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Dragon Quest VIII, recensione

Finalmente arriva su Nintendo 3DS anche il Dragon Quest più famoso di tutti

RECENSIONE di Christian Colli   —   10/01/2017
Dragon Quest VIII, recensione

L'ottavo Dragon Quest è probabilmente il più famoso di tutti e anche quello che sta particolarmente a cuore alla maggior parte dei fan vecchi e nuovi della saga cominciata da Enix nel 1986. Le ragioni sono molteplici, ma la più importante, almeno per quanto riguarda noi europei, è che nel 2006 fu il primo Dragon Quest ad arrivare ufficialmente sui nostri scaffali: all'epoca mancava del suffisso - che non avrebbe avuto molto senso, visto che i primi sette non erano mai stati localizzati nella nostra regione - e usciva col marchio Square Enix, pochi anni dopo la fusione tra i due sviluppatori. Una fusione che in molti temevano avrebbe snaturato questo o quel marchio ma che, almeno nel caso di Dragon Quest, servì a rinvigorire il brand in occidente. Ecco un altro motivo per cui Dragon Quest VIII è così amato: all'epoca i JRPG erano estremamente di nicchia dalle nostre parti, ma Dragon Quest aveva un incredibile asso nella manica, e cioè il character design di Akira Toriyama, l'autore del popolarissimo Dragon Ball. Fu così che molti giocatori si avvicinarono ai giochi di ruolo giapponesi, passando per una serie che oggi consideriamo la quintessenza del genere. All'alba del 2017, quasi undici anni dopo, Dragon Quest VIII conclude la riedizione della serie per i portatili Nintendo, approdando su Nintendo 3DS con una conversione che ci ha conquistato oggi come allora.

Se non avete mai giocato Dragon Quest VIII, il Nintendo 3DS vi permette di rimediare in grande stile

La corte ambulante di re Trode

Anche Dragon Quest VIII si mantiene fedele alla tradizione della serie che vuole trame tutto sommato semplici scomposte in una miriade di microstorie che finiscono per incrociarsi tra di loro. Dimenticate i viaggi nel tempo del recente Dragon Quest VII: ne L'odissea del Re maledetto tutto accade nel presente, anche se la struttura non è propriamente lineare. La storia comincia infatti in medias res e segue le vicissitudini di uno strano mostriciattolo che gira con un cavallo, un avventuriero e un ex bandito.

Dragon Quest VIII, recensione
Dragon Quest VIII, recensione

In realtà, il mostro è nientepopodimeno che re Trode e il cavallo è sua figlia Medea: sono stati trasformati da Dhoulmagus, un perfido stregone che gira vestito come un giullare e che ha lanciato un sortilegio sull'intero regno. A quel sortilegio è scampato soltanto un soldato, cioè il protagonista anonimo che si è quindi messo in viaggio insieme al suo sovrano per spezzare l'incantesimo. Al gruppo si uniscono presto alcuni variopinti personaggi: Yangus, l'ex bandito, sarà con voi fin dall'inizio e rappresenta un po' i muscoli della squadra. Poi sarà il turno di Jessica, una giovane aristocratica che intende vendicare il fratello, e Angelo, un templare donnaiolo col vizio del gioco d'azzardo. Anche loro si uniranno alla comitiva per dare la caccia a Dhoulmagus, ma non sarà affatto facile perché prima dovranno risolvere i problemi che il malefico giullare sta causando dappertutto, nonché scoprire quale sia il suo vero obiettivo. Il cast è sicuramente uno dei più memorabili della serie, grazie anche e soprattutto a una sceneggiatura che fa leva sul rapporto tra i personaggi per delineare dialoghi e scenette irresistibili, doppiate in lingua inglese e sottotitolate in un ottimo italiano. La versione Nintendo 3DS di Dragon Quest VIII aggiunge all'entourage del protagonista due personaggi che originariamente, su PlayStation 2, erano semplici comparse. Red è una ex fiamma di Yangus, una cacciatrice di tesori che usa i ventagli come armi, mentre Morrie è il padrone dell'arena dei mostri, un bizzarro e atletico vecchietto che combatte principalmente con un paio di guanti artigliati. Vale la pena sottolineare, a tal proposito, che l'introduzione di Red e Morrie nel cast non è l'unica alterazione della storia originale: nella versione Nintendo 3DS di Dragon Quest VIII, infatti, Square Enix ha implementato alcune cutscene che approfondiscono la trama, almeno un paio di nuovi dungeon, vari nemici e boss inediti, nonché una sidequest che sblocca un finale completamente nuovo. Sfortunatamente, è giusto segnalare anche qualche piccolo ritocco che ci ha lasciati un po' perplessi: al di là dei nuovi costumi morigerati, per così dire, di Jessica, lo sviluppatore ha ben pensato di censurare un paio di cutscene che avrebbero potuto impressionare i più piccini. Sono alterazioni che non guastano la storia in nessun modo, sia chiaro, ma si verificano nelle fasi avanzate del gioco, quando di morti se ne sono già visti a profusione...

