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La recensione di Scribblenauts: Showdown

Uno spin off simpatico ma poco convincente

RECENSIONE di Simone Pettine   —   09/03/2018

Se conoscete la serie Scribblenauts, siete delle persone fortunate. Quando il primo capitolo arrivò su Nintendo DS, fu accolto come una delle esperienze più originali degli ultimi anni, e per certi versi lo è ancora. La formula di Scribblenauts era ed è rimasta infatti intuitiva, una volta tolti tutti i fronzoli aggiunti nel tempo. Pensiamo una parola, la digitiamo, e l'oggetto si materializza nel mondo di gioco. Gran parte del divertimento è lì: pensare a cosa potremmo far apparire dal nulla, per risolvere una determinata situazione. Le aggiunte più importanti dei sequel sono state l'introduzione degli aggettivi per arricchire le possibilità di gioco, e la capacità di connettere tra di loro gli oggetti. Scribblenauts Unlimited era il punto finale di questa evoluzione: di più, in un gioco del genere, non si poteva fare. Non senza snaturarlo, almeno. Andava bene così. Poi qualcuno ha avuto l'idea geniale di prendere Scribblenauts, con le sue atmosfere simpatiche e colorate, e trasformarlo in un party game. Sembra che dal puzzle game al party game il passo sia più breve di quanto credessimo.

Va bene, ma dov’è Scribblenauts?

Siamo seduti a tavola, una sfida all'ultima portata dove vince chi riesce a mangiare per primo tutto il contenuto del proprio piatto. Scuotendo l'analogico sinistro ingurgitiamo il pasto, con il dorsale R2 mandiamo giù il boccone prima che l'indicatore si riempia troppo, col rischio di vomitare tutto. Stremati, riusciamo a bilanciare i comandi e a finire il pranzo prima dell'avversario, che si accascia stremato sul tavolo. Abbiamo vinto il primo minigioco di Scribblenauts: Showdown, uno dei tanti offerti dalla produzione. D'accordo, ma dov'è Scribblenauts? Scribblenauts è un contenitore, un enorme calderone da cui prelevare facilmente oggetti e situazioni simpatiche con cui condire minigiochi che altrimenti sembrerebbero fin dall'inizio banali. La serie ha il suo stile ben riconoscibile, esseri animati e inanimati che riescono sempre a strappare un sorriso; magari anche soltanto ricordandosi i bei tempi andati in cui dovevamo semplicemente risolvere indovinelli e situazioni, pensando alla parola giusta nel momento giusto. Il menù iniziale ci accoglie con la sua buona dose di colori, e poche icone a schermo. Impossibile sbagliarsi: due delle tre modalità di gioco proposte consistono in minigiochi mordi e fuggi, la terza è un taglia e cuci di Scribblenauts Unlimited messa insieme il più frettolosamente possibile. Di questa vi parleremo più avanti, concentriamoci ora sull'essenza party game della produzione, sulla quale è stato investito il maggior numero di risorse.

La recensione di Scribblenauts: Showdown

La prima modalità di gioco proposta si chiama Versus. Un nome, un programma: si connette il secondo controller alla console, si seleziona il numero di match necessari per vincere, e si comincia ad affrontare un minigioco dopo l'altro. Possiamo scegliere se la sfida deve essere basata sulle "parole" o sulla "velocità", o volendo su tutte e due le cose assieme. In realtà la differenza è davvero minima, dato che tutti i minigame richiedono la giusta dose di riflessi pronti e velocità, più che vera e propria abilità. Nella modalità "parole" si cerca di salvare in qualche modo quella che è la filosofia di Scribblenauts, ovvero il potere dell'immaginazione verbale. Per esempio, nella sfida a base di manicaretti di cui vi dicevamo sopra, il gioco chiede di scegliere che cosa dovranno mangiare i due contendenti. Se il tema è "animali del deserto" possiamo digitare "Scorpione", oppure "Coccodrillo". Alcune parole portano evidenti vantaggi, perché uno scorpione è più piccolo di un coccodrillo, quindi si fa prima a mangiarlo. Ma non crediate che la strategia sia così importante, i casi in cui è davvero richiesta sono esigui. E ad ogni modo la presenza della modalità Parole è un mero pretesto per cercare di unire la filosofia della serie al party game, senza riuscirci troppo. Le sfide della modalità Versus restano piacevoli, rapide e indolori: in una serata tra amici possono offrire un po' di intrattenimento. Ciò che non convince è il loro numero limitato (sono una trentina), la loro ripetitività di fondo, i controlli non sempre affidabili e pratici, e in generale il loro essere affidate più al caso che all'abilità dei giocatori.

