una cittadina infestata da oscure presenze. Tra un'esperienza traumatica e l'altra, la povera Linda finisce anche nel misterioso Reame degli Specchi, ma il titolo originale non ci dice nulla di quello che accade in questo frangente. DreadOut: Keepers of The Dark colma proprio questa lacuna, catapultandoci di fronte uno strano tizio che pulisce il pavimento di un lungo corridoio dispensando consigli criptici.

A caccia di fantasmi

Entrati in gioco ci ritroviamo circondati da otto porte che conducono ad altrettanti reami ed è qui che la struttura di questa espansione cambia radicalmente rispetto a quella dell'originale, ponendoci a pochi passi da tredici creature pronte a farci la pelle. Ma anche se l'impostazione è diversa, le meccaniche alla base di Keepers of the Dark sono le medesime dell'originale che, come ben sappiamo, è fortemente ispirato a Fatal Frame. Questo significa che la povera Linda si ritrova ancora una volta costretta ad affrontare terribili creature soprannaturali con il solo aiuto di uno smartphone e di una reflex dotata di flash. Per fortuna questi strumenti sono più che sufficienti per bandire gli spettri, a patto di scoprire la specifica strategia che consente di attaccare efficacemente ogni creatura. Keepers of The Dark fa di questa meccanica tutto il suo mondo mettendoci di fronte a una vera e propria compilation di combattimenti soprannaturali che concentra tutta l'azione cerebrale e fisica di DreadOut stravolgendone la struttura, riducendo al lumicino la componente narrativa e togliendo di mezzo l'evoluzione del personaggio. Tutti gli scontri sono a portata di mano e Linda, al contrario di quanto accade in DreadOut, è subito pronta per affrontarli.

DreadOut: Keepers of The Dark rappresenta il capitolo mancante del peculiare horror indonesiano

Sorridi, sei morto

Pur non essendo particolarmente ampi, gli otto reami che ci troviamo a ripulire dal male sono in una certa misura aperti, includono qualche puzzle e ci costringono a un minimo di esplorazione durante la quale è bene tenere occhi e orecchie aperte. D'altronde benché il gameplay culmini nell'atto dello scattare foto, questo vive anche della necessità di capire dove e come muoversi tenendo conto degli indizi sonori, degli aloni colorati che indicano la prossimità di minacce o punti di interesse e di pericolosi imprevisti come cavalieri fantasma che ci caricano a gran velocità.

A caccia di fantasmi
A caccia di fantasmi

In certi frangenti il pulsante dello scatto si trasforma nell'equivalente del grilletto di un Kalashnikov ma in molti casi, come in quello del temibile Kami, per uscire vincitori dallo scontro è necessario capire quando è il caso di puntare l'obiettivo verso il mostro e quando è il caso di guardare altrove. Ovviamente le creature che ci si parano davanti non ci lasciano il tempo di ragionare ma attaccano incessantemente e proprio per questo può rivelarsi piuttosto complicato studiare la situazione mentre la vista diventa sempre più sfocata, il mondo si fa sempre più buio e l'eventualità di una terribile e imminente morte si fa strada nostri pensieri. Quando questa sopraggiunge la destinazione è il limbo che ci costringe a camminare per diversi secondi verso un luce accecante prima di poter tornare all'ultimo checkpoint e riprendere il combattimento con la creatura di turno. Molti hanno apprezzato questa particolarità di DreadOut, che tra l'altro ci costringe a ragionare su quello che stavamo facendo poc'anzi, ma l'obbligo di perdere tempo per rifare ogni volta la stessa cosa può rivelarsi fastidioso in un titolo che, nel caso di nemici particolarmente tosti,si trasforma in una raffica di trial & error. Per fortuna gli scontri con gli spettri sono abbastanza rapidi, almeno una volta comprese le specifiche meccaniche della creatura che stiamo affrontando, anche se lasciarci le penne è parte integrante di un'esperienza che affida gran parte della propria longevità, variabile a seconda dell'impegno e della bravura del giocatore, all'elevata difficoltà. Ciononostante gli sviluppatori hanno deciso di ridurre i danni inflitti dalle creature lasciando maggiore respiro al giocatore. Se da una parte questa scelta rende alcuni scontri piuttosto semplici da affrontare, dall'altra rende il titolo più accessibile al grande pubblico nonostante sia quasi completamente incentrato su un tipo di azione tutt'altro che banale. In ogni caso la componente narrativa non è completamente assente anche se riveste un ruolo secondario ed è necessario avere familiarità con le vicende di DreadOut per poterla comprendere.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Sistema Operativo Windows 7
  • Processore Intel Core i5 4440
  • 16 GB RAM
  • Scheda Video GeForce GTX 780