Il fotografo guerriero

A dirla tutta le novità non finiscono qui. L'introduzione della macchina fotografica spalanca le porte alla lunga e divertente sidequest di Cameron, un fotografo di Porto Prospero che ci chiederà di immortalare alcuni dettagli in giro per il mondo: mostri, personaggi o punti di interesse che dovremo fotografare per riscattare svariate ricompense.

Dragon Quest VIII, recensione
Dragon Quest VIII, recensione
Dragon Quest VIII, recensione

Naturalmente è possibile scattare foto assolutamente estemporanee, modificandole a piacimento e salvandole nella scheda di memoria del Nintendo 3DS: è un divertissement aggiuntivo che non guasta e dimostra la cura che Cygames e Square Enix hanno avuto per questa conversione quantomeno dal punto di vista contenutistico. Nonostante ciò, sono i bilanciamenti e i miglioramenti della cosiddetta qualità della vita che ci hanno permesso di gustare per la seconda volta L'odissea del Re maledetto senza annoiarci neanche un po'. Dragon Quest VIII era un ottimo JRPG nel 2006 ma la nuova versione ha migliorato nettamente alcuni aspetti che oggi sarebbe stato un po' audace riproporre. Ora è possibile aumentare la velocità dei combattimenti che, oltretutto, non sono più casuali: i nemici appaiono nei dungeon e nella mappa del mondo, quindi il giocatore può schivarli o toccarli per innescare lo scontro. Ovviamente i mostri troppo deboli se la daranno a gambe alla nostra vista, mentre quelli più forti ci inseguiranno finché non ci avranno presi o non saremo riusciti a seminarli. Durante gli scontri, è lo schermo inferiore dell'handheld a visualizzare l'interfaccia e i parametri di ogni personaggio, lasciando allo schermo superiore il compito di mostrare l'azione nella sua interezza. Lo schermo inferiore ha anche il compito di mostrarci costantemente la mappa del mondo, delle città e dei dungeon: mentre nella versione PlayStation 2 le mappe andavano trovate nei forzieri, in questa conversione sono sbloccate automaticamente non appena entriamo in una nuova area. E non è finita qui, perché ora è possibile accumulare i punti abilità guadagnati a ogni level up, così da poter pianificare attentamente la crescita dei nostri eroi: in Dragon Quest VIII non esistono classi o vocazioni, infatti, e ogni personaggio può brandire vari tipi di armi. A seconda dei punti investiti in un certo tipo di arma, si sbloccano nuove abilità o incantesimi. Si tratta di una meccanica forse un po' meno fantasiosa rispetto a quelle viste in Dragon Quest VII o Dragon Quest IX, ma fa il suo dovere e, grazie alla possibilità di cambiare arma durante lo scontro, permette al giocatore di scegliere se ampliare le competenze di un personaggio o specializzarlo nell'uso di una determinata arma in particolare. Alla luce di queste modifiche - e dell'introduzione di un graditissimo sistema di salvataggio rapido - il livello di difficoltà generale dell'avventura ci è sembrato leggermente più basso rispetto alla versione originale, ma Dragon Quest VIII resta comunque un titolo impegnativo capace di sorprendere il giocatore con nemici particolarmente aggressivi che richiedono l'impiego di ogni abilità o incantesimo a disposizione. Considerando che adesso i personaggi ricaricano completamente i Punti Vita e i Punti Magia a ogni level up, diventa anche più semplice "grindare" punti esperienza e potenziare il team alla bisogna. Combattere, insomma, è più un piacere che un dovere, grazie anche al fatto che il pentolone alchemico adesso mescola immediatamente gli ingredienti selezionati, senza costringere il giocatore a girare per la mappa e ad affrontare nemici su nemici in attesa del risultato.

