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Un capolavoro mancato: il disastro di Scalebound

Un inaspettato quanto sconcertante incidente per Platinum Games

SPECIALE di Dario Rossi   —   11/01/2017

Spiazzante e non richiesto come una doccia fredda, l'esito anticipato del destino di Scalebound è piombato come una scure in una tranquilla serata invernale, ma probabilmente il colpo era stato già preparato da parecchio. L'esclusiva Microsoft realizzata in partnership con Platinum Games era stata presentata nel corso dell'E3 2014, proprio durante la conferenza della casa di Redmond. Irriverente ma anche classico, abbellito con l'inconfondibile stile della casa giapponese, il nuovo parto di Hideoki Kamiya presentava un improbabile sodalizio tra un ragazzo guerriero piuttosto "cool" (Drew) e un possente dragone (Thuban).

Un capolavoro mancato: il disastro di Scalebound

Parlando di sviluppatori giapponesi era improbabile aspettarsi formule convenzionali, e infatti il baldo giovane si presentava affettando nemici a tempo di musica techno sparata violentemente dalle sue cuffie, creando improbabili quanto esaltanti commistioni tra modernità e classicismo fantasy. Era difficile non portare paragoni con Dante e la serie di Devil May Cry, non troppo sorprendente con Kamiya dietro ai lavori. Tutto questo era Scalebound, previsto per Xbox One e PC proprio entro quest'anno, dopo un posticipi che già aveva creato una serie di dissensi. Purtroppo però non scopriremo mai cosa ci avrebbe riservato il mondo di Draconia del gioco, poiché il titolo è stato cancellato con un conciso ma inequivocabile comunicato da parte di Microsoft. Purtroppo ci eravamo già passati con Fable Legends, ma se in quel caso la tribolazione dello sviluppo sembrava piuttosto evidente, Scalebound si era mostrato in buona forma nel corso della Gamescom 2015, introducendo anche una modalità co op. Invece è calato un sipario funebre che ci ha lasciati davvero sbigottiti, cerchiamo quindi di raccogliere insieme i cocci di questo disastro, cercando nel contempo di tracciare un quadro sui possibili sviluppi per questo talentuoso team.

Ci sono poche speranze di immaginare un nuovo futuro per Scalebound

Vita da drago

La storia di Platinum Games non è lunghissima, ma sicuramente intensa e memorabile. Nato nel corso di una fusione nel 2006 e attingendo dalle basi del Clover Studio di Capcom, il gruppo vedeva tra i personaggi chiave lo storico Shinji Mikami (Resident Evil, The Evil Within), poi passato a Tango Gameworks, e lo stesso Hideki Kamiya, come avrete già intuito il "papà" di Devil May Cry. Nomi rilevanti dai quali non poteva che nascere un gruppo talentuoso e specale. Platinum ha sempre mostrato un timbro ben preciso nelle sue produzioni, marcatamente orientate all'action di stampo giapponese. Dalle loro sapienti mani provengono produzioni come Vanquish, Metal Gear Rising: Revengeance, la serie di Bayonetta e il prossimo Nier: Automata. Titoli di qualità e dal forte carattere,che hanno contribuito a diffondere la fama di questo gruppo tra gli appassionati.

Un capolavoro mancato: il disastro di Scalebound
Un capolavoro mancato: il disastro di Scalebound

Attivo come forse mai negli ultimi anni, il team ha portato avanti diversi progetti, non dimentichiamo Star Fox Zero per Nintendo, ma era proprio Scalebound a rappresentare uno dei titoli più ambiziosi e voluti dalla casa di sviluppo. Ad ammetterlo è proprio Kamiya, che fin dalla presentazione del progetto ha messo in gioco la sua immagine, con qualche capriccio tipico della sua persona. Ma le cose sembravano procedere bene e la strada verso il compimento di uno dei sogni del team apparentemente definita. A quanto pare, Scalebound è sempre stato negli interessi della casa fin dalla sua fondazione, passando da diverse fasi concettuali a cavallo tra le varie produzioni di Platinum, inclusi Bayonetta e The Wonderful 101. Il progetto ha cambiato più volte forma fino al 2013, anno in cui ha finalmente avuto inizio lo sviluppo vero e proprio. La collaborazione con Microsoft sembrava rappresentare quella spinta in più che serviva al gruppo per l'ambito salto di qualità, con un motore grafico evoluto e un aspetto visivo molto più realistico rispetto alle loro passate produzioni. Ma anche uno sviluppo - almeno da quanto visto - più aperto a dinamiche open world, anche se sempre legate a una formula action che pone ancora grande enfasi nei combattimenti. Non ultimi gli elementi da gioco di ruolo, ravvisabili anche nel materiale promozionale, rappresentavano un territorio sostanzialmente nuovo per il team. Si è trattato quindi di un disastro di proporzioni rilevanti anche per la stessa carriera di Platinum Games, tanto che i rumor che attualmente circolano in merito alla vicenda sono tutt'altro che rassicuranti. Sembra che il livello di stress raggiunto tra le mura di Platinum fosse ormai ben oltre i livelli di guardia, indicando l'interruzione dei lavori per preservare la sanità mentale dei dipendenti, incluso lo stesso Kamiya. Una situazione veramente pessima che nessuno si sarebbe veramente aspettato. Il boss di Xbox Phil Spencer si è limitato a commentare la decisione come "difficile ma necessaria". Nel frattempo ogni traccia del gioco sembra sia in procinto di una triste rimozione. Con molta probabilità non sapremo mai quali sono stati i motivi esatti che hanno portato alla sorprendente e tragica cancellazione del titolo.

Il giorno dopo

Purtroppo sembrano esserci poche speranze di immaginare un nuovo futuro per Scalebound. La proprietà intellettuale è interamente nelle mani di Microsoft, d'altronde parlavamo di una delle più importanti esclusive del 2017 per Xbox e Windows 10, che detiene i diritti sul materiale, avendolo finanziato fin dall'inizio dei lavori.

Un capolavoro mancato: il disastro di Scalebound

L'eventualità di un ripensamento da parte della casa di Redmond, l'unica reale possibilità di salvare il franchise, è decisamente remota, mentre vendere eventualmente la proprietà intellettuale a terze parti comporterebbe una spesa ingente, anche solo per recuperare i finanziamenti investiti per tutto il ciclo di sviluppo. Purtroppo, anche se ci costa un enorme sacrificio riconoscerlo, l'unica ipotesi davvero accettabile è che Scalebound è definitivamente morto. Tuttavia è sempre importante guardare avanti, e il prossimo futuro potrebbe però portare interessanti novità a Platinum Games: la casa deve ancora cogliere i frutti del suo Nier Automata, lo spin-off di Drakengard pubblicato da Square Enix, che vedremo a marzo su PlayStation 4 e PC, mentre Nintendo potrebbe offrirci inaspettate sorprese con la sua nuova console Switch, anche questa prevista per marzo. Ricordiamo che, nonostante sia un team indipendente, esiste un legame molto forte tra la casa di Kyoto e Platinum, che potrebbe portare a svolte interessanti. I piani per un ipotetico Bayonetta 3, almeno a livello di intenzioni, non sono mai stati negati da Kamiya, ma anche un Vanquish 2 sarebbe decisamente gradito. Switch potrebbe rappresentare una potenziale, grande piattaforma di sviluppo per lo studio di Osaka. E chi sa se, volando clamorosamente con la fantasia, potrebbe prospettarsi una vera e propria acquisizione da parte di Nintendo?