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Vita di una eroina squattrinata

Kat è tornata per affrontare la sfida più difficile: quella contro l'indifferenza dei giocatori

RECENSIONE di Christian Colli   —   10/01/2017
Vita di una eroina squattrinata

Come si fa a non adorare Kat? La Regina della Gravità è praticamente uno dei più bei personaggi immaginari che il mondo dei videogiochi ha sfornato negli ultimi anni. È una supereroina, ma non vive in grandi palazzi o ville prestigiose: è spiantata e deve farsi in quattro per portare a casa la pagnotta. Non indossa una maschera, eppure quasi nessuno la riconosce mai anche se ha salvato il mondo. Nel primo episodio aveva perso la memoria, ma non si è chiusa in sé stessa e non si è fatta un taglio di capelli alternativo: si è stretta nelle spalle e ha ricominciato a vivere. Kat è sempre ottimista e non si arrende mai. È il genere di eroina che ci serve e che probabilmente non rivedremo più, dato che Gravity Rush 2 ha fatto già una gran bella fatica a uscire. Il primo episodio era nato come un esperimento per mostrare i muscoli di PlayStation Vita, ma le scarse vendite dell'handheld, unite alla pubblicità limitata, hanno alienato l'interesse dei giocatori. Lo scorso E3, Sony non si è degnata neppure di mostrare un trailer durante la conferenza: secondo loro, erano meglio dieci minuti e passa di zombi. Eppure Gravity Rush 2 è il sequel che i fan del primo capitolo adoreranno perché è più grande, più bello e più longevo. Peccato che si sia portato dietro anche gli stessi problemi di tre anni fa.

Sono passati tre anni, ma Kat finalmente è tornata a salvare il mondo di Gravity Rush 2

La tempesta è servita

L'inizio di Gravity Rush 2 è spiazzante. Seguiamo le gesta di una squadra di minatori intenti a estrarre preziosi gioielli nelle profondità di uno strano atollo sospeso nel vuoto. Due di loro rischiano la vita e si salvano per il rotto della cuffia: sono Kat e Syd. Attraverso un flashback a fumetti scopriamo di come un'improvvisa tempesta gravitazionale abbia risucchiato Kat, Syd e Raven, risputandoli in una dimensione in cui nessuno ha mai sentito parlare di Hekseville, la città steampunk in cui si svolgeva il primo Gravity Rush. Intanto Kat ha perso non solo le tracce di Raven, ma anche quelle del suo "gatto" Dusty e, con lui, i suoi poteri di shifter.

Vita di una eroina squattrinata
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Fortunatamente, Kat e Syd sono stati soccorsi dai Banga, un clan di minatori capitanato dalla caparbia Lisa che ha dato loro rifugio. Nel giro di poche missioni, fortunatamente, Kat ritrova Dusty e riacquista i super poteri, guadagnando la stima degli abitanti di Jirga Para Lhao, un arcipelago di isole fluttuanti diviso in piani che separano i ceti sociali: in alto vivono i ricconi, al centro ci sono soprattutto i mercanti e gli operai, in basso i poveri tra catapecchie e banditi. Ancora più giù, nell'oscurità, si sviluppa un intricato labirinto di antiche rovine dove si estrae il carburante che fa girare il commercio. Gravity Rush 2 azzarda una sorta di critica sociale, raccontando i soprusi dei ricchi protetti dalla milizia al soldo di un consiglio reggente che si è instaurato nella città dopo aver cacciato i clan che l'avevano fondata, ma è una sottotrama che si intreccia con le peripezie di Kat, eroina dal cuore d'oro disposta a proteggere tutto e tutti solo perché è giusto, senza guardare in tasca a nessuno. Nel tentativo di saldare i suoi debiti e aiutare gli abitanti di Jirga Para Lhao, Kat dovrà vedersela con soldati armati fino ai denti e mech giganteschi, ma anche con i Nevi che stanno cercando di invadere anche questo mondo, e la guerra civile sarà l'ultimo dei suoi problemi. La storia si dipana attraverso una ventina di missioni principali alle quali si affiancano una miriade di missioni secondarie assolutamente facoltative che servono a migliorare le statistiche di Kat o, più semplicemente, a ricompensarci con animazioni, costumi e accessori utili a personalizzare le foto che potremo scattare non appena avremo messo le mani sulla macchina fotografica di Syd. Si tratta di una feature molto più interessante di quel che sembra, perché si lega a doppio filo col gameplay sotto diversi aspetti. Possiamo scattare foto semplicemente per il gusto di farlo e condividerle sul web, dove gli altri giocatori potranno valutarle, permettendoci di guadagnare i gettoni Dusty con i quali è possibile sbloccare ulteriori premi. Inoltre, possiamo scattare le foto dello scenario alla fine di una caccia al tesoro per suggerire agli altri giocatori dove trovare il forziere di turno, in una sorta di modalità cooperativa asincrona. E anche le missioni principali e secondarie fanno spesso uso delle fotografie. Talvolta dovremo scattarle, magari di nascosto dai nemici, e altre volte dovremo mostrarle ai passanti per localizzare il luogo o il cittadino che stiamo cercando. Gravity Rush 2 mescola sapientemente ogni elemento del gameplay per offrire una sfilza di missioni molto più articolate che in passato. Può capitare di cominciare una semplice missione di ricognizione per poi doverci infiltrare di soppiatto nella guarnigione nemica e combattere un plotone di soldati, nonché un gigantesco boss che spara missili e cannonate laser. La varietà non manca, ma a volte sarebbe stato meglio se Japan Studio avesse dosato meglio le singole componenti, poiché capita spesso che una missione batta un po' troppo il chiodo su una certa meccanica, finendo per allungare il brodo e rendere l'esperienza più ripetitiva del dovuto.

