6

La rivoluzione iraniana

1979 Revolution: Black Friday ci porta per le strade di uno degli eventi storici che ha cambiato il novecento

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   19/04/2016

Anni fa fu pubblicato un piccolo gioco indipendente chiamato The Cat and the Coup che racconta del Dr. Mohammed Mossadegh, il primo Primo Ministro iraniano eletto democraticamente, deposto con un colpo di stato organizzato dalla CIA nel 1953. Il motivo è facile da immaginare: il controllo dei pozzi petroliferi iraniani. Gli storici attribuiscono a quegli anni l'inizio del declino dell'Iran che porterà alla rivoluzione del 1979, con l'esilio dell'ultimo Scià di Persia, Mohammad Reza Pahlavi, e la salita al potere del Khomeinismo, con tutto ciò che ha comportato. 1979 Revolution: Black Friday, tenta di raccontare proprio quei giorni, ma lo fa in modo originale, quantomeno per il medium videoludico.

La rivoluzione iraniana

Lo stile scelto è quello delle avventure alla TellTale, ossia in cui le meccaniche di gioco sono completamente messe al servizio della narrazione. Il giocatore veste i panni del fotoreporter Reza Shirazi che, tornato in Iran dopo aver vissuto in Europa, vuole capire i motivi della situazione politica del suo paese, sull'orlo della rivoluzione. Per farlo si lascia coinvolgere dagli eventi in atto e cerca di raccontarli attraverso le sue fotografie, finendo però per essere strumentalizzato proprio a causa loro. Ma rallentiamo e parliamo del sistema di gioco, che come avrete già capito dalla parola 'Telltale' non è particolarmente complesso. Per la gran parte dei diciannove capitoli che compongono l'avventura, ci viene chiesto di fare delle scelte di dialogo, che alternano lo svolgimento delle sequenze narrative. In alcuni capitoli prenderemo il controllo diretto di Reza per esplorare dei luoghi e scattare qualche fotografia. Ogni fotografia sblocca una scheda che fornisce informazioni sugli accadimenti reali e permette di saggiare il lavoro di ricostruzione storica operato dagli autori. Molte delle fotografie scattate da Reza sono infatti ispirate a quelle che popolavano le cronache dei giornali di quei giorni, sia nei soggetti, sia nelle inquadrature. Oltre alle fotografie, Reza può interagire con alcuni oggetti, sempre ben indicati, per ottenere altre informazioni. Alcune sequenze, infine, sono dei veri e propri QTE, ossia dei filmati interattivi che richiedono la pressione del tasto giusto (indicato a schermo), al momento giusto. Fortunatamente non sono molte e si superano abbastanza agilmente.

Abbiamo recensito un titolo particolare, che ci ha colpiti moltissimo: 1979 Revolution: Black Friday

I molti Iran

Insomma, dalla descrizione del sistema di gioco dovreste aver riconosciuto la matrice Telltale di 1979 Revolution: Black Friday, nonostante l'obiettivo del team di sviluppo sia radicalmente opposto a quello delle opere dello sviluppatore americano. Non sono moltissimi i casi di videogiochi che si sono fatti carico di raccontare la storia. A qualcuno verrà sicuramente in mente qualche strategico tra quelli più impegnativi e curati, ma non è la stessa cosa.

La rivoluzione iraniana

iNK Stories non ha semplicemente usato un fatto storico dell'Iran per costruirci intorno un videogioco, ma ha provato a renderci testimoni di ciò che avvenne. Reza è un personaggio particolare, in un certo senso neutro rispetto a quanto sta avvenendo: è iraniano, ma negli anni prima della rivoluzione non ha vissuto a Teheran. Conosce l'Europa (viene da Parigi), è di cultura occidentale e fa un lavoro, quello del fotografo, che lo porta naturalmente a dover scegliere dove e come guardare. Per questo è il perno perfetto intorno a cui far ruotare il dibattito sulle motivazioni e sui metodi della rivoluzione, ma è anche l'immagine più forte di un popolo che non vuole essere sempre e solo associato con l'oscurantismo religioso e vuole far capire al mondo che, nonostante le imposizioni del regime, prima di quello sciagurato ventennio l'Iran era un paese moderno, anche nei costumi. Per dimostrarlo iNK Stories non lesina di far trovare al giocatore dei documenti d'epoca, tutti rigorosamente autentici, come una serie di filmati amatoriali che mostrano la famiglia di Reza immersa in una quotidianità fatta di feste da ballo, gonne corte, giornate al mare o passate in campagna. Apparentemente si tratta di aggiunte superflue, ma non lo sono, perché arricchiscono enormemente lo sfondo contro cui si staglia la storia narrata.

