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Furi, recensione

Furi, il nuovo titolo di The Game Bakers, miscela sapientemente sfida, narrazione e diversi approcci al gameplay

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   05/07/2016

Autori dell'ottima serie mobile Squids, gli sviluppatori di The Game Bakers si confrontano per la prima volta con il mercato PC e console, e il loro titolo d'esordio dimostra fin dalle battute iniziali un certo grado di ambizione. Protagonista di Furi è infatti un personaggio misterioso, una sorta di samurai cosmico che viene liberato da una prigionia che dura da chissà quanto tempo grazie all'intervento di uno strano tizio vestito da coniglio, che riporta alla mente il "messaggero onirico" di Donnie Darko e che, allo stesso modo, sussurra frasi criptiche sulla possibilità di fuggire solo una volta sconfitti alcuni potenti guardiani.

Furi, recensione

Il primo è il nostro carceriere: un guerriero possente, dotato di tre maschere che ricordano il teatro Kabuki e che si alternano sul suo volto come se fossero dotate di vita propria e corrispondessero ognuna a un differente stato d'animo. Il duello che segue funge da tutorial per il gameplay del gioco, che si divide in due fasi: la prima assume i connotati di un twin stick shooter in cui si combatte generalmente dalla distanza, sparando verso il nemico con una pistola laser ed evitandone i colpi eseguendo degli scatti fulminei o una parata istantanea, che va dunque attivata con un certo tempismo per essere efficace; la seconda ha i tratti di un hack'n'slash in cui il protagonista tira fuori la spada ed effettua spettacolari scambi con l'avversario, anche qui cercando di intercettarne le manovre schivandole o parandole, con l'obiettivo di aprire la difesa del nemico per mettere a segno una combo e svuotare una delle molteplici barre dell'energia di cui è dotato. A ogni barra corrisponde un diverso pattern di attacco e tutti vanno memorizzati per poter avere qualche chance di vittoria, il che significa che l'esperienza di Furi costruisce la propria durata sostanzialmente sull'apprendimento, sulla prova e l'errore, sulle poderose bestemmie che emetterete a ogni sconfitta sul filo del rasoio, con la costante tentazione di abbassare notevolmente il livello di sfida e superare agilmente tutti i boss. Peccato che in tal modo si perda completamente il senso di questa produzione: non fatelo, anche perché rinuncereste alla modalità Furiosa e allo Speedrun.

Furi è un titolo di grandissimo impatto, capace di offrire una sfida vera, coinvolgente e appassionante

La direzione innanzitutto

I personaggi di Furi sono stati disegnati da Takashi Okazaki, l'autore di Afro Samurai, e il suo tocco si estende probabilmente a tutta una serie di idee che riguardano la direzione artistica del gioco, davvero solida e avvincente. Fra un boss fight e l'altro, infatti, il nostro personaggio cammina attraverso scenari assolutamente improbabili, alcuni dei quali davvero ispirati e originali, dirigendosi verso il portale che lo condurrà al duello successivo, nell'ottica di un percorso che si dipana attraverso una decina di satelliti.

Furi, recensione

Questa fase del gioco è fondamentalmente passiva, tanto che è possibile optare per un movimento automatico e concentrarsi sulle parole del nostro misterioso accompagnatore, che mano a mano ci rivelerà qualche tassello in più sui motivi dietro la nostra prigionia. Ci sono almeno tre finali differenti per l'avventura, che in assoluto non vanta una durata incredibile (teoricamente la si potrebbe completare in un paio d'ore) ma resiste appunto per via della necessità di apprendere i pattern di attacco di ogni boss, organizzando le contromosse appropriate e cercando di non perdere mai la concentrazione. Se i nemici dispongono di varie barre dell'energia, da quattro a sei, noi ne abbiamo infatti solo tre, e ogni volta che ne perderemo una dovremo ricominciare l'ultima fase del duello da capo. L'approccio scelto dagli autori sembra spietato, ma in realtà capita raramente che un game over dipenda da mancanze che non siano le nostre. È tuttavia importante comprendere determinati meccanismi, come la già citata natura istantanea della parata (che se ben eseguita ci permette di recuperare un po' di energia) e il fatto che lo scatto, fondamentale per schivare tutta una serie di attacchi, parta nel momento in cui lasciamo il pulsante X anziché quando lo premiamo, per via della possibilità di caricare la manovra.

Trofei PlayStation 4

I trentaquattro Trofei di Furi si ottengono naturalmente sconfiggendo tutti i boss presenti nel gioco, ma anche completando una serie di missioni basate sulle manovre di attacco e di difesa. Si sbloccano importanti achievement accedendo ai diversi finali e cimentandosi poi con le modalità che diventano accessibili una volta completato lo story mode al grado di difficoltà medio.

Un'esperienza esaltante

Furi non è il primo action game basato su di una sequenza di boss fight, anzi giocare con il titolo di The Game Bakers ci ha riportato alla mente l'affascinante lore di Malicious, che peraltro potrebbe tornare con un nuovo episodio.

Furi, recensione

La costruzione dell'esperienza è tuttavia incredibilmente solida, sia per il concetto già espresso di una durata che si mette al servizio dell'apprendimento, dei tentativi falliti e infine della soddisfazione di una vittoria conquistata con le unghie e con i denti, fra duelli velocissimi e sessioni sparatutto in pieno stile bullet hell, in cui lo schermo è completamente pieno di proiettili d'energia ed evitarli sembra un'impresa impossibile; sia per una direzione esaltante, che riesce a enfatizzare al massimo una grafica in cel shading non sempre inappuntabile e anzi talvolta grossolana, ma capace di offrire scorci evocativi, misteriosi, affascinanti. Gli stessi boss, vere figure di riferimento per il gioco, vantano un design molto riuscito e ricco di personalità, a parte due o tre casi. E poi, be', c'è un maestoso comparto audio, caratterizzato da una narrazione intensa e piena di carattere, sottotitolata in italiano, ma soprattutto da una colonna sonora straordinaria, firmata da un set di artisti piuttosto celebri, che rimane in testa, sottolinea in modo eccellente le fasi "lente" e quelle più concitate dell'esperienza, rappresentando peraltro uno dei pochi motivi validi per rigiocare le "camminate" che portano il personaggio da uno stage all'altro: sequenze di grandissimo impatto sulle prime, anche grazie alle inquadrature fuori di testa, ma declassate negli stint successivi a un purgatorio di lungaggini.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery Steam, PlayStation Store
Prezzo 24,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (52)
8.0
Il tuo voto

Furi è un titolo di grandissimo impatto. Una sfida vera, coinvolgente e appassionante, che viene raccontata come meglio non si potrebbe grazie a una direzione molto "giapponese", con tante sequenze esaltanti e un gameplay solidissimo, dotato di due volti che spesso e volentieri si intrecciano, specie nelle fasi finali dell'avventura. Una sequenza di boss e frasi criptiche, si potrebbe dire, che vi renderà furiosi tanto quanto vi renderà felici, a maggior ragione se siete abbonati a PlayStation Plus e avete dunque la possibilità di scaricare il gioco gratuitamente. Un gioiello.

PRO

  • Direzione straordinaria
  • Colonna sonora da applausi
  • Gameplay solido, impegnativo, sfaccettato

CONTRO

  • Di per sé non è lunghissimo
  • Sa essere molto frustrante
  • La grafica tradisce qualche semplificazione