La recensione di Scribblenauts: Showdown

Con la seconda modalità di gioco proposta va un po' meglio, e non riusciamo a capire perché non è stata pensata come quella base dell'intero titolo. Si tratta di "Sfida finale", un ibrido tra il Gioco dell'Oca e un gioco di carte. Ad ogni turno si pesca una carta e se ne gioca una dalla propria mano: il nostro personaggio si sposta sulle caselle di un tabellone e dobbiamo arrivare alla sua fine prima degli altri. Alcune carte ci consentono di avanzare, altre fanno retrocedere gli avversari. Ovviamente anche qui l'obiettivo è puntare il riflettore sui minigiochi: affinché la carta giocata abbia valore dobbiamo vincere il party game proposto, altrimenti il bonus verrà utilizzato dal nostro avversario. L'idea alla base funziona e la modalità offre la sua buona dose di divertimento. Certo, se giocate da soli contro l'intelligenza artificiale il titolo perde quasi tutta la sua ragione d'essere. E resta sempre quella vocina di fondo a insinuare che Scribblenauts: Showdown sia solo un pretesto per offrire una serie di minigiochi dalla qualità non sempre convincente.

Trofei PlayStation 4

Scribblenauts: Showdown offre ai giocatori la possibilità di portarsi a casa un bel Trofeo di Platino. Non si tratta di una sfida troppo impegnativa, è sufficiente giocare e rigiocare tutti i minigiochi e accumulare un bel po' di Starite. Sbloccando uno alla volta tutti i collezionabili del titolo automaticamente sbloccheremo anche la maggior parte dei trofei. Non ci sono obiettivi da sbloccare online, e quelli da ottenere in multiplayer locale dovrebbero essere ottenibili anche semplicemente giocando contro l'IA. Al limite collegate un secondo controller e il gioco è fatto.

Non solo multiplayer

Se Scribblenauts: Showdown è certamente un titolo pensato per giocare in compagnia degli amici, questo non vuol dire che Maxwell e le sue Starite siano state gettate in un angolo per sempre. Ecco quindi che la terza (e a conti fatti ultima) modalità di gioco è quella Sandbox. Leggi: la riproposizione dei contenuti di Scribblenauts Unlimited, tagliuzzati, variati, ma non così tanto da renderli irriconoscibili. Ci spostiamo tra ambienti diversi, abitati da buffe creature, animali ed esseri umani di ogni tipo. Il nostro compito è guidare Maxwell all'interno di un piccolo livello a piattaforme, esaudendo i desideri dei presenti. Molto spesso le situazioni sono esilaranti e improbabili, e proprio per questo efficaci: siamo nella giungla e un povero nativo piange davanti al fuoco perché ha bisogno di un fungo? Basta digitare con il controller alla mano la parola "fungo", e possiamo renderlo felice. La meccanica è quella del puzzle game, ad ogni obiettivo raggiunto corrisponde una ricompensa in Starite, ovvero stelline luminose; possiamo poi spenderle per acquistare tutta una ricca serie di contenuti con cui variare le altre modalità di gioco. Ed ecco che qui Scribblenauts: Showdown torna a mordersi la coda. Propone una modalità Sandbox per ricordare che Scribblenauts è ben altro che una somma di minigiochi alla rinfusa. Però a sua volta la modalità Sandbox serve ad accumulare Starite con cui sbloccare accessori, personaggi, "parole" da utilizzare nei minigiochi, e quindi si ricomincia da capo. Può essere buona, fino ad un certo punto, l'idea di utilizzare le stelle per sbloccare animali e oggetti nuovi, da materializzare pronunciando la rispettiva parola. Non si tratta infatti di materiali comuni, ma spesso esotici: in questo modo si potrebbe persino dire che si arriva ad arricchire il proprio lessico, ad imparare termini nuovi o l'esistenza di specie animali che non conosciamo. Soprattutto se giocato in compagnia di bambini, si tratta di una feature che ha senso. È tutto il palcoscenico che non convince. Scribblenauts: Showdown non riesce a non sembrare l'occasione di sfruttare una serie famosa per proporre qualcosa che da lei resta lontanissimo. E i minigiochi presenti non sono neanche così validi da giustificare uno spin-off. Persino le tracce audio sono riprese di peso dagli episodi precedenti del franchise.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
6.0
Lettori
ND
Il tuo voto

Scribblenauts: Showdown è un party game che eredita dal franchise personaggi, atmosfere e parzialmente la sua celebre meccanica a base di parole e immaginazione. I risultati, purtroppo, non sono dei migliori: non è un vero Scribblenauts in grado di innovare una formula consolidata, e non è neppure un insieme valido di minigiochi. Diverte per le prime ore, poi finisce abbandonato in un angolo: il carisma della serie non può compensare un'offerta contenuta e semplicistica, mai davvero in grado di offrire sfide interessanti o colpi di genio. La modalità Sandbox è il "vero" Scribblenauts, relegato a contentino per i fan. Almeno il prezzo proposto è onesto.

PRO

  • I mini giochi sono molto immediati
  • Visivamente è subito riconoscibile
  • La modalità Sandbox ha sempre il suo fascino

CONTRO

  • Sfide piuttosto banali
  • Controlli non sempre precisi
  • Giocato da soli non ha molto da offrire