L'effetto 3D

Non pervenuto.

La quantità e la qualità

L'analisi tecnica di Dragon Quest VIII non è semplicissima. Confrontando la nuova versione del gioco con quella PlayStation 2 del 2006, la conclusione è ovvia: la vecchia edizione è sensibilmente più pulita, al netto di una palette cromatica un po' più opaca e scura. Il gioco, oggi come allora, è completamente tridimensionale e sfrutta la tecnica del cel shading per restituire una grafica cartoonesca che si sposa perfettamente con lo stile di Akira Toriyama, il character designer storico della serie che ha creato ogni personaggio o mostro in cui ci imbatteremo (casomai non ve ne foste accorti, Angelo assomiglia in maniera impressionante a Trunks di Dragon Ball Z). A una prima occhiata, quello che manca rispetto alla versione PlayStation 2 sono principalmente i "contorni" neri dei modelli poligonali: la nitidezza delle nuove immagini, unita a un discreto livello di aliasing, sporca un po' il risultato finale che, in ogni caso, è comunque ottimo, grazie a un'eccellente fluidità, a un frame rate granitico e a una maggiore vivacità dei colori.

Dragon Quest VIII, recensione

Ironicamente, la conversione non paga il prezzo dell'effetto stereoscopico (completamente assente) ma il fatto che lo sviluppatore Cygames ha essenzialmente portato su Nintendo 3DS la versione per sistemi mobile realizzata dal famigerato team TOSE qualche anno fa. Insomma, se a lavorarci fossero stati i ragazzi di Level-5, ovvero i creatori del Dragon Quest VIII originale, nonché di Dragon Quest IX su Nintendo DS, probabilmente ci saremmo trovati tra le mani una conversione più autentica, e forse i dettagli della mappa del mondo come alberi, erba e steccati non sarebbero apparsi all'improvviso attraverso uno sgradevole effetto pop-up esattamente come succedeva in Dragon Quest VII. Come dicevamo, si tratta di un'analisi tecnica complicata perché l'edizione Nintendo 3DS di Dragon Quest VIII ha delle mancanze innegabili, e tuttavia è un piccolo gioiellino che si muove agilmente e tempesta il giocatore di scenari ricchi di dettagli e di avversari coloratissimi senza mai perdere un colpo. E il tutto, ovviamente, sulle note della colonna sonora del solito e bravissimo Koichi Sugiyama, il compositore storico della serie che anche questa volta ci accompagna con motivetti che trasudano avventura a ogni nota.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.2
Lettori (241)
9.4
Il tuo voto

Nonostante la versione PlayStation 2 del 2006 sia tecnicamente un passo avanti rispetto a questa conversione per Nintendo 3DS, ci sono due domande che un potenziale acquirente di Dragon Quest VIII dovrebbe porsi. La prima: riuscirebbe a trovare la suddetta copia di un gioco di undici anni fa? E la seconda: varrebbe la pena giocare quella versione, quando la nuova edizione propone molti più contenuti, svecchiando al contempo alcuni aspetti del titolo originale? Dobbiamo accettare l'idea che la versione Nintendo 3DS sarebbe potuta essere migliore, ma quello che ci ritroviamo tra le mani è comunque un porting di ottima fattura, specialmente dal punto di vista contenutistico, e non vi è ragione alcuna per mancare a questo appuntamento con Dragon Quest, specie se non si è mai giocato L'odissea del Re maledetto, semplicemente uno dei migliori giochi di ruolo giapponesi nella storia del genere.

PRO

  • Nuovi personaggi da reclutare, nuovi nemici e nuove sfide
  • Tanti miglioramenti che rendono l'esperienza più moderna
  • Resta ancora oggi uno dei migliori JRPG di sempre

CONTRO

  • Graficamente ha perso qualche colpo rispetto all'originale
  • Il sistema di combattimento all'inizio è parecchio scarno