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Uno spazio meno immenso

I Three One Zero sono stati in grado di eseguire un port perfetto di ADR1FT su PlayStation 4?

RECENSIONE di Aligi Comandini   —   01/08/2016

Forse sarà stato per il coinvolgimento di Adam Orth dopo la sua cacciata da Microsoft più che per il talento del team di sviluppo, ma di ADR1FT si è parlato in lungo e in largo. Di rado un titolo minore ha una tale risonanza mediatica nell'ambiente dopotutto, e poco importa che sia incredibilmente ispirato o artisticamente affascinante.

Uno spazio meno immenso

No, qua a interessare era ovviamente la vicenda umana di Orth, seguita dalla sua rinascita sotto forma di sviluppatore e supportata dalla sua volontà, assieme a un gruppo di programmatori, di andare ad arricchire quel settore di videogame "impegnati" che viene spesso trascurato dalle testate in favore dei blockbuster. La stampa era quindi pronta ad alzare le mani davanti alla scoperta di un nuovo, imprevedibile gruppo di geni, o a puntare il dito su un altro paria, reo di aver usato la sua (negativa) fama per dare vita a un obbrobrio. Invece, contro le aspettative, è stato praticamente impossibile per chiunque passare dall'una all'altra banderuola: ADR1FT si è infatti rivelato un prodotto dal grande impatto visivo e un interessante esperimento nel campo della VR, ma dal punto di vista puramente ludico... è risultato mediocre. Tra chi lo ha salvato per il suo comparto tecnico e chi lo ha bollato come fallimento poco divertente, non si sono dunque mai viste reazioni realmente eclatanti e l'attenzione nei confronti del progetto è rapidamente scemata. Adesso però arriva la versione PlayStation 4, pronta a farlo conoscere a un nuovo pubblico. Sarà migliorato sensibilmente rispetto alla versione PC, o ci troviamo per le mani un gioco altrettanto moscio?

ADR1FT è arrivato su PlayStation 4, ma è un viaggio stellare non privo di problemi

Still floating

Rispolveriamo rapidamente le basi, per chi non ha idea di quale gioco stiamo parlando. ADR1FT è un titolo appartenente al filone di Gone Home, Journey o Firewatch, ma dove invece di camminare e godersi narrativa e/o paesaggio si fluttua a gravità zero. Voi siete Alex Oshima, astronauta a capo di una avanzatissima stazione spaziale coinvolta in un disastroso incidente, che ha lasciato la struttura orbitante in pezzi.

Uno spazio meno immenso

Con tutti i vostri compagni già confermati morti, dovrete raccogliere le registrazioni sparse per la devastata struttura in modo da avere un quadro più preciso della situazione e capire esattamente cos'è accaduto. Ora, andare a riesaminare nel dettaglio le meccaniche è inutile, anche perché sono estremamente semplici: ADR1FT è già stato ampiamente criticato per la sua lentezza e per la sua unica meccanica survival, una carenza di ossigeno che costringe la protagonista a raccogliere contenitori fluttuanti durante l'esplorazione per non soffocare. La velocità di movimento è molto scarsa anche in questa versione PlayStation 4, mentre gli attacchi all'indicatore legato alle bombole d'ossigeno sono stati a nostro parere un po' eccessivi (la meccanica viene criticata perché limita l'esplorazione, ma dopo la prima fase una modifica alla tuta migliora nettamente le scorte d'aria, rendendo il tutto quasi trascurabile). Gli sviluppatori hanno inserito tale elemento a mo' di "limite forzato" per evitare che il giocatore uscisse eccessivamente dal seminato e al contempo allo scopo di mantenere elevata l'angoscia, ma - esattamente come avevamo già scritto nella recensione PC - hanno parzialmente fallito, sfornando un titolo che diventa tedioso dopo poco nonostante il suo notevole impatto artistico. Su PlayStation 4, come prevedibile, nessuno di questi elementi è stato ritoccato, quindi il valore di ADR1FT rimane per noi invariato a livello di gameplay. C'è però una mancanza piuttosto pesante per il progetto di Orth e i suoi sulla piattaforma Sony.

Crashing in space

Stiamo chiaramente parlando dell'assenza di visori VR, al momento, su PlayStation 4. Gran parte dell'appeal di ADR1FT in fondo risiede nell'essere pensato attorno alla realtà virtuale, ed effettivamente essere "dentro" il disastro della stazione spaziale è un'esperienza notevole per la prima ora di gioco.

Uno spazio meno immenso

A questo punto voi giustamente direte "ragazzi, Playstation VR sta per arrivare", ma il visore Sony non potrà risolvere un problema piuttosto grave di questo port: il frame rate basso. ADR1FT su PC era già un gioco difficilmente gestibile per persone non dotate di uno stomaco di ferro; noi, e molti nostri colleghi, dopo a malapena mezz'ora di gioco eravamo piuttosto sottosopra, e tutto ciò con un frame rate elevato e stabile. Su PlayStation 4 ADR1FT gira a 30 fotogrammi al secondo, con qualche scatterello. Vi lasciamo immaginare cosa potrebbe accadere se lo si giocasse con un visore. Questa versione del gioco perde quindi qualunque appeal per gli amanti dei visori VR, ed è già un colpo piuttosto pesante per un esperimento del genere, che ben poco ha da dire dal punto di vista del gameplay e non brilla eccessivamente da quello narrativo (la storia di base è interessante e ha una chiusura lodevole, ma è davvero difficile provare empatia per i personaggi messi in campo, nella consapevolezza che sono già morti e che comunicano sotto forma di "testimonianze" piuttosto banali). In più, il titolo pare piuttosto instabile: graficamente il livello di dettaglio è notevole, e certe scene rimangono uno spettacolo per gli occhi, ma ci è capitato più volte di incappare in fastidiosissimi crash, che ci hanno costretto a ripetere alcune sezioni molto lente. Non dubitiamo che arriveranno patch correttive, tuttavia è abbastanza evidente come il test non sia stato fatto alla perfezione sul titolo. Anche a livello contenutistico, infine, non abbiamo notato cambiamenti, a parte la presenza da subito dell'Eva Free Mode che era stato aggiunto successivamente alla versione PC.

Conclusioni

Multiplayer.it
5.8
Lettori (3)
4.8
Il tuo voto

In questa versione PlayStation 4, ADR1FT perde una delle sue poche caratteristiche davvero positive, ovvero il fatto di essere un curioso esperimento costruito attorno alla VR. Anche in seguito all'arrivo del visore Sony, infatti, le sue limitazioni tecniche impedirebbero di godersi l'esperienza "dall'interno". Ad aggravare la situazione, poi, degli inspiegabili crash, che seppur non frequentissimi hanno reso ancor più lenta e tediosa l'esperienza. Se siete interessati al progetto aspettate una patch, ma tenete a mente che si tratta di un titolo dal ritmo spaventosamente compassato, la cui ispirata ambientazione potrebbe non bastare a catturarvi.

PRO

  • Rimane a tratti splendido
  • Trama di fondo interessante, con tematiche non banali

CONTRO

  • Lentissimo e tedioso dopo poco
  • 30 fotogrammi al secondo su PlayStation 4 con qualche scatto
  • Crash che infastidiscono parecchio