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La recensione di Remothered: Tormented Fathers

Un horror tutto italiano che può tranquillamente competere con i titoli internazionali

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   03/02/2018

Remothered: Tormented Fathers è il primo capitolo di una trilogia horror dalla genesi articolata, genesi di cui abbiamo ampiamente parlato in fase di anteprima. Diretto da Chris Darril e sviluppato da Stormind Games, racconta la storia di Rosemary Reed, una donna di trentacinque anni dalle fattezze che ricordano quelle della Jodie Foster de Il Silenzio degli Innocenti, che sta indagando sulla scomparsa di Celeste, la figlia del notaio Felton, data per scappata di casa ma la cui sorte è in realtà avvolta nel mistero. Per capire cos'è successo, Rosemary si reca a casa di Felton con una scusa, scatenando la reazione piccata dell'uomo e una serie di orrori indicibili, dai risvolti inattesi. Cosa si nasconde in quella casa? Perché Felton chiamava la figlia Jennifer? Che ruolo ha avuto sua moglie Arianna in tutta la vicenda? Com'è legata la sparizione di Celeste alla vecchia attività di Felton? Che ruolo hanno in tutta la faccenda delle strane suore vestite di rosso? Per rispondere a queste e altre domande, Rosemary dovrà prima di tutto riuscire a sopravvivere ai pericoli che la minacceranno lungo tutta la sua indagine.

Rosemary

Remothered: Tormented Fathers è sostanzialmente un gioco stealth in terza persona in cui la protagonista può camminare stando in piedi o accovacciata, correre, raccogliere oggetti da lanciare per creare diversivi (o altri da utilizzare come armi) nascondersi sfruttando elementi d'arredamento come armadi o divanetti, risolvere puzzle e leggere documenti. L'interfaccia di gioco è davvero essenziale: gli oggetti interattivi sono indicati da dei puntini bianchi, che si trasformano in icone contestuali quando gli si è abbastanza vicini. Peccato manchi un tutorial a spiegare le varie meccaniche; sarebbero bastate anche delle schermate illustrate, magari richiamabili durante il gioco. L'assenza si farà sentire soprattutto per i neofiti, che rischiano di trovarsi spaesati quando inizierà l'azione vera e propria. Il gameplay ha un approccio classico e ricorda non casualmente più quello di un Clock Tower o di un Haunting Grounds, che quello di titoli più moderni quali Outlast o Resident Evil VII. Gli ambienti, quindi, non solo vanno esaminati con attenzione e attraversati più volte, alla ricerca di oggetti e di soluzioni ai vari enigmi, ma la difficoltà generale è calibrata verso l'alto, con scelte di design dal sapore radicale quanto intrigante se lette in un'ottica di recupero del genere. Prendiamo ad esempio la gestione del suono e la sua relazione con i nemici: nella maggior parte dei titoli moderni i nemici appaiono in ambienti studiati appositamente per loro e agiscono su un piano essenzialmente orizzontale, con i rumori che li attirano solo a determinate condizioni, spesso molto stringenti.

La recensione di Remothered: Tormented Fathers

Strisciare, camminare o correre non fa alcuna differenza quando ci si trova in zone in cui non è prevista la loro presenza, anche se magari successivamente ci viene suggerito che erano comunque nei paraggi per darci l'illusione di un maggiore realismo. In Remothered i cosiddetti stalker popolano continuativamente i luoghi in cui si trovano e hanno una percezione del rumore a 360°. Per questo è importante muoversi di soppiatto anche quando si è sicuri di trovarsi su un piano diverso dal loro. Ovviamente la cosa si può sfruttare per attirare i nemici dove più ci interessa: in virtù di ciò, i molti oggetti raccoglibili che si trovano in giro, che nel prologo sembrano addirittura eccessivi, finiscono per assumere una funzione precisa nell'economia del gioco, e metterne di meno avrebbe significato limitare le opzioni di manovra del giocatore. Così, invece, si è più liberi di sperimentare soluzioni alternative per cavarsela. Insomma, studiare un'area per sapere dove andare in caso di pericolo diventa quindi essenziale, anche in funzione di un altro dettaglio: scappare dai nemici è molto difficile. Certo, li si può rallentare (mai uccidere) colpendoli con un oggetto difensivo, ma provare a scappare troppo a lungo è una strategia che finisce inevitabilmente con Rosemary uccisa in modo atroce (le scene di morte sono davvero splatter... se vi piace il genere fatevi prendere almeno una volta da ogni nemico).

