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La recensione di Pit People

Dai creatori di Alien Homind e Castle Crasher arriva lo strategico che non ti aspetti!

RECENSIONE di Tommaso Valentini   —   06/03/2018

Impossibile non apprezzare The Behemoth. Il team di sviluppo nato dall'idea di Dan Paladin e Tom Fulp ha velocemente scalato tutte le classifiche di gradimento e il merito va sicuramente alla qualità assoluta delle loro produzioni. Battleblock Theatre ad esempio, ma anche Alien Homind e soprattutto Castle Crashers, sono tre titoli divertentissimi e, cosa ancor più particolare, appartengono a generi molto diversi tra loro. Quando The Behemoth annunciò allora di essere al lavoro su un nuovo gioco, la curiosità crebbe a dismisura tanto che non ci facemmo mancare l'occasione di provare Pit People quando ancora era in fase di Early Access. Dopo più di un anno di patch, modifiche e miglioramenti, il titolo ha finalmente fatto il suo debutto su Steam nella sua versione completa e ci siamo tornati sopra per poterne dare un giudizio definitivo. Pronti a cavalcare questa nuova bizzarra storia?

Orsi spaziali e funghi petosi

Due cose contraddistinguono i titoli di The Behemoth: lo stile artistico e la follia della narrazione. Se del primo parleremo successivamente, è bene partire subito mettendo in chiaro che sì, anche Pit People si fa portabandiera di ilarità e scene surreali, cose che una mente sana difficilmente riuscirebbe a partorire. Un orso gigante spaziale, in un universo parallelo, si schianta sul pianeta dove il coltivatore di mirtilli Horatio vive con suo figlio. L'impatto muta completamente il mondo di gioco, dando vita a una pioggia di sangue verde mortale e attivando quella che per molti ha tutta l'impressione di essere l'apocalisse. In tutto questo trambusto il figlio di Horatio viene rapito, il re del regno muore e un ciclope di nome Joseph si unisce all'epica sperando di trovare il suo secondo occhio. Follia, per l'appunto, ma è quel tipo di racconto che non può non tenere sempre incollati e desiderosi di sapere cosa potrebbe succedere di ancora più strano. Fidatevi se vi diciamo che durante tutto il corso dell'avventura le situazioni che vivrete saranno borderline e nessuna missione, nemmeno la più banale, sarà raccontata in maniera superficiale. C'è sempre un risvolto comico, una soluzione assurda per un compito semplice, motivi più che validi insomma per continuare a prendere tutte quelle quest secondarie che costellano la produzione e ci accompagneranno verso i titoli di coda. Dire dunque quanto Pit Peolpe sia longevo è estremamente difficile. Potreste finirlo in una manciata d'ore se vi precipiterete a completare la storyline principale di Horatio senza esplorare nulla del mondo di gioco, ma potrete altresì passare decine di ore sul titolo esplorando, costruendo il vostro team perfetto, completando quest e collezionando e raccogliendo tutti gli oggetti in possesso dei vostri avversari. Pit People mostra due facce interessanti: da una parte avremo un mondo di gioco coperto dalla nebbia di guerra tutto da esplorare, fatto di scenari fantasiosi e surreali, composto da fiumi di aranciata e colline fatte di microchip dove scudieri della pizza e funghetti magici convivono regolarmente. È uno scenario coloratissimo e completamente disegnato a mano, pieno di cose da scoprire e zone nascoste da visitare, il tutto correndo a bordo del vostro carro magico. Il movimento sulla mappa è completamente privo di vincoli e non limitato da turni o tempo, potrete girare a piacimento fermandovi ad affrontare i nemici o stordendoli con i razzi per proseguire senza essere disturbati: in poche parole, libertà assoluta.

