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La seconda giovinezza di Guybrush Threepwood

Woof, woof woof. Arf, woof. Grrrr... LeChuck! - dialogo tratto da The Secret of Monkey Island.

RECENSIONE di Andrea Rubbini   —   17/07/2009

Versione testata: PC

Questa edizione speciale di The Secret of Monkey Island ha diversi giocatori modello. Il primo è quello che ha usato per sbaglio i vecchi floppy del gioco come posa bicchiere. Per lui, c'è la possibilità di rigiocare l'intera avventura così come appariva all'epoca. Poi c'è quello che si vanta di non aver acquistato più un gioco dopo il 1995, ma che in realtà passa le ore con Guitar Hero. Ecco, per lui quest'edizione può essere giocata con i personaggi e gli sfondi interamente ridisegnati a mano. Poi c'è quello che ha come unico legame con il titolo, l'espressione vacua da scimmia di fronte a tutto questo. Nessun problema, The Secret of Monkey Island - Special Edition viene incontro anche a lui, basta leggere il prossimo paragrafo per capire come.

La seconda giovinezza di Guybrush Threepwood

Vi teniamo sulle spine eh? Come no... Ma un po' di storia è necessaria. Era il 1990 quando LucasArts (a quel tempo LucasFilm) sconvolse il mondo dei videogiochi (no, davvero, fu un grande momento), con The Secret of Monkey Island. Furono tanti i talenti che contribuirono a fare di questo gioco una delle avventure punta e clicca più amate di sempre, ed è importante ricordarli. L'ideatore fu Ron Gilbert, che seguì la saga fino al secondo capitolo. E' per questo che i fan tendono a non considerare il terzo e il quarto episodio della serie, che si rivelarono difatti deludenti. Al suo fianco c'erano anche David Grossman e Tim Schafer. Michael Land compose le musiche, mentre Steve Purcell curò la grafica. Michael Land e David Grossman sono all'opera tuttora dietro alla serie Tales of Monkey Island sviluppata da Telltale, che si rifà proprio al vecchio brand del 1990. Tutto chiaro? Bene. Cos'è successo nel frattempo a Ron Gilbert e a Tim Schafer? L'ultimo ha firmato capolavori come Grim Fandango, Day of the Tentacle e Psychonauts, ed è da poco tornato agli onori della cronaca con Brutal Legends. Per quando riguarda Ron invece, chiedetelo direttamente a lui, il suo blog è GrumpyGamer.

Curiosità

The Secret of Monkey Island - Special Edition è un remake della quasi omonima avventura grafica uscita nel 1990, rivisitata dal punto di vista grafico, delle musiche e dell'interfaccia. A questo primo capitolo seguirono Monkey Island 2: La vendetta di LeChuck (1991), La Maledizione di Monkey Island (1997) e Fuga da Monkey Island (200). Di recente, Telltale ha acquisito la licenza del marchio per una nuova serie di episodi, intitolati Tales of Monkey Island. Il primo di questi è già stato recensito da Multiplayer.it a questo indirizzo.

Con gli anni si perdono pixel

Gilbert si augura sul suo blog che questa nuova edizione possa attirare l'attenzione di quei giocatori che sanno usare solo il controller delle console (non è un'offesa). Per potercela fare, LucasArts ha rivisto diversi elementi del gioco, a cominciare dalla grafica, che ha subito un restyling notevole. A pelle, ci ha convinto di più LeChuck rispetto a Guybrush, che ha un taglio di capelli da rave di Rotterdam di fine anni '80; ma su questo ognuno avrà la sua da dire. In ogni caso, mentre i fondali sono deliziosi, i personaggi hanno spesso un che di amatoriale, più vicino alla fan-art che al lavoro di un professionista. Da notare inoltre che i nuovi disegni ricalcano fedelmente la struttura sottostante, e che le animazioni sono rimaste quelle di una volta: l'effetto è dapprima grottesco, ma poi si adatta così bene all'avventura da far sospettare che sia voluto. Insomma, non toglie nulla allo spirito del gioco. Anche le musiche sono state rimasterizzate, portando nuovo lustro alla famosa colonna sonora. E dobbiamo dire con più successo di quanto siano riusciti a fare i Telltale nel primo capitolo di Tales of Monkey Island.

