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Noi siamo DedSec

Watch Dogs 2 si presenta con nuovi personaggi, nuove ambientazioni e nuove meccaniche. Ci è piaciuto?

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   14/11/2016

Quando ha fatto il proprio debutto, due anni e mezzo fa, Watch Dogs ha portato un bel po' d'aria fresca nel panorama degli action game a base sandbox. Si trattava naturalmente del tentativo da parte di Ubisoft di creare un proprio Grand Theft Auto, introducendo però tematiche differenti e legate a doppio filo con il gameplay, nella fattispecie il mondo degli hacker, le smart city con tutte le loro contraddizioni e un protagonista, Aiden Pearce, che agiva per vendetta: stanco, provato dalla vita, abbandonava le proprie consuetudini per perseguire un unico scopo, e cioè annientare i responsabili della morte di sua nipote. Certo, cercando anche di ripulire la società dalle mele marce nel frattempo. Un punitore spietato, insomma, che utilizzava la tecnologia a proprio vantaggio per controllare veicoli, semafori, telecamere e naturalmente computer. Quel mix di narrazione, atmosfere e gameplay ha funzionato, consentendo a Watch Dogs di imporsi come il gioco più venduto di sempre al day one nella storia di Ubisoft. Sorprende dunque che per questo secondo episodio la casa francese abbia pensato di cambiare praticamente tutto: abbiamo un nuovo protagonista, Marcus "Retr0" Holloway, ventiquattrenne tanto abile negli hacking quanto dotato atleticamente; una nuova ambientazione, rappresentata dalla Bay Area di San Francisco, grande il doppio rispetto alla Chicago del capitolo d'esordio; nuove meccaniche legate alle violazioni informatiche, arricchite anche dall'introduzione di due diversi droni; e, soprattutto, un approccio alla narrazione molto diverso, che abbandona le atmosfere gravi del gioco originale per proporre qualcosa di decisamente più frivolo e scanzonato.

Watch Dogs 2 è un gioco molto diverso rispetto al primo episodio, ricco e divertente nonostante la trama

Che gruppo speciale

L'incipit di Watch Dogs 2 vede Marcus intento a cancellare i propri dati personali dai server del ctOS come "battesimo del fuoco" per entrare a far parte del DedSec di San Francisco e unirsi dunque a un gruppo che include Sitara, un'abile street artist ben più saggia dei suoi anni; Wrench, un tipo decisamente strano, che indossa sempre una maschera dotata di un display LED per comunicare il suo stato d'animo; Josh, timido e taciturno ma dannatamente abile coi computer; e Horatio, di giorno dipendente di Dudle (versione fittizia di Google), di notte hacker giustiziere.

Noi siamo DedSec

La storia ruota attorno a come la Blume Corporation stia utilizzando il ctOS 2.0 e il celebre social network Invite (aka Facebook) per manipolare le persone, carpire le loro informazioni e finanche influenzarne il voto. Lo stesso Marcus è stato anni prima vittima del sistema, accusato ingiustamente di crimini che non aveva commesso solo perché il software della potente multinazionale lo reputava capace di compierli. Il gruppo DedSec si oppone a queste tecniche aggressive di profilazione lanciando una propria app e invitando i suoi follower a condividere capacità computazionale per consentire la violazione dei server della Blume e rivelare così la verità sul suo operato. Ora, se uno dei difetti del primo Watch Dogs era il mancato approfondimento dei comprimari, possiamo dire tranquillamente che il sequel pone rimedio a tale mancanza e tratteggia piuttosto bene i compagni d'avventura di Marcus, forse anche più di quanto non faccia con lui. Il problema è che però la trama rimane sempre piuttosto inconsistente: si verifica un particolare evento dopo la prima metà della campagna, ma siamo molto distanti dalle motivazioni di Aiden. L'atmosfera è generalmente scanzonata, pensata per un pubblico preciso, e sebbene alcune cutscene strappino un sorriso c'è il concreto rischio che una parte dell'utenza non si riconosca in questi personaggi, che alla fine dei conti combattono il male con il male: si procurano denaro trasferendolo dal conto corrente di persone a caso, rubano veicoli per strada, leggono messaggi e ascoltano telefonate private, e spesso e volentieri si scontrano con la polizia.

Impatto duro

Sebbene l'impianto di Watch Dogs 2 rappresenti la naturale evoluzione delle meccaniche viste nel primo episodio, l'impatto iniziale con il gioco non è dei migliori e serve un po' di tempo per capire dove gli sviluppatori vogliano andare a parare. Anche qui c'è una grande enfasi sullo stealth e si sono moltiplicate le possibilità per Marcus di attivare la "visuale tattica" per sfruttare tombini, motori e dispositivi elettronici a proprio vantaggio, trasformandoli in cariche stordenti, togliendo di mezzo in tal modo un bel po' di nemici prima ancora di recarsi personalmente sul luogo di una missione.