Tè senza pasticcini

1979 Revolution: Black Friday è un titolo profondo, particolare nella scelta di ciò che racconta, ma universale nel saper mettere in scena dinamiche e contrasti che accomunano tutta l'umanità.

La rivoluzione iraniana

Certo, ci personaggi più riusciti, come il torturatore, e altri meno, come alcuni dei rivoluzionari, ma è il quadro generale a essere particolarmente convincente. Vero però che qualche difetto può infastidire. Ad esempio l'inizio di un filmato interattivo è stato piazzato proprio nell'attimo esatto in cui bisogna dare un certo input, con tutte le complicazioni del caso, mentre stona un po' con la coerenza narrativa il fatto che il protagonista possa morire in talune occasioni, visto che l'intera vicenda viene narrata da lui. Alcune situazioni potevano essere gestite invece in modo diverso e risultare lo stesso efficaci. Facciamo un esempio: in uno dei capitoli iniziali un personaggio particolarmente fetido ci offre un tè. Sembra un'azione innocente ma il gioco ci chiede se berlo o no. Solo dopo aver preso la nostra decisione ci viene fornita una scheda che ci spiega il valore dell'offerta del tè in Iran e quello di un suo eventuale rifiuto. Insomma, vi confessiamo che, essendo a digiuno della cultura iraniana, per effettuare delle scelte più coscienti, abbiamo dovuto finire il gioco due volte per avere prima ragguagli su alcuni degli eventi (tanto non è lunghissimo, quindi nessun problema).

Occhi espressivi

Tecnicamente 1979 Revolution: Black Friday se la cava, almeno se lo prendiamo per quello che è: una produzione indipendente molto coraggiosa.

La rivoluzione iraniana

Certo, alcuni modelli 3D non sono il massimo e hanno dei dettagli leggermente sballati: soprattutto gli occhi sembra a volte che stiano per schizzare fuori dalle orbite dei personaggi. Niente di drammatico e, partendo dal presupposto di non trovarsi a giocare con un tripla A, si finisce presto per non prestare più molta attenzione a queste inezie. Un difetto più significativo è il modo in cui viene gestito l'atto di fotografare, molto frequente lungo tutta l'avventura. Invece di simulare una macchina fotografica vera e propria, è stato creato una specie di minigioco: nella parte bassa dello schermo si trova una barra dell'esposizione fasulla, su cui corre un indicatore. Tutto quello che bisogna fare per ottenere un buono scatto è premere il tasto azione nel momento in cui l'indicare passa per il centro della barra. Sicuramente è un sistema semplice e immediato, ma altrettanto sicuramente si poteva fare qualcosa di più per simulare uno dei gesti più determinanti dell'avventura, che così risulta poco incisivo. Meglio sarebbe stato lasciare al giocatore l'onere di fare l'inquadratura e scattare, per rende il tutto più naturale. Sarà per il prossimo titolo.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i7-4770
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
  • Sistema operativo Windows 10

Requisiti minimi

  • Sistema operativo Windows 7 SP1
  • Processore Dual core 2 Ghz
  • Scheda video Scheda ATI o NVidia con 512 MB RAM
  • 2 GB di RAM
  • Spazio su disco 5 GB

Requisiti consigliati

  • Sistema operativo Windows 10
  • Processore Dual core 2.4 Ghz
  • Scheda video Scheda ATI o NVidia con 1024 MB RAM
  • 4 GB di RAM

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 11,99 €
Multiplayer.it
8.3
Lettori (5)
6.8
Il tuo voto

1979 Revolution: Black Friday è un'esperienza particolare, che i videogiochi non offrono tutti i giorni. Affronta dei temi difficili da digerire e non ha elementi di richiamo per il grande pubblico, ma vale la pena provarlo, soprattutto se si è alla ricerca di qualcosa di nuovo e se si crede che il medium videoludico possa essere usato anche per racconti maturi e importanti, che affrontino di petto la realtà e permettano al fruitore di comprenderla meglio.

PRO

  • Ricostruzione storica eccellente
  • Originale nei contenuti
  • Personaggi ben caratterizzati

CONTRO

  • Qualche ingenuità realizzativa