A pochi giorni dalla cancellazione di Scalebound non è facile parlare in maniera positiva delle esclusive Microsoft. La line up della casa di Redmond per il 2017 sembra soffrire incredibilmente e all'orizzonte si stagliano nuvoloni cupi e carichi di pioggia. Pit People, la nuova produzione targata The Behemoth, non sarà forse in grado di rischiarare il cielo ma rappresenta comunque uno spiraglio luminoso per tutti i videogiocatori delusi dai recenti accadimenti, forte com'è di una direzione artistica clamorosa e di uno humor sopra le righe, che in più di un occasione ci ha ricordato il completo nonsense delle strisce del celebre Sio. Pit People per lo studio californiano è però anche una scommessa coraggiosa, un tentativo di aggiungere al prestigioso curriculum della compagnia uno strategico a turni, incastonando un'altra preziosa gemma tra quelle di Castle Crasher, Alien Homind e BattleBlock Theather.
Dal catalogo digitale di Microsoft arriva una piacevole sorpresa
Orsi apocalittici
L'idea alla base della storia è tanto folle quanto originale: un gigantesco orso spaziale è andato in rotta di collisione con il pianeta natio del nostro protagonista, causando una pioggia di sangue verde e portando lo scompiglio nell'intero regno. Il violento impatto muta la natura delle cose, dando vita ad un'ambientazione fiabesca unica e maestosa. Troveremo così sulla nostra strada enormi ciclopi, cavalieri cannibali e unicorni fatati ma anche tortini provenienti dal regno della cannella pronti a prestare servizio al nostro gruppo sacrificando parte della loro cremosità per ripristinare energia ai feriti. A differenza delle altri produzioni di The Behemoth, Pit People punta forte sull'atmosfera, con la voce narrante del sempre ottimo Will Stamper pronta a stimolare e far sorridere il giocatore, grazie a battute pungenti e un'opinione del tutto particolare degli avvenimenti.
Lo potremmo definire un narratore anarchico, con una visione univoca e a senso unico di quanto avviene a schermo, pronto in ogni occasione a denigrare il giocatore e il suo alter ego virtuale, in un concentrato esplosivo di gag e frecciatine continue. Horatio, l'eroe che impersoneremo in questa avventura, è alla disperata ricerca del figlio rapito e alla sua missione si aggiungeranno decine di altri eroi carismatici, ognuno con una storia fantasiosa da raccontare. Dalla principessa che vuole riprendersi il regno alla conquistatrice spagnola desiderosa di scoprire più terre inesplorate possibili, il ventaglio di situazioni offerte è più che buono, dando vita a una campagna principale solida, rinvigorita da un enorme quantitativo di quest secondarie, folli tanto quanto il resto della produzione. Durante la nostra prova (durata circa tre ore) abbiamo solo scalfito la superficie della gioco, con un impietoso contatore bloccato a un misero 3% del completamento. Seppure il grosso dell'iceberg sia ancora sommerso, l'accesso in anteprima a questa corposa demo ci ha permesso di saggiare il sistema di combattimento nella sua interezza e verificare la solidità del sistema di gioco. Pit People è un classico gioco di ruolo a turni su griglia esagonale e trae ispirazione dai massimi esponenti del genere proponendo però al contempo qualcosa di originale. La produzione di The Behemoth fonda tutto il gameplay sul corretto posizionamento dei nostri alleati sul campo di battaglia, lasciando che sia poi l'intelligenza artificiale (e a volte la casualità) a fare il lavoro sporco. In maniera inusuale non è infatti possibile decidere quale bersaglio far attaccare ai nostri eroi nello specifico dato che questi si limiteranno a colpire qualsiasi cosa sia alla loro portata. Gli arcieri faranno fuoco non appena avranno un bersaglio disponibile mentre, se circondati da due o più nemici, i combattenti corpo a corpo sceglieranno in autonomia su chi concentrarsi, senza la benché minima possibilità di impartirgli ordini. Sulle prime la scelta sembra spiazzante ma affinando le proprie strategie ci si rende conto che è questo a rendere Pit People così tremendamente coinvolgente e affascinante. La curva di difficoltà, per quanto visto, ci è sembrata ben bilanciata, con molteplici meccaniche da assimilare, semplici ma in grado di dare vita a tattiche più profonde se utilizzate con la giusta alchimia. D'altra parte, l'intelligenza artificiale risulta sempre aggressiva e il livello di difficoltà "Insane", attivabile a piacimento una volta giunti in città, dovrebbe garantire il giusto livello di sfida anche per i giocatori più esigenti.
