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Il mondo nel palmo della mano

Paradox ci porta ancora una volta nel cuore pulsante del secondo conflitto mondiale e lo fa senza bisogno di sangue, motori grafici da un milione di dollari o tecnologie strabilianti.

RECENSIONE di Mattia Armani   —   26/08/2009

Tre fazioni, tra il 1936 e il 1948, si contendono la possibilità di plasmare e gestire la Terra secondo la visione che loro appartiene. Tre modi di vedere il mondo e pensare la guerra che rappresentano l'estremizzazione dei tre grandi movimenti che sono alla base della società moderna. Asse, Alleati e Comintern, l'Internazionale comunista. Solo alcuni paesi sono già raccolti sotto l'egida di queste tre fazioni e sono quelli che non possono farne a meno per non scardinare le fondamenta della storia. Le altre nazioni, un centinaio di paesi assortiti per risorse e filosofia, sono contesi militarmente e politicamente. E' infatti possibile usare la diplomazia per convincere i governi ad unirsi alla fazione che abbiamo scelto mentre l'intelligenza artificiale si occuperà delle relazioni diplomatiche con le altre. Ovviamente anche questa possibilità deve fare i conti con gli avvenimenti storici che puntualmente si verificheranno e manterranno un certo "sentiero" su cui far procedere gli eventi.

Il mondo nel palmo della mano

Nonostante ciò il giocatore mantiene un discreto controllo su quanto accade e per un appassionato di storia può essere interessante vedere cosa sarebbe potuto succedere se l'Olanda o la Francia avessero resistito all'invasione tedesca. Insomma il tentativo è quello di consentire una congrua possibilità di scelta mantenendo una certa coerenza storica che consente di puntellare l'esperienza di gioco con eventi realmente accaduti senza che questo causi incongruenze. Una scelta comprensibile considerando che gran parte dell'appeal di Hearts of Iron III è legato all'atmosfera del periodo e agli eventi che hanno plasmato le sorti del pianeta.

Semplicemente complesso

Hearts of Iron III è uno strategico autentico. Un enorme tavolo da gioco pieno di province, regioni, nazioni e alleanze che se la danno di santa ragione lungo un numero impressionante di confini. Si parla di oltre diecimila zone che incorniciano tutti i capoluoghi del mondo o quasi. Il menu iniziale ci offre la possibilità di cominciare la campagna da specifici momenti che vanno dal periodo prima della guerra fino all'ultimo anno del conflitto. E' anche possibile customizzare la campagna o scegliere uno dei quattro scenari pre impostati.

Il mondo nel palmo della mano

Per nostra fortuna la natura classica e complessa del titolo non ha impedito ai ragazzi di Paradox di rendere l'accesso alle meccaniche di gioco meno elitario e macchinoso. L'interfaccia è la stessa di Europa Universalis, molto più razionale e facile da navigare delle precedenti, e anche per Hearts of Iron è giunto il momento di adottare modelli tridimensionali per truppe e mezzi, fattore che rende molto più piacevole e comprensibile la lettura della mappa. Inoltre con la nuova interfaccia diventa molto meno faticoso gestire i contratti finanziari, i prestiti, la capacità produttiva, le risorse energetiche e la possibilità di fornire rinforzi alle proprie truppe. Tornano anche diplomazia, ricerca, spionaggio e politica che completano un quadro potenzialmente terrificante per chiunque non sia un fanatico di microgestione. Potenzialmente dicevamo, perchè Paradox ci consente di delegare la responsabilità di ogni singolo settore all'intelligenza artificiale.

La sostenibile leggerezza dell'intelligenza artificiale

L'aspetto più intrigante da gestire è certamente la ricerca che ripercorre la storia di scoperte talvolta interessanti, talvolta terribili e che hanno un ruolo fondamentale nello svolgersi della guerra. Al contrario l'intelligence sembra essere troppo poco curata ed efficace tanto che sulla lunga distanza sembra più una perdita di tempo che un divertimento. Tra l'altro quando interviene la gestione automatica dell'IA le azioni delle spie sembrano sortire effetti migliori, fattore che ne svilisce ulteriormente il ruolo. Sul versante della produzione

Il mondo nel palmo della mano

l'intelligenza artificiale svolge un lavoro magnifico e ci evita di impazzire nella miriade di valori e varianti. Un compito talvolta troppo impegnativo anche se il controllo dei fattori produttivi è uno dei punti che rendono questa serie unica. Al contrario la politica interna è semplice e facilmente gestibile. Ogni personaggio garantisce alcuni bonus alla produzione, alle armate, all'economia e ad altri aspetti del gioco e inoltre influenza il consenso.[img id=290534 pos=d ,=not_so_big text=] Ovviamente è possibile sostituire i personaggi in carica per modificare i bonus e aumentare il consenso che, assieme alle vittorie belliche, incrementa l'unità e quindi la salute di una nazione. Ma la profondità gestionale del gioco Paradox va ben oltre. Per esempio produrre un gran quantitativo di unità di un singolo prodotto consentirà agli operai di accumulare esperienza relativa al montaggio dell'oggetto, aumentando la velocità di produzione. Un altra variabile è rappresentata dal clima che non influenza solo la condizione delle truppe ma anche la produttività delle regioni colpite. Un fattore fondamentale visto che senza rifornimenti è impossibile sostenere le truppe impegnate al fronte.