Ancora una partita

Se fino a qui il titolo potrebbe non avervi convinto del tutto, aspettate di conoscere cosa The Behemoth vi ha riservato per il cuore del gioco, quel combattimento a turni che tanto si rifà a piccole perle del genere, purtroppo senza mai raggiungere quelle vette di profondità. Pit People, oltre alla cornice cartoon e demenziale, è infatti uno strategico ben congegnato dove il vostro party da sei personaggi dovrà affrontare in un combattimento mortale i nemici su griglie di gioco esagonali. Ogni unità ha dunque i suoi valori di movimento e statistiche che, in base all'equipaggiamento scelto, variano la potenza d'attacco i danni a distanza o la resistenza ai colpi. È tutto molto semplice da capire ed elementare da giocare, con l'unica variabile improvvisa introdotta da una sorta di libero arbitrio dei nostri personaggi che, in caso di più bersagli disponibili, sceglieranno in autonomia quale attaccare. L'impressione che il titolo trasmette così è quella di avere per le mani eroi vivi e non solo piccoli pupazzi da gestire a schermo, una sensazione ottima ma poco pratica se analizziamo il puro lato strategico. Mancano poi le classiche regole di accerchiamento, i danni alle spalle o ai fianchi e altri dettagli ormai divenuti canonici per i titoli di questo genere, lasciando in bocca quel retrogusto di buono ma con qualcosa che non riesce a convincere del tutto. A dar maggior spessore alle scelte tattiche ci deve pensare così la composizione del party, questa sì davvero piena di strategie nascoste. Ogni nemico che andrete ad affrontare sul campo di battaglia potrà infatti essere catturato, divenendo parte integrante del vostro esercito. Potrete così arruolare funghi venefici, fatine esplosive, mostri tenebrosi e chi più ne ha più ne metta, ognuno con specifiche caratteristiche e attacchi unici, da modificare poi a loro volta attraverso una pletora infinita di equipaggiamenti. Il trucco, per non annoiarsi, sta quindi nel cercare di modificare il più possibile il proprio gruppo, di adattarvi alle battaglie e di cercare di variare frequentemente le vostre strategie. A conti fatti però si finisce per forza di cose per affezionarsi a determinati personaggi, giocando sostanzialmente l'intera avventura sempre con il solito party, appiattendo e vanificando, purtroppo, la grande varietà offerta. Per mettere un po' di pepe allora, la soluzione definitiva è quella di attivare la modalità folle, dove le morti saranno permanenti, richiedendovi ancora più pianificazione e soprattutto costringendovi per forza di cose a variare la struttura della squadra dopo ogni scontro, collezionando e catturando più nemici possibili per non rimanere mai a secco di personaggi.

La recensione di Pit People

Mamma che stile!

Tutto questo ovviamente mentre i vostri guerrieri assumono le forme più strane, con copricapi assurdi in puro stile The Behemoth. La qualità è quella a cui siamo stati ormai abituati e i tratti, così come le cut scene e le animazioni, sono sempre di altissimo livello, il tutto coronato da una localizzazione in italiano che non può che far contenti e una voce narrante davvero sublime. Il gioco, disponibile su PC e Xbox One, è estremamente leggero e anche sulla nostra configurazione non ha dato segni di cedimento. È perfetto per essere giocato in sessioni mordi e fuggi ma pure lunghi pomeriggi in compagnia di Horatio non sono da disdegnare, capaci come sono di suscitare sempre con quella voglia di fare una nuova partita prima di fermarsi del tutto. Ad ampliare la già buona longevità ci pensa poi il multiplayer, che vale sicuramente qualche punto extra per la produzione. Si può infatti affrontare l'avventura in due giocatori in locale, sfidarsi nelle arene in PvP per provare nuove tattiche e strategie o gettarsi nelle sfide contro l'intelligenza artificiale in compagnia di un altro giocatore, tutti elementi di assoluto valore visto il panoramica videoludico attuale, intento come è a spingere sempre di più le esperienze per giocatori solitari.

La recensione di Pit People

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Multiplayer.it
8.0
Lettori (7)
8.6
Il tuo voto

The Behemoth fa ancora centro con un prodotto divertente e altamente sopra le righe. Non è probabilmente adatto a chi, negli strategici, cerca una profondità elevata ma se saprete accontentarvi di alcune decisioni chiaramente orientate verso il pubblico più casual potrete comunque trovare un titolo che riuscirà a tenervi impegnati per diverse ore, anche solo per il gusto di scoprire la trovata successiva o di vedere il plot twist che non vi aspettate. Valore aggiunto è sicuramente la modalità co-op, ormai perla rara in produzioni di questo tipo.

PRO

  • Co-op divertentissima
  • Storia e personaggi fuori di testa
  • Semplice da apprendere e dotato di buone meccaniche

CONTRO

  • Manca la profondità degli strategici più classici
  • Il rischio di limitarsi a usare sempre gli stessi personaggi è forte