La recensione di Remothered: Tormented Fathers

Va detto che tutte queste soluzioni finiscono inevitabilmente per rallentare l'azione, ma la tensione ne guadagna tantissimo e, soprattutto, regge per tutta l'avventura. In questo modo è stato evitato anche il ricorso a continui spaventi improvvisi, una soluzione diffusa nel genere, ma per certi versi infantile e, soprattutto, efficace solo sul momento.

L'orrore è solo all'inizio

Remothered: Tormented Fathers ha una durata in linea con quella di altri titoli del genere. Se non si va alla ricerca di tutti i documenti sparsi per la mappa e ci si limita a fare l'essenziale, lo si può finire in una manciata d'ore (circa quattro o cinque). Diciamo però che questo è il modo peggiore per giocarci, perché fa perdere un sacco di dettagli narrativi. Chi ama approfondire e si darà il tempo di esplorare gli ambienti da cima a fondo, lo terminerà in circa nove o dieci ore. Come già detto, non è un titolo facilissimo, in particolare nella parte finale, la più faticosa di tutte e quella in cui si muore più spesso. Niente di insormontabile, ma richiede un approccio leggermente più ragionato per essere superata (tranquilli, non vi anticipiamo nulla). Specifichiamo anche che, trattandosi del primo capitolo di una trilogia, la conclusione lascia aperte molte domande, ma apre anche a degli sviluppi interessanti che dovrebbero essere sviluppati nei prossimi episodi (staremo a vedere).

La recensione di Remothered: Tormented Fathers

Dal punto di vista tecnico, il titolo di Stormind Games e Darril Arts è ben realizzato, nonostante qualche imperfezione, in particolare nelle animazioni delle sequenze di intermezzo. Parlando di fluidità si è dimostrato eccellente (lo abbiamo provato a dettagli Ultra su un PC non proprio potentissimo), anche se alcuni compromessi sono evidenti, come delle luci accese che risultano completamente invisibili da lontano, nonostante il resto dell'ambiente sia completamente al buio, oppure dei riflessi eccessivi sulla pelle dei personaggi durante le sequenze filmate, che in alcuni frangenti rendono i volti un po' plasticosi. In generale, comunque, il lato tecnico funziona bene e non fa rimpiangere altri titoli del genere. Anzi, è molto superiore alla maggior parte degli horror indie sul mercato. In particolare ci viene in mente quello che possiamo considerare il suo concorrente più diretto, ossia quel NightCry che doveva essere il seguito spirituale della serie Clock Tower e invece non è andato molto bene, per usare un eufemismo. Ovviamente il nostro giudizio tiene conto del livello produttivo, ma non solo: un plauso va anche all'aver scelto una prospettiva in terza persona, sicuramente più complicata da gestire della prima. Da notare anche l'estrema pulizia del gioco in termini di bug e glitch: non ne abbiamo mai incontrati di compromettenti. In particolare Remothered non si è mai bloccato e non è mai tornato al desktop, segno che il periodo passato in Accesso Anticipato gli ha fatto davvero bene.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i7-4770
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
  • Sistema operativo Windows 10

Requisiti minimi

  • Richiede un processore e un sistema operativo a 64 bit
  • Sistema operativo Windows 7 64-bit
  • Processore Quad-core Intel o AMD processor, 2.5 GHz
  • 4 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce 470 GTX o AMD Radeon 6870 HD series
  • DirectX 11
  • 10 GB di spazio su Hard Disk

Requisiti consigliati

  • Processore Quad-core Intel i7 o AMD processor, 2.5 GHz
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video GeForce GTX 1060 o equivalente

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 14,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (29)
8.2
Il tuo voto

Remothered: Tormented Fathers è un gioco che gli appassionati di horror videoludico non dovrebbero lasciarsi sfuggire. Il fatto che sia stato sviluppato in Italia non c'entra nulla, poiché, semplicemente, è fatto benissimo e davvero molto curato, con una storia appassionante e piena di citazioni (a partire dal nome della protagonista) un buon lato tecnico e tante piccole chicche che gli hanno valso il nostro plauso. In particolari gli appassionati di horror anni 90 / primo decennio del millennio lo adoreranno. Non costa nemmeno molto, quindi non avete davvero scuse.

PRO

  • Trama interessante
  • Sistema di gioco vecchio stampo
  • Intelligenza artificiale dei nemici

CONTRO

  • Qualcuno potrebbe trovare il ritmo di gioco troppo lento
  • Manca un tutorial