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Jambo! Safari, recensione

Per festeggiare il decennale di Jambo! Safari, SEGA ha pensato bene di realizzare una conversione del gioco per Nintendo Wii.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   18/12/2009

Versione testata: Nintendo Wii

SEGA si è guadagnata il sostegno di milioni di appassionati da una parte grazie al suo impegno nel campo dell'hardware (coronato dalla creazione del Dreamcast, ad oggi l'ultima console da gioco della casa giapponese), dall'altra grazie alla realizzazione di numerosi giochi da sala di grande successo. Dai racer impressionanti come Virtua Racing e Daytona USA agli sparatutto con lightgun, passando per divertentissimi ultra-arcade come Crazy Taxi e appunto Jambo! Safari.

Jambo! Safari, recensione

Uscito nelle sale nel 1999 (e forse anche per questo non conosciutissimo in Italia), il gioco riprendeva la struttura "a tempo" di Crazy Taxi applicandola a un contesto completamente diverso, quello del "safari", con distese sconfinate su cui convivono tigri, leoni, linci e zebre. Il cabinato era dotato di volante d'ordinanza, cambio a due rapporti e pedali per acceleratore e freno, e l'obiettivo di ogni partita era chiaro: bisognava catturare il maggior numero possibile di animali selvaggi utilizzando un lazo e una serie di gabbie. Il gameplay ruotava attorno alle differenti reazioni di ogni bestia di fronte alla cattura, e imponeva al giocatore un controllo impeccabile del veicolo nonché una particolare sensibilità nell'uso della corda per evitarne la rottura durante le fasi più concitate.

Nella vecchia fattoria...

La conversione per Wii è stata affidata al team inglese Full Fat, a cui è stato chiesto di trasformare un arcade adrenalinico ma limitato in un'esperienza di più ampio respiro, con chiare sfaccettature educative perché destinata a un'utenza molto giovane.

Jambo! Safari, recensione

Non stupisce, insomma, la presenza di due livelli di difficoltà (facile e difficile) pensati rispettivamente per giocatori con meno o più di nove anni, né l'assenza pressoché totale di approcci violenti e gabbie, queste ultime sostituite da simpatiche reti colorate che scendono sulla preda con un magico luccichio. Una volta avviato il gioco, possiamo scegliere se cimentarci con la modalità single player o con la modalità party. Quest'ultima consiste in quattro differenti minigame che possono essere giocati da un minimo di due a un massimo di quattro persone in split screen, ma che non costituiscono in nessun modo un gradevole extra per via della loro mediocre qualità. La "corsa dello struzzo", ad esempio, è una semplice corsa a ostacoli caratterizzata da un sistema di controllo che definire discutibile è poco: bisogna tenere il Wii-mote in orizzontale e agitarlo in avanti e all'indietro perché il nostro struzzo corra sempre più veloce, ma allo stesso tempo si deve scuotere il controller per effettuare un salto. Ne consegue la totale impossibilità di correre senza saltare, nonché la pressoché totale mancanza di precisione. Le cose non migliorano nel minigame "palla Jambo", una tristissima "partita di calcio" in cui siamo a bordo di una jeep e dobbiamo cercare la collisione con un pallone gigante nel tentativo di mandarlo in rete prima dei nostri avversari. Completano il quadro l'inutile "lancio della pietra" e il dignitoso "suricasino", una sorta di puzzle game in miniatura in cui dobbiamo controllare il movimento di alcuni roditori su un tabellone perché possano raccogliere dei frutti e depositarli in determinate caselle.

La legge del branco

La modalità single player riprende per certi versi il coin-op originale, ma i rocamboleschi inseguimenti costituiscono ora solo una parte dell'esperienza. Dopo aver scelto un personaggio fra i quattro disponibili (due maschi e due femmine, ma la differenza è solo nell'aspetto), ci troviamo all'interno del ranch con tre edifici che possiamo visitare in qualsiasi momento: la casa, il garage e il recinto.