Tutti pazzi per Kat

I poteri gravitazionali di Kat sono ancora una volta il fulcro del gameplay e i fan del primo Gravity Rush si sentiranno immediatamente a casa loro non appena avranno ritrovato Dusty. Il sistema di controllo è migliorato ulteriormente rispetto alla già ottima rivisitazione proposta l'anno scorso in Gravity Rush Remastered. Per chi non lo sapesse, il super potere di Kat le permette essenzialmente di levitare a mezz'aria e alterare l'attrazione gravitazionale.

Vita di una eroina squattrinata
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Vita di una eroina squattrinata

In parole povere, potrete decidere di camminare sui muri piuttosto che sul pavimento: giocoforza, vi ritroverete a "cadere" verso l'alto o in un'altra direzione, ma dato che potete fermarvi a mezz'aria sarà un po' come volare. Ed è così, quindi, che Kat si sposta principalmente attraverso gli enormi quartieri che costituiscono Jirga Para Lhao.... e Hekseville. È una piccola anticipazione che dobbiamo fare per forza, se vogliamo farvi comprendere la portata di Gravity Rush 2: a un certo punto, infatti, tornerete nella città del prequel e non solo la troverete cambiata, ma anche piena zeppa di missioni inedite. Nel frattempo avrete acquisito anche due nuove "forme" che conferiscono capacità sensibilmente diverse: quella lunare e quella gioviana. La prima rende Kat leggera come una piuma, consentendole di spiccare balzi impressionanti anche senza alterare la gravità e di precipitare più lentamente, attaccando i nemici con un calcio che quasi la teletrasporta. Esplorare gli scenari diventa una gioia, grazie anche alla capacità di usare ogni superficie come trampolino di lancio. Il potere della gravità gioviana ci ha impressionato meno, più che altro perché rende Kat estremamente lenta e pesante nei movimenti, pur aumentando esponenzialmente i suoi poteri distruttivi: i calci gravitazionali innescano esplosioni gigantesche e la scivolata gravitazionale diviene inarrestabile. Con un po' di pratica, tuttavia, si impara ad alternare i tre diversi poteri all'istante per sfruttare le loro peculiarità combinate, magari proiettandosi verso una meta a gravità lunare per poi passare a quella gioviana allo scopo di accelerare la caduta verso la superficie. In questo senso, l'esplorazione di ogni scenario stimola la creatività del giocatore, ma purtroppo resta fine a sé stessa anche in questo episodio: le città sono un gran viavai di abitanti che interagiscono a malapena con Kat e gli scenari, per quanto intricati, non offrono segreti o collezionabili da cercare. Al massimo si spulcia ogni angolo per racimolare i cristalli necessari a potenziare le singole abilità di Kat, ma esplorare soltanto per cercare le gemme diventa presto monotono. Da questo punto di vista, abbiamo apprezzato il modo in cui lo sviluppatore nipponico ha integrato la componente multigiocatore. Per esempio, i giocatori possono sfidare i "ghost" degli altri utenti nelle missioni a tempo e sfruttare il sistema dei talismani per personalizzare le loro Kat. I talismani si trovano sconfiggendo i Nevi e distruggendo i depositi nelle miniere sotterranee, ma i bonus che conferiscono sono completamente casuali. Le missioni in questione sono pensate per prolungare la già ottima longevità di Gravity Rush 2: l'idea è che i giocatori possono cercare i talismani e poi combinarli o riciclarli in versioni ancora migliori. Picchiare più duro o correre più velocemente non basterà a stracciare i record degli altri giocatori, ma sarà comunque un inizio e spingerà i fan sfegatati della supereroina bionda a spremere ogni goccia di Gravity Rush 2.

Così come sarebbe dovuto essere?

