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Belle e bulli

Sbarca su Steam la più recente versione del picchiaduro a incontri tratto dalla serie RPG Shining

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   01/08/2016
Blade Arcus from Shining: Battle Arena
Blade Arcus from Shining: Battle Arena
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È passato un bel po' di tempo dal debutto di Shining in the Darkness su Mega Drive: prodotto da SEGA e sviluppato da Climax Entertainment, il dungeon crawler è arrivato anche da noi nel 1992, conquistando il pubblico degli appassionati di RPG e creando le basi per un lungo sodalizio con le piattaforme dell'azienda giapponese.

Belle e bulli

Con il passaggio sulle console Nintendo prima e Sony poi si è verificata purtroppo la scomparsa del franchise dal panorama europeo, e non è un caso che lo spin-off che ci accingiamo a recensire, Blade Arcus from Shining: Blattle Arena, abbia fatto il proprio debutto occidentale su Steam anziché nella versione PlayStation 4, pubblicata in Giappone lo scorso novembre ma probabilmente destinata a non arrivare mai nei negozi italiani. Impreziosito dagli splendidi artwork di Tony Taka, al lavoro sulla serie fin dagli episodi usciti su PSP a partire dal 2010, il gioco è un picchiaduro a incontri di stampo tradizionale, che riprende alcuni dei personaggi più celebri della versione RPG e li fa combattere per la conquista di sette sfere magiche: chi riuscirà a impossessarsene potrà veder realizzato un qualsiasi desiderio. Vi ricorda qualcosa, vero? Il cast è certamente variegato: c'è l'immancabile ragazzo che sfida le convenzioni per diventare più forte, la guardiana saggia e innamorata, la donna-gatto, la piratessa, l'Elfa armata di arco, il samurai, la "maga" che combatte con l'ombrello e così via.

Blade Arcus from Shining: Battle Arena è un picchiaduro di discreta fattura, piacevole ma generico

Squadra che vince...

A livello strutturale, Blade Arcus from Shining: Battle Arena non rivoluziona in alcun modo il genere: dalla schermata di avvio è possibile accedere allo story mode, fare pratica con personaggi e mosse, consultare il manuale elettronico, affrontare un amico in multiplayer locale oppure un qualsiasi altro utente online, creando una stanza o cercandone una.

Belle e bulli
Belle e bulli

Abbiamo atteso alcuni giorni prima di pubblicare la recensione del gioco proprio per sperimentare il multiplayer competitivo, che rispetto alla componente single player vanta un extra di non poco conto, ovvero la possibilità di cambiare personaggio nel mezzo del match come nei beat'em-up "a squadre". Sulle prime la qualità della connessione era altalenante, poi è stato rilasciato un fix che ha sistemato il problema e la situazione è sostanzialmente migliorata, ma rimane ancora piuttosto difficile trovare degli avversari negli orari "italiani", dunque quest'aspetto dell'esperienza non contribuisce più di tanto alla valutazione del prodotto. Torniamo così alla campagna, che ci mette a disposizione un roster composto da sedici personaggi, ognuno con una propria storia e un differente "desiderio" che potrà avversarsi al termine dell'avventura, una volta sconfitto anche l'ultimo avversario. Isaac, che rappresenta il boss finale (o quasi) dello story mode, è anch'esso presente nel roster di questa edizione, più avanzata rispetto a quella per le console Sony che in occidente, come già detto, potrebbe non arrivare mai. L'illustratore Tony Taka ha fatto un ottimo lavoro di caratterizzazione visiva, coadiuvato da predisposizioni diverse per ogni combattente: ci sono quelli più bilanciati, che riescono a esprimersi al meglio in qualsiasi contesto, così come quelli che necessitano di costruire un po' di distanza con gli avversari per poter essere efficaci oppure, viceversa, rendono solo da vicino. I controlli vedono la presenza di tre attacchi (leggero, medio, pesante) che fungono da modificatori per le mosse speciali, come da tradizione, un tasto per l'assist e varie combinazioni che servono per sferrare veri e propri "focus attack" e contrattacchi. Quasi tutte le super si eseguono con la doppia mezzaluna, e ogni personaggio ne possiede due, solitamente una di tipo offensivo e una di tipo difensivo, capaci di infliggere danni ingenti all'avversario.

