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La recensione di Lichtspeer

Un folle action game a base di giavellotti astrali

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   07/03/2018

Tanto per incominciare, un'imprecisata divinità germanica della luce prende il protagonista, opportunamente dotato di mustacchio a ferro di cavallo, e decide di farlo combattere contro orde di nemici. Così, per spassarsela. Siccome poi il tapino in questione ha dei ridicoli pugni che non sarebbero abbastanza forti da resistere all'impegno richiesto - come affermato sempre dal teutonico dio suddetto - gli dona il potere di lanciare giavellotti luminescenti dalle mani, con la possibilità di potenziarne gli effetti e aggiungere anche ulteriori abilità di supporto. Ecco qua la premessa di Lichtspeer, che come potete dedurre è un titolo basato su un concetto alquanto particolare: di fatto è una sorta di Angry Birds come meccanica, ma con elementi che richiamano anche il tower defense sotto diversi aspetti. Insomma ci troviamo soli contro un quantitativo abnorme di nemici che riempiono lo schermo con le lance luminose come arma per sconfiggerli prima che questi raggiungano la nostra posizione all'estremità dello schermo.

La recensione di Lichtspeer


Ogni livello è composto da una singola schermata, nella quale gli avversari compaiono dal lato opposto al nostro e avanzano camminando, volando o muovendosi in qualche maniera verso la nostra posizione, più o meno velocemente. Il nostro compito è abbatterli prima che ci raggiungano e non è sempre una missione semplice, specialmente nelle fasi più avanzate. Tramite un intuitivo sistema di controllo, muovendo il dito sul touch screen alziamo e abbassiamo la mira cercando di individuare la giusta traiettoria per colpire il bersaglio, con la possibilità di attaccare i punti deboli (solitamente la testa) in modo da ridurre il quantitativo di colpi necessari per abbattere i nemici. Se manchiamo un colpo, la divinità si prenderà gioco di noi ma se ne sbagliamo troppi potrebbe decidere di toglierci direttamente dal mondo anche senza aspettare che ci pensino i vari mostri. Con una trovata decisamente simpatica, il protagonista viene rimpiazzato nel caso da uno uguale con lo stesso nome ma un numero romano progressivo accanto.

Giavellotto astrale

Il controllo è dunque intuitivo, basato su brevi tocchi e spostamenti delle dita sullo schermo, anche perché il tempo per mirare e scagliare i dardi è veramente limitato considerando che ci si trova sotto assedio continuo. Un problema di questa impostazione emerge al livello ergonomico: tenendo le mani ai lati dello schermo, con le dita in prossimità dei bordi (toccando con due dita o con varie combinazioni di movimenti si attivano le abilità secondarie) si tende a coprire delle parti importanti dello schermo e la cosa risulta fastidiosa. L'impostazione del gioco ovviamente tende ad esaltare la ricerca del punteggio e mantenere un buon ritmo di colpi a segno, magari sui punti deboli dei nemici, fa aumentare il moltiplicatore in modo da creare la solita meccanica progressiva della performance indirizzata all'high score. Se si manca il bersaglio si perde il moltiplicatore, ma se si continua a mancare ci troviamo a dover ripartire dall'inizio del livello, eventualità che capita anche con un semplice colpo da parte degli avversari. Per semplificare un po' la vita e al contempo approfondire questo basilare sistema di combattimento, è possibile investire il denaro accumulato durante gli scontri (chiamato curiosamente LSD ma da non confondersi con il celebre acido lisergico: in questo caso la sigla sta ovviamente per "Licht Standard Denomination") in abilità secondarie attive o passive, che funzionano attraverso tasti con cooldown diventando praticamente fondamentali nel corso dei livelli più avanzati. La rappresentazione spigolosa e stilizzata del mondo e dei personaggi di Lichtspeer riesce ad essere funzionale al gioco, mantenendo chiarezza nell'azione, ma anche alquanto elegante nella sua follia retro-futuristica, con l'umorismo che rimane sempre ben presente in ogni situazione.

La recensione di Lichtspeer

Conclusioni

Multiplayer.it
7.8
Lettori
ND
Il tuo voto

È strano che Lichtspeer sia uscito prima su PC e console e solo in un secondo momento sia giunto sulle piattaforme mobile perché sembra un gioco pensato appositamente per i dispositivi con touch screen. Questo vuol dire che raggiunge la sua massima espressione proprio nella versione iOS che abbiamo testato in questa recensione, nonostante il problema ergonomico delle mani che possono coprire porzioni importanti di schermo. La scelta di giocare col tedesco e con l'aspetto austero, che si addice bene alla tronfia divinità che ci comanda, crea un clima simpatico e accattivante, mentre i controlli semplici invogliano a proseguire nonostante la meccanica tenda a rimanere sempre molto simile a sé stessa.

PRO

  • Meccanica semplice ma divertente e intuitiva
  • Ottima ambientazione e caratterizzazione
  • Sul touch screen dà il meglio di sé

CONTRO

  • Qualche problema di visibilità derivante dall'ergonomia
  • La monotonia emerge dopo un po' di sessioni