Requisiti minimi

  • Sistema Operativo Windows 7 64 bit
  • Processore Quad Core 2.4 GHz
  • 4 GB RAM
  • Scheda Video NVIDIA GeForce GTS 450

Requisiti consigliati

  • Sistema Operativo Windows 7 64 bit, Windows 8 64 bit
  • Processore Intel Core i5-2300 o AMD Phenom II X4 940
  • 8 GB RAM
  • Scheda Video GeForce 550 o Radeon HD 7750

L'atmosfera giusta

Frutto del lavoro di un piccolo team indonesiano, DreadOut: Keepers of the Dark poggia sulle stesse modeste fondamenta dell'originale. I poligoni scarseggiano, le strutture sono spartane, le texture anonime e le animazioni lasciano a desiderare. Inoltre le scene di intermezzo sono composte da schermate fisse che ci dicono molto poco e, per finire, solo due degli otto ambienti di quest'espansione sono nuovi mentre gli altri sono tutti riciclati dai tre atti del titolo originale. A stimolare i nostri sensi ci pensano più che altro l'atmosfera, l'utilizzo delle luci e i fantasmi che sono i protagonisti assoluti di Keepers of the Dark.

A caccia di fantasmi

Anche quando il lato tecnico è debole, le creature che ci troviamo ad affrontare possono contare su un buon lavoro di caratterizzazione e realizzazione che è stato effettuato in collaborazione con i maggiori finanziatori della campagna Indiegogo dedicata al DreadOut. Tra feti, teste giganti, ballerine fantasma e manichini pronti ad animarsi all'improvviso, varietà e ispirazione non mancano bilanciando almeno in parte una cosmesi che ci riporta indietro di una decina di anni. Parallelamente il comparto sonoro fa il suo dovere tra risate spettrali e campionamenti che regalano molto all'atmosfera anche se non brillano per varietà al pari della colonna sonora ambient che punta tutto sulle tonalità horror più classiche. Una delle note dolenti la troviamo nel sistema di controllo che viaggia tra il legnoso e il marmoreo. Se con lo smartphone in mano le cose funzionano abbastanza bene, durante la fuga dalle creature che ci inseguono le cose diventano grottesche e non cambiano molto preferendo il pad alla combinazione mouse e tastiera. L'altra nota negativa è la totale assenza dell'adattamento in italiano. Dopo il lancio di DreadOut sono arrivati anche i sottotitoli nella nostra lingua, cosa che ci fa sperare che in futuro arrivino anche per Keepers of The Dark, ma risulta difficile capire perché la traduzione dei menù, implementata nell'originale ormai due anni fa, non sia stata utilizzata in questa espansione.

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 6,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (1)
5.5
Il tuo voto

Per molti un clone povero di Fatal Frame, DreadOut ha saputo conquistare uno zoccolo duro di fan grazie all'impegno profuso nella creazione degli scontri contro gli spettri che in questa espansione rappresentano la quasi totalità dell'esperienza. Per questo, per il prezzo più accessibile e per il maggiore bilanciamento possiamo permetterci di consigliarlo senza troppi dubbi agli estimatori dell'originale, pur sottolineando che si tratta di un titolo modesto che avrebbe bisogno di qualche rifinitura importante.

PRO

  • Incentrato sulla componente più riuscita dell'originale
  • Più accessibile e bilanciato
  • Prezzo allettante

CONTRO

  • Comparto tecnico decisamente debole
  • Movimenti legnosi
  • Solo due degli otto reami non sono riciclati