Noi siamo DedSec
Noi siamo DedSec
Noi siamo DedSec

In tal senso i due droni giocano un ruolo fondamentale: il Jumper, dotato di ruote e di una molla per spiccare balzi, consente al protagonista di completare anche hacking fisici e risulta dunque tremendamente comodo per portare a termine compiti rischiosi, magari all'interno di un ufficio pieno di guardie; il Quadricottero non vanta tali caratteristiche, ma si rivela davvero utile per carpire codici d'accesso al volo (letteralmente) ed effettuare una ricognizione dei luoghi per individuare minacce e punti strategici. Possiamo dire che il comportamento dei nemici non è banale, e anzi il grado di sfida è abbastanza significativo, specie nelle fasi avanzate o in determinate side quest, tanto che vi troverete a doverle ripetere più volte. Riuscire in un'impresa apparentemente impossibile produce grande soddisfazione, così come comprendere il modo in cui si può raggiungere un determinato punto o violare un sistema. Abbiamo trovato i meccanismi legati alle trappole molto divertenti e ben implementati, una sorta di variazione strategica che trova terreno fertile soprattutto in alcune missioni secondarie, quando ci viene fornito uno schema di quella che sarà la situazione da lì a pochi minuti e dovremo preparare la location al meglio per far fronte alle minacce. Belli anche i puzzle "a circuito" in cui bisogna condurre l'energia lungo un percorso per accedere a un dispositivo, regolando le varie diramazioni e sbloccando nodi per far giungere il segnale a destinazione. Va inoltre fatto un plauso alla qualità e alla varietà delle missioni, senza distinguere fra principali e secondarie: al di là delle sortite nelle basi di qualche gang, ci si trova sempre a fare cose diverse e vengono introdotte di volta in volta nuove meccaniche, come quelle che riguardano il controllo di gru e meccanismi, o finanche la linea produttiva di robot pensati per un uso militare. A tal proposito spicca anche una divertente citazione del primo Watch Dogs, ma non vogliamo rovinarvi la sorpresa. Bene dunque lo stealth e la sua implementazione, ma purtroppo mancano le alternative, nel senso che l'azione silenziosa si pone nella maggior parte dei casi come l'unica possibilità, anche quando magari il gioco ci sprona a imbracciare un lanciagranate e scatenare l'inferno senza curarci di nulla. In quei casi la netta superiorità numerica degli avversari e la loro capacità di accerchiarci (e finanche di chiamare celeri rinforzi) fa sì che le nostre possibilità di sopravvivere siano vicine allo zero. Mettiamoci anche un gunplay che non convince e un'enfasi sull'arsenale decisamente inferiore rispetto a tutto il resto (in primis le abilità che possiamo sbloccare utilizzando i punti guadagnati nel corso della campagna), e risulta chiaro come mai la soluzione che abbiamo sempre preferito nel gioco è stata quella di distrarre i nemici facendogli squillare il telefono e atterrarli rapidamente. Certo, a patto che non girassero in gruppo...

Tutta mia la città

Se il concetto di smart city nasconde non poche minacce, allo stesso modo Marcus può sfruttare il peculiare sistema informatico che regola le funzioni di San Francisco (e dei veicoli che girano per le sue strade) al fine di controllare il modo pressoché completo lo scenario. Potenziare l'hacking delle vetture permette di rubarle senza neanche far scattare l'antifurto, ma è il controllo della trazione degli altri mezzi che fa la differenza, permettendoci di avere la strada libera da eventuali ostacoli grazie a una semplice pressione di un tasto dorsale, che porta il veicolo che ci precede a sterzare bruscamente a destra o a sinistra.

Noi siamo DedSec

Allo stesso modo, se inseguiti potremo innescare bombe sfruttando i tombini per eliminare l'auto che abbiamo alle calcagna, oppure anche in quel caso utilizzare l'hacking per farla sbandare o frenare e guadagnare così un po' di vantaggio. La varietà dei mezzi presenti nel gioco è formidabile, e sebbene la fisica tenda a essere un po' leggera e l'approccio alla guida inevitabilmente arcade, si nota una buona differenziazione a seconda della vettura o della moto che guidiamo, passando da comportamenti più nervosi ad altri precisi e facilmente gestibili. L'ambientazione gioca naturalmente un ruolo fondamentale: la San Francisco di Watch Dogs 2 è splendida e include zone circostanti come la Silicon Valley, Oakland, Civic e Marin. Fra i tanti luoghi presenti ci sono anche numerosi easter egg e citazioni più o meno autobiografiche per Ubisoft, che si aggiungono al solito, corposo monte ore delle produzioni a base sandbox come questa. Si può impostare una destinazione sullo smartphone virtuale e partire, oppure girare per il puro piacere di farlo, recandosi magari nei negozi d'abbigliamento per conferire al protagonista un look in linea con i nostri gusti. A proposito di smartphone, come nel primo capitolo si tratta di un dispositivo fondamentale, tramite cui accedere alle missioni, alla mappa e a funzioni secondarie come gli incarichi da autista o l'app ScoutX, che ci premia con nuovi follower se scattiamo dei selfie in determinate location. A ciò si aggiunge l'immancabile Media Player, dove selezionare i brani della colonna sonora che accompagnerà le nostre avventure fra generi diversi o stazioni radio tematiche.