Non voglio più separarmi dal mio magico unicorno
La personalizzazione dei combattenti è altresì particolarmente importante. Vincendo gli scontri o semplicemente gironzolando liberamente per la mappa (a bordo del nostro carretto magico) entreremo in possesso di nuovi pezzi di equipaggiamento e denaro per vestire e reclutare nuovi eroi, opzioni che vi daranno la possibilità di adattare al vostro stile di gioco l'intero party. Potrete così pensare di strutturare una squadra dedita a tattiche mordi e fuggi, a dare vita a un party ben bilanciato o ancora riempire i sei slot a vostra disposizione con i mostri più strani che riuscirete a catturare.
Durante le battaglie vi sarà infatti concesso di tentare di ingabbiare, letteralmente, l'ultimo membro della squadra avversaria, rendendolo di fatto un vostro alleato per il resto dell'avventura. Ogni eroe o mostro rappresenta una classe determinata ma è comunque possibile intervenire attivamente per modificarne le caratteristiche basilari. L'interfaccia intuitiva, dai colori brillanti, è di facile lettura ed è estremamente semplice capire quali bonus e malus i vari equipaggiamenti apportano agli eroi. Le modifiche avvengono sia dal mero punto di vista del gameplay, aumentando danno, resistenza o facendovi guadagnare abilità specifiche sia da quello più modaiolo, con la possibilità di modificare l'aspetto dei vostri eroi scegliendo tra migliaia di skin per armi e armature. Gli artisti di The Behemoth si sono ovviamente sbizzarriti e oltre alle classiche spade e armature medievaleggianti la fantasia, o qualche altra sostanza non meglio definita, li ha portati a viaggiare con l'immaginazione mettendo sul piatto frecce che sparano archi, aeroplanini di carta mortali, coni gelato da usare come mazze o ancora tavole da surf masticate dietro cui far nascondere i vostri guerrieri. L'unica perplessità riguarda forse le informazioni un po' fumose sui danni e le resistenze, le percentuali di hit o miss e tante altre piccole statistiche che i giochi di ruolo a turni fondono come dogma imprescindibile nel loro DNA e che potrebbero mancare ai giocatori più attenti. La varietà di personaggi si attesta sullo stesso grandioso livello degli equipaggiamenti ed è talmente buona che il vostro gruppo dopo solo qualche ora di gioco sarà un poutpourri di demoni e pucciosi esserini agguerriti, un mix incredibilmente efficace per rendere unica ogni armata. E questo è un elemento particolarmente importante per Pit People dato che sarà possibile, anzi consigliato, affrontare l'avventura in cooperativa con un amico o, perché no, con un perfetto sconosciuto tramite internet o, se preferite, addirittura in locale. Due gruppi potranno così tentare di ripristinare le sorti del regno, coordinandosi sul campo di battaglia sopperendo l'uno alle mancanze dell'altro, dando vita a scontri di raro divertimento.
CERTEZZE
- Storia e personaggi fuori di testa
- La co-op è un elemento centrale per la produzione
- Potenzialmente infinito
DUBBI
- Il rischio di una marcata ripetitività è dietro l'angolo
- Mancano statistiche dettagliate per i combattimenti