Essenzialmente i problemi di Gravity Rush 2 sono gli stessi del prequel. Abbiamo una struttura più varia, sì, ma in fin dei conti le missioni ruotano tutte intorno a una serie di "gimmick" come il campo di stasi per tirare gli oggetti e trasportare le persone o la capacità di spostarsi a testa in giù per evitare le strade pattugliate, ripetendo gli stessi obiettivi un po' troppo spesso.

Vita di una eroina squattrinata
Vita di una eroina squattrinata
Vita di una eroina squattrinata

In un certo senso, Gravity Rush 2 sfrutta meglio i poteri gravitazionali di Kat, ma migliorarli è utile solo relativamente (anche perché serve una quantità esorbitante di cristalli) e i nemici non oppongono molta resistenza. Per quanto Japan Studio abbia limato ogni sbavatura, Gravity Rush 2 resta comunque un gioco che non è facile padroneggiare su due piedi e che rischia di alienare i giocatori meno pazienti. I combattimenti a mezz'aria sono ancora un susseguirsi di calci gravitazionali, brusche frenate e riallineamenti che spezzano il ritmo dell'azione. In questi frangenti è facile perdere il controllo e entrare in confusione, soprattutto perché la telecamera continua a fare le bizze come tre anni fa. La colpa è anche di un sistema di collisioni un po' acerbo, specialmente quando si combatte dato che non esiste un sistema di aggancio che permetta di seguire un nemico alla volta. Negli ambienti chiusi, poi, è il delirio. La missione principale in cui si ottiene il potere gioviano è ambientata nelle viscere di una città fatta di corridoi angusti dove bisogna alterare la gravità costantemente. In questi casi Gravity Rush 2 ci ha un po' deluso: diventa troppo caotico e la presenza di numerosi nemici, sommata agli effetti grafici delle esplosioni, causa un visibile crollo del frame rate. All'uscita della demo, qualche settimana fa, avevamo riscontrato il problema nella zona del mercato di Jirga Para Lhao: il director Keiichiro Toyama aveva garantito che si trattava di una vecchia build e che il team aveva lavorato per stabilizzare il frame rate, già ridotto dai 60 fotogrammi di Gravity Rush Remastered a soltanto 30. La buona notizia è che Toyama aveva detto il vero, poiché in quelle circostanze Gravity Rush 2 non arranca più: ora potete scivolare allegramente tra i banchi del mercato, rovesciandoli e spaventando gli abitanti, ma il gioco rimane ancorato a 30 fotogrammi. Sì, 30 frame al secondo. Non facciamone un dramma. Nei combattimenti più caotici, però, la telecamera capricciosa e gli eventuali rallentamenti fanno storcere il naso. Il fatto è che Gravity Rush 2 abitua bene, complice anche la straordinaria direzione artistica che, ancora una volta, colpisce il giocatore con uno stile e una scelta dei colori veramente incredibili. In passato Toyama aveva ammesso di essersi ispirato alle opere dell'immortale Mœbius: è chiaro che la potenza di calcolo di PlayStation 4 ha concesso al team la libertà di progettare strutture ancora più intricate e labirintiche. Per quanto possa essere futile esplorare da cima a fondo, farlo è comunque uno spasso solo solo per la quantità spropositata di dettagli visivi. Le varie tonalità degli scenari e le differenti melodie dell'eccezionale Kohei Tanaka esprimono una diversità ambientale che proietta l'illusione di un mondo ancora più vasto. Dal punto di vista squisitamente stilistico, insomma, Gravity Rush 2 è un vero e proprio capolavoro, e dispiace che il team nipponico non sia riuscito a concretizzare ogni idea anche sul lato meramente tecnico.

Conclusioni

Digital Delivery PlayStation Store
Prezzo 59.99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (79)
8.5
Il tuo voto

Gravity Rush 2 è molto più vasto e articolato del precedente episodio, ma la sostanza non è cambiata: se quello vi era piaciuto, adorerete ogni istante di questa avventura. Viceversa, se proprio non riuscivate a tollerare i difetti che affliggevano Gravity Rush, il sequel non vi farà cambiare idea dato che, nonostante i vari miglioramenti, alcune problematiche di tipo tecnico e strutturale continuano a farsi sentire nei momenti meno opportuni e questo, a tre anni di distanza e su una macchina più potente, è un bel guaio. Una cosa è sicura: questo strano mondo rimane uno dei più ispirati nella storia dei videogiochi e Kat una delle eroine più adorabili che abbiamo avuto l'onore di controllare.

PRO

  • Il mondo di Kat è sublime
  • La campagna è lunga e ci sono tante missioni opzionali
  • Componente multigiocatore ingegnosa

CONTRO

  • Per quanto intricate, le città nascondono pochissimi segreti
  • Telecamera e frame rate capricciosi nei momenti caotici
  • Alcune missioni sono più lunghe del dovuto