Multiplayer dinamico

L'approccio di Watch Dogs 2 al multiplayer online è molto interessante, in quanto le attività che è possibile svolgere insieme ad altri utenti vengono inserite in modo trasparente nell'azione standard. Capita ad esempio che ci si trovi nei pressi di un giocatore che abbiamo il compito di hackerare, e a quel punto è possibile decidere se perseguire tale attività oppure allontanarsi e restare sulla campagna. Le tipologie di eventi online sono molteplici, sia di stampo competitivo che cooperativo, e abbiamo avuto modo nelle prime ore di test di provarne diverse, con l'unica eccezione di quella più strutturata, "Cacciatore di taglie", in cui appunto un giocatore veste i panni del ricercato e gli altri lo inseguono, peraltro con il supporto delle forze di polizia.

Trofei PlayStation 4

I cinquanta Trofei di Watch Dogs 2 si ottengono portando a termine attività che segono gli eventi della campagna in single player, ma il sandbox non poteva che aprire a una serie di oppurtunità extra: farsi fotobombare durante un selfie, rubare un autobus, accarezzare un certo numero di cani, completare una regata, partecipare alle gare di velocità e così via.

Dal punto di vista tecnico

Al di là di una caratterizzazione altalenante per i personaggi, con in primo luogo Marcus che risulta un po' anonimo, bisogna dire che tecnicamente gli sviluppatori di Watch Dogs 2 hanno fatto un gran bel lavoro. Si nota un'attenzione inferiore per quanto concerne i tantissimi personaggi non giocanti, com'è normale che sia, ma come detto lo scenario di San Francisco è splendido e viene ben valorizzato da un sistema di illuminazione solido e convincente, da buona effettistica (le riflessioni dell'acqua nelle pozzanghere, mentre la pioggia è solo discreta), da un'ottima resa dell'acqua e da un orizzonte visivo abbastanza ampio, seppure non manchi qualche pop-up di tanto in tanto.

Noi siamo DedSec
Noi siamo DedSec

Le texture sono nitide e riescono nell'arduo compito di non risultare ripetitive, nell'ottica di un'ambientazione ricca di personalità anche nelle sue periferie, con spaccati suggestivi che fanno effettivamente venir voglia di aprire l'app della fotocamera del protagonista e scattarsi un selfie. I tanti veicoli che è possibile utilizzare vantano un design convincente, rifacendosi a modelli reali di marche che però non vengono concretamente rappresentate nel gioco, e si danneggiano in maniera variabile a seconda dell'impatto. L'enorme mondo creato da Ubisoft Montreal si muove bene su PlayStation 4 (approfondiremo la resa su PlayStation 4 Pro in separata sede), mantenendo i trenta frame al secondo nella maggior parte delle situazioni, che si giri a piedi o in macchina. I cali si verificano durante scontri a fuoco particolarmente incasinati, fra esplosioni e raffiche, oppure mentre si guida nel traffico e si effettua una curva a gomito, costringendo il motore grafico a ricalcolare rapidamente il paesaggio. Si nota un po' di aliasing sulle vetture, ma nulla di trascendentale. Per quanto riguarda invece il comparto sonoro, bisogna fare qualche precisazione: la colonna sonora è discretamente varia ed è possibile finanche trovare nuovi brani in giro per la mappa, ma tende a essere un po' troppo invadente e abbiamo preferito disattivarla durante le nostre ore di gioco. Trattandosi di una questione del tutto personale, è chiaro che alle vostre orecchie potrebbe invece risultare entusiasmante e irrinunciabile. Abbiamo trovato eccellente il doppiaggio in italiano, ma c'è un grosso problema con i livelli audio che affligge le prime fasi di gioco e che mina pesantemente la resa dei dialoghi, con volumi troppo bassi rispetto ai suoni ambientali o differenze evidenti fra un livello e l'altro: speriamo che si possa sistemare la cosa con un aggiornamento, perché parliamo di un inconveniente che influisce in modo marcato sul primo impatto con l'esperienza.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Multiplayer.it
8.5
Lettori (215)
8.1
Il tuo voto

Watch Dogs 2 è un gioco molto diverso rispetto al primo episodio, dotato di una narrazione per larga parte inconsistente e di un protagonista un po' anonimo, ma allo stesso tempo forte di un sandbox straordinariamente ricco di cose da fare e di meccaniche stealth profonde, sfaccettate e molto ben implementate. Le tante missioni disponibili vantano un livello qualitativo costante e un'eccellente varietà, senza distinzioni fra principali e secondarie, e l'introduzione dei droni e di nuovi hack rende ancora più entusiasmante il gameplay. Certo, ci sono aspetti che finiscono un po' nell'ombra, schiacciati dal peso di altri fattori su cui gli sviluppatori volevano puntare, ma in linea di massima ci troviamo di fronte a un prodotto solido, corposo e molto divertente.

PRO

  • Sandbox molto ricco, scenario splendido
  • Tecnicamente è un gran bel vedere
  • Meccaniche stealth profonde e sfaccettate...

CONTRO

  • ...ma non chiedetegli di fare il third person shooter
  • Trama priva di acuti, protagonista un po' anonimo
  • Qualche problema nei livelli audio