Jambo! Safari, recensione

La casa è il luogo in cui vengono esposti i trofei conquistati (il gioco dispone di un sistema di achievement piuttosto ricco e variegato), ma soprattutto dove possiamo personalizzare l'aspetto del nostro alter ego acquistando nuove acconciature e nuovi capi d'abbigliamento. Nel garage possiamo gestire i veicoli a nostra disposizione e potenziarli tramite l'aggiunta di cerchi, gomme, paraurti rinforzati e quant'altro. Chiaramente è anche possibile mettere mano alle vernici. Il recinto, infine, è una sorta di piccola clinica dove ci occupiamo di curare gli animali feriti o malati, per poi eventualmente liberarli di nuovo. Le pratiche di cura si esplicano attraverso una serie di simpatici minigame che fanno un po' il verso a Trauma Center, senza ovviamente eguagliare il titolo Atlus per spessore e qualità. Ai limiti del ranch è infine disponibile una mappa che ci mostra i territori aperti alla nostra esplorazione e quelli ancora "off limits". Uscire da questa zona franca a bordo della jeep significa finalmente lanciarsi a capofitto nell'azione, cosa che in Jambo! Safari si traduce nel completare un certo numero di semplici missioni che talvolta prevedono la cattura di determinati animali, ma che contemplano anche sessioni fotografiche, sfide a tempo, ecc.

Corri e lancia

L'azione su cui si basava il gioco da sala è rimasta intatta, ma è diventata generalmente più facile per adattarsi al nuovo target d'utenza. Per catturare gli animali dobbiamo inseguirli e portarci a breve distanza, quindi roteare il lazo (mimando il movimento con il Wii-mote) e lanciarlo al momento giusto (agitando il controller verso il basso).

Jambo! Safari, recensione

Agganciata la preda, bisogna agire sul grilletto B in modo delicato per evitare che la fune si spezzi, quindi avvicinarci ulteriormente e lanciare una rete che sancisce la fine dell'operazione: se l'animale è malato o ferito, possiamo mandarlo al "recinto" e passare poi a trovarlo. Purtroppo il sistema di controllo, che nelle intenzioni degli sviluppatori avrebbe dovuto rendere questa conversione coinvolgente quanto l'originale, si basa su soluzioni tutt'altro che azzeccate e finisce per minare la godibilità di un'esperienza già di per sé troppo semplice e limitata. L'assegnazione di acceleratore e freno ai tasti dorsali del Nunchuck, in primo luogo, rende la guida della jeep macchinosa e poco intuitiva, mentre il sistema di gestione e lancio del lazo non reagisce in modo preciso ai nostri input, costringendoci a reiterare spesso i movimenti perché le cose vadano a buon fine. A ciò si aggiunge una realizzazione tecnica che lascia molto a desiderare, decisamente inferiore rispetto al coin-op di dieci anni fa, viziata da un frame rate ballerino ma soprattutto da una conta poligonale scarsa tanto negli scenari quanto nei modelli degli animali.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.0
Lettori (4)
5.1
Il tuo voto

Una conversione "arcade perfect" di Jambo! Safari si sarebbe posta come un prodotto limitato, adatto solo ai nostalgici del coin-op SEGA; dunque ben venga l'intenzione di trasformare l'esperienza di gioco in qualcosa di più ampio e variegato. Se però ciò significa cambiare completamente il target d'utenza, sfornando un titolo per giovanissimi privo dello spessore originario, è chiaro che il risultato finale sarà tutt'altro che apprezzabile. Contornata da minigame in multiplayer che lasciano il tempo che trovano, la modalità single player offre certamente un buon numero di missioni di carattere differente, ma le sessioni di inseguimento hanno perso gran parte del loro fascino per via dello scarso livello di sfida e per un sistema di controllo impreciso e mal congegnato. I videogiocatori più giovani potrebbero trovare interessante quest'ultima fatica di SEGA, tutti gli altri farebbero meglio a guardare altrove...

PRO

  • Buon numero di missioni
  • Azione relativamente varia
  • Personaggi e veicoli personalizzabili

CONTRO

  • Controlli imprecisi e mal disposti
  • Tecnicamente mediocre
  • Ha poco a che vedere con il coin-op originale