Oltre diecimila zone

Dal punto di vista strategico Hearts Of Iron III rimane una belva da domare. Le possibilità e i fronti di battaglia su cui applicarle, sono innumerevoli. Il numero impressionante di territori, quasi 15 mila, e di truppe da gestire costringe il giocatore a prestare molta attenzione a come schierare le truppe, per non lasciare alcun varco al nemico. Fondamentale a questo scopo è l'impiego delle forze aeree che possono effettuare ricognizioni, difendere una porzione di cielo o bombardare truppe nemiche o installazioni strategiche. Anche il dominio dei mari mantiene un'importanza fondamentale, soprattutto per Inghilterra e Stati Uniti che si trovano separate dal conflitto e separate l'una dall'altra. Purtroppo sembra essere questo l'unico pesante tallone di Achille dell'intelligenza artificiale, con flotte intere che vengono talvolta spedite a combattere senza preoccuparsi di difendere la madre patria o le rotte più importanti. Per fortuna nella maggior parte dei casi l'inconveniente non si presenta, soprattutto dopo la patch 1.1, e a quanto pare le truppe di terra sono completamente immuni a questi attacchi di follia.

Il mondo nel palmo della mano

La gestione delle truppe terrestri è tanto articolata quanto semplice: ogni unità ha punti di forza e debolezza da impiegare a seconda del caso e un set di compiti da eseguire automaticamente, a cui si aggiunge il sistema di ranking delle truppe per cui la sopravvivenza delle unità consente loro di aumentare di grado e quindi di efficacia. E' possibile spedire un generale alla conquista di un fronte e tutte le sue truppe lo seguiranno, è possibile controllare direttamente uno o più contingenti o dare ordini alle singole truppe che fanno parte dei contingenti ed è anche possibile delegare la gestione delle truppe all'intelligenza artificiale. Ovviamente, anche se il dominio supremo resta in mano al giocatore, quest'ultima possibilità è consigliata solo a chi ha sbagliato a comprare il gioco ma è intenzionato a finirlo lo stesso.

Una manciata di grafica, sonoro abbondante.

L'upgrade grafico è un grande passo in avanti per la serie anche se i pochi poligoni impiegati per la componente tridimensionale non fanno certo gridare al miracolo. Paradossalmente il passaggio al 3D ha invece aumentato a dismisura glitch, bug e richieste hardware. Aumentare eccessivamente la velocità di gioco sembra essere un fattore determinante nell'incidenza di glitch grafici e crash. Purtroppo la prima patch non ha prodotto grandi migliorie dal punto di vista dell'ottimizzazione ma è prevedibile che questi problemi verranno risolti al più presto. Il restyling delle icone e dei menu è impeccabile a partire dal micro menu dell'unità che consente di automatizzare upgrade e rinforzi fino ad arrivare all'interfaccia globale che è sottile e compatta ma anche estremamente chiara. L'impianto sonoro ci accoglie con la classica Cavalcata delle Valchirie e ci accompagna degnamente lungo la nostra campagna militare con sinfonie, fanfare e marce militari di straordinaria qualità. Gli effetti sonori fanno quanto basta per incorniciare quello che accade sul tavolo da gioco.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.4
Lettori (41)
7.9
Il tuo voto

Hearts of Iron III è un titolo imponente che ci consente di vivere gli anni della seconda guerra mondiale minuto dopo minuto, mossa dopo mossa, il tutto con un livello di profondità impareggiabile. Non è certo un titolo per gli amanti dell'azione ma è una meraviglia per chi ama gestione e strategia da tavolo. Alcune chicche come le offerte ingannevoli dell'intelligenza artificiale, la possibilità di gestire ogni minimo aspetto della diplomazia o della produzione e la minuzia storica, lo rendono un titolo unico e fortemente consigliato a tutti gli amanti della pura strategia.

PRO

  • Upgrade grafico e stilistico
  • Approccio facilitato
  • E' un titolo estremamente complesso

CONTRO

  • E' un titolo estremamente complesso
  • Spionaggio limitato e poco efficace
  • Qualche bug di troppo