La seconda giovinezza di Guybrush Threepwood

L'aspetto più rilevante comunque, riguarda l'interfaccia. Questo titolo esce anche su Xbox 360, e si deve adattare alle esigenze di un pubblico nuovo. Innanzitutto, la serie dei verbi non è mai presente su schermo, ma deve essere richiamata con un tasto. Inoltre, il cursore è divenuto una pratica icona che offre subito la possibilità di selezionare l'azione più ovvia rispetto a un oggetto (come per esempio aprire una porta). Ancora più importante, il gioco incorpora un robusto sistema di suggerimenti. The Secret of Monkey Island, per chi non lo conosce, è un gioco di quelli dove ci si può bloccare per ore su di un enigma. Mettiamoci pure che i sottotitoli sono in italiano e che gli attori originali hanno doppiato nuovamente i personaggi, e ci troviamo con un'opera di restauro a cinque stelle. E quindi, diranno alcuni, perché tanta agitazione?

La x marca un tesoro

In questi giorni, LucasArts ha riproposto su Steam molte delle sue avventure storiche; tutte splendide, nessuna esclusa. Perché allora è stato scelto The Secret of Monkey Island per tentare l'arrembaggio dei nuovi giocatori (che non è detto siano giovani)? Certo, è un gioco pieno di personaggi carismatici, la storia è così originale da rimandare alla personalità di Ron Gilbert,

La seconda giovinezza di Guybrush Threepwood

e il suo umorismo rimane tuttora leggendario per i giocatori che hanno imparato a memoria intere battute di dialogo. In effetti, Monkey Island è un piccolo mondo autosufficiente, con le sue isole, le sue nemesi e le sue idiosincrasie. Ci sono le scimmie, l'amore, i pirati, il voodoo, e tutto quanto può ruotare intorno a questo circo caraibico. Insomma, non sappiamo rispondere alla nostra domanda. E' stato il talento delle persone che ci hanno lavorato e la congiuntura storica a farne un capolavoro senza tempo. Qualcosa di simile dev'essere capitato con la trilogia di Star Wars. Certe opere sembrano uscire al momento giusto per mandato divino, mentre dietro ci sono soltanto uomini. Uomini con qualcosa in più, e non sapendo come chiamarlo, lo marchiamo con una x.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.2
Lettori (152)
9.3
Il tuo voto

Non sappiamo dov'eravate nel 1990, o cosa facevate. Forse non eravate ancora nati. Adesso però, con una nostalgica operazione di marketing (finalmente lo abbiamo detto), LucasArts offre a tutti una seconda opportunità per godere nuovamente di una delle avventure grafiche più amate degli anni '90, o una seconda opportunità per non farsela sfuggire ancora. Di nuovo c'è che l'aspetto grafico è stato rivisto (non sempre con successo), e che l'interfaccia è adesso più pratica e attuale, mantenendo però le caratteristiche principali. Di buono invece, c'è che mai si sono riuniti in una volta sola tanti talenti come in quell'anno fatidico. Ron Gilbert, David Grossman, Tim Shafer, Michael Land e Steve Purcell erano tutti a far merenda allo stesso tavolo, e il risultato è stato questo primo, irripetibile lampo di genio. Per meno di dieci euro, vi portate a casa la storia. Cos'altro possiamo aggiungere?

PRO

  • Dialoghi irriverenti e geniali
  • Un furore di trovate narrative
  • Se il diavolo è nei dettagli, qui fa un caldo d'inferno

CONTRO

  • Se il nuovo stile non vi piace, non sarà quello originale a convincervi

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core 2 Quad Q6600
  • RAM: 2 GB
  • Scheda video: GeForce 8800 GT
  • Sistema operativo: Windows Vista

Requisiti minimi

  • Sistema Operativo: Windows XP / Vista
  • Processore: Intel Pentium 4 3 GHz o AMD Athlon 64 3000+
  • RAM: 256 MB RAM, 512 MB per Vista
  • Scheda video: 128 MB con supporto per Shader Model 2.0
  • DirectX: Versione 9.0c o superiore
  • Scheda audio: Compatibile con DirectX 9.0c