Il clone del mio clone è mio clone

I meccanismi che regolano il single player di Blade Arcus from Shining: Battle Arena sono peculiari, in quanto ci viene chiesto di selezionare in partenza due combattenti anziché uno solo, ma è possibile passare da un personaggio all'altro solo al termine di ogni round e non nel mezzo dell'azione: in tale frangente l'intervento del nostro compagno è possibile unicamente secondo i vincoli di un attacco di supporto.

Belle e bulli

Di default il match viene vinto da chi si aggiudica tre round invece di due, ma dalla schermata delle opzioni è possibile modificare tali valori e velocizzare in modo sostanziale le cose, inserendo il singolo round (vanificando in tal modo la presenza del secondo guerriero) e approfittando di un grado di sfida davvero banale (al livello Normal) per assistere nel giro di pochi minuti a tutti i finali. Il bilanciamento della difficoltà del gioco lascia infatti a desiderare ed è d'obbligo selezionare quantomeno il livello hard per rendere interessanti gli scontri. C'è tuttavia anche un problema di personalità che sulle prime ci ha fatto tornare indietro di vent'anni, quando nelle sale giochi si sprecavano i cloni di Street Fighter II, sebbene pochi fra essi (solitamente i titoli SNK) vantassero un minimo di carisma. Il design dei personaggi messo a punto da Tony Taka è eccellente, come già detto, e gli artwork sono un gran bel vedere, ma nel concreto le differenze fra un combattente e l'altro sono poche e si perdono nell'alternanza di mezzelune e attacchi caricati, senza che fattori come stazza, velocità d'esecuzione e agilità influenzino il gameplay, sebbene le citazioni dai più celebri picchiaduro si sprechino (vedi lo zoom durante la scarica di calci di Pairon, chiaro omaggio ad Art of Fighting, o le spade che si rifanno a Guilty Gear). Dal punto di vista grafico è stato fatto un lavoro discreto, ma i modelli poligonali non vantano il dettaglio necessario per rendere giustizia al fan service, alcune animazioni lasciano a desiderare e diversi scenari risultano generici. Niente da dire invece sulle musiche, molto belle e capaci di accompagnare in modo entusiasmante l'azione.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: AMD FX 8320 @ 4 GHz
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 970 Jetstream
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 10

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core 2 Duo da 2 GHz
  • Scheda video: compatibile con OpenGL 3.1
  • Memoria: 4 GB di RAM
  • Hard disk: 4 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 7, Windows 8.1, Windows 10

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 22,39 €
Multiplayer.it
6.5
Lettori
ND
Il tuo voto

Blade Arcus from Shining: Battle Arena è un picchiaduro a incontri di discreta fattura, piacevole da giocare e relativamente solido in termini di gameplay, ma anche piuttosto derivativo quando si tratta di stili di combattimento e repertori di mosse. Gli eccellenti artwork di Tony Taka, le ottime musiche e qualche acuto sul fronte grafico si alternano ad animazioni fluide ma talvolta bruttine, modelli poligonali poco valorizzati in alcuni ambiti e un grado di sfida davvero banale al livello Normal, che sminuisce ulteriormente la povertà di contenuti di un prodotto fortunatamente proposto a un prezzo popolare, vista l'attuale promo al 20%. Se conoscete il franchise e i suoi personaggi, e avete voglia di un picchiaduro tradizionale, dategli un'occhiata.

PRO

  • Splendidi artwork, buona varietà visiva
  • Gran belle musiche
  • Gameplay solido e piacevole...

CONTRO

  • ...ma piuttosto derivativo
  • Sfida banale, pochi contenuti
  • Online scarsamente popolato