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Birthdays the Beginnings, recensione

Dal creatore di Harvest Moon arriva un sandbox didattico, la noia però si è evoluta più in fretta!

RECENSIONE di Tommaso Valentini   —   27/05/2017

I videogiochi possono essere più che semplici passatempo? Possono davvero insegnare qualcosa? Birthdays the Beginnings cerca di dare una risposta affermativa a queste domande, portando su console e PC una sorta di guida all'evoluzione semplificata che potrebbe però essere anche interessante dal punto di vista didattico. La nuova produzione di Yasuhiro Wada (il papà di Harvest Moon) ce la mette proprio tutta per non sembrare noioso e sin dalle prime battute si presenta con personaggi accattivanti e un design coccoloso, studiato apposta per stimolare la fantasia dei giovani Darwin pronti a cimentarsi con il titolo. Qualcosa però si rompe abbastanza in fretta riducendo il tutto ad un mero esercizio di forma, dimenticandosi che lo scopo primario dovrebbe essere quello di intrattenere e divertire.

I dinosauri pucciosi non bastano a sostenere una produzione dal gameplay davvero troppo poco profondo

Ti voglio bene Denver

Arc System Works e Toybox non vogliono lasciarci da soli mentre creiamo la vita e al primo accesso faremo subito la conoscenza di Navi una piccola mascotte che ci guiderà passo passo mentre il mondo si evolve davanti ai nostri occhi. Ci racconterà di come la vita è arrivata sulla terra milioni e milioni di anni fa e cercherà altresì di convincerci che con il solo terraforming il futuro delle specie viventi è nelle nostre mani. Ci viene così consegnato il primo mondo di gioco, una landa deserta e completamente piatta da plasmare a nostro piacimento. Ci si adatta velocemente ai controlli, sostanzialmente perché le cose da fare sono veramente solo due: possiamo decidere di alzare il livello del terreno o abbassarlo. Sembra un po' semplicistico detto così in realtà ma questo è tutto quello che, sostanzialmente, dovremo fare all'interno di Birthdays the Beginning.

Birthdays the Beginnings, recensione
Birthdays the Beginnings, recensione

Le nostre azioni, ovviamente, hanno delle forte conseguenze e scavando al di sotto del livello del mare andremo ad alzare la temperatura del pianeta mentre creando montagne e alture regoleremo la temperatura verso il basso. Si inizia così a sperimentare, con il tutorial che ci lascia tutto sommato una discreta libertà di azione. Si scava, si ammucchia la sabbia da un'altra parte e ci si barcamena in un gioco che proprio non ne vuole sapere di rendersi interessante, fino a quando, come per magia, le prime piccole e insulse forme di vita compaiono sott'acqua. Da una gestione Micro del mondo di gioco si passa così alla schermata Macro, piena di numeri e statistiche del nostro piccolo universo. In questa modalità potremo tranquillamente sederci e osservare la vita che prende forma mentre le ere geologiche corrono veloci, ma la volontà del nostro piccolo amico alieno è quella di farci osare un po' di più, di passare dagli organismi monocellulari alle piante per poi arrivare a governare un mondo fatto di pesci, dinosauri e persino mammiferi. La strada verso il successo però non è tanto semplice e alcuni obiettivi del gioco non sono poi così chiari, tanto che ci si trova costretti ad andare a tentoni nella speranza che qualcosa succeda, pur avendo già raggiunto tutti gli obiettivi del livello. È insomma un'operazione di pazienza, di attesa e anche un po' di fortuna, tre elementi che per un videogioco strutturato come questo non sono esattamente il massimo. È dunque la curiosità a spingere il giocatore a proseguire, a farlo continuare a scavare e innalzare montagne, a raccogliere punti esperienza per aumentare l'area di gioco e i quadrati che è possibile modellare. Dopo circa due ore di lavori in corso il nostro mondo era un disastrato groviera. Il tutorial non spiega infatti che le forme di vita prediligono ampi spazi regolari piuttosto che un mondo fatto di saliscendi e buche continue, costringendoci a ricominciare da capo per evitare la tediosa rimodellazione dell'intero pianeta, un compito non esattamente pratico. Mancano infatti strumenti per livellare velocemente grossi settori e l'unica possibilità che si ha di interagire in questo modo sul terreno è limitata ad alcuni oggetti collezionabili, donati al giocatore in maniera casuale mentre questo compie determinate azioni.

La ripetitività è in il predatore più pericoloso

Uno dei problemi principali di questo Birthdays the Beginning è che continua imperterrito a chiedere al giocatore di fare sempre la stessa cosa all'infinito, in un ciclo che ben presto stanca anche chi è desideroso di imparare qualcosa e che non può in alcun modo invece attrarre i giocatori più giovani, vogliosi invece di vedere i dinosauri muoversi e interagire tra loro. Ci vuole davvero troppo tempo affinché i primi organismi anfibi arrivino sulla terra e da lì è complesso sviluppare poi l'ecosistema per far nascere e proliferare i nostri amati rettiloni. Si gioca così sostanzialmente per lunghi periodi cercando di bilanciare il caldo e l'umidità, sperando che gli organismi più semplici, posti alla base della catena alimentare, non scompaiano impedendo ai predatori di sopravvivere.

Birthdays the Beginnings, recensione

Si cerca di regolare le zone calde con quelle fredde e con un po' di impegno si può arrivare ad avere creature di ere differenti da gestire contemporaneamente solo perché il nostro pianeta gestisce ogni singola area separatamente. Potrete così costruire in un angolo un territorio fertile per piante tropicali e dinosauri mentre nell'altro emisfero far prosperare mammiferi e umani, solo perché magari state gestendo in maniera diversa le risorse idriche. Certo, ci sta tutto in un videogioco, ma non crediamo che rappresenti una situazione credibile dell'evoluzione: un po' di cura in più da parte di Toybox sui risultati delle trapanazioni effettuate sarebbe stata quantomeno gradita. Per non esasperare troppo il giocatore che non riesce in alcun modo ad arrivare a un punto di svolta ci pensano poi oggetti di varia natura a velocizzare le evoluzioni, o creando mutazioni negli esseri esistenti, scelta interessante quantomeno per permettere di raggiungere l'"end game" piuttosto agevolmente. Gli artisti di Birthdays the Beginning hanno fatto altresì un buon lavoro per i modelli delle varie creature esistenti, donandogli un aspetto tenero e accattivante pur mantenendo il conteggio dei poligoni piuttosto basso. L'occhio allenato noterà però come molti dei protagonisti dell'evoluzione condividano il medesimo scheletro strutturale, offrendo purtroppo poca varietà tra i vari dinosauri, scelta infelice dato che poteva essere uno degli stimoli utili al giocatore per voler proseguire nell'avventura. Anche le musiche sono abbastanza dimenticabili, soprattutto quelle nella modalità Macro, dove sfortunatamente passerete interi minuti passivamente. Se vi chiedevate insomma se questo gioco a base di dinosauri potesse stimolare il vostro interesse ci spiace deludervi, il nostro consiglio è quello di lasciarlo sullo scaffale a meno che non siate davvero a digiuno di titoli sandbox e vogliate sperimentare qualcosa di diverso.

Conclusioni

Digital Delivery Steam, PlayStation Store
Prezzo 39.99 €
Multiplayer.it
6.0
Lettori (3)
4.8
Il tuo voto

Birthdays the Beginning parte con tutte le buone intenzioni di questo mondo ma si perde poi in un bicchiere d'acqua primordiale. La scelta di lasciare che il giocatore possa interagire con il terreno unicamente scavando o ergendo montagne non funziona a dovere e appiattisce un gameplay che avrebbe bisogno di ben altre meccaniche per potersi definire interessante. I cicli di evoluzione diventano così ridondanti e la gioia di una nuova scoperta svanisce presto a fronte di una ripetitività esageratamente marcata.

PRO

  • Buono stile grafico
  • Gameplay estremamente semplice

CONTRO

  • Controlli scomodi
  • Ripetitività marcata
  • La noia prende presto il sopravvento