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Una nuova, vecchia minaccia

La prima vera espansione per il capolavoro BioWare è l'occasione per ricominciare da dove avevamo lasciato l'avventura!

RECENSIONE di Matteo Caccialanza   —   23/03/2010

Versione Testata: PC

Dragon Age: Origins - Awakening è un prodotto curiosamente old school, una "espansione" per come veniva inteso il termine negli anni '90, prima che minuscoli map pack, DLC da una manciata di ore e contenuti "episodici" altrettanto centellinati, diventassero la norma. Molti titoli neanche arrivano alle venti ore che Awakening può offrire (23 per il sottoscritto, che compulsioni da completamento a parte aveva già 110 ore di Dragon Age alle spalle...): per durata e obiettivo, l'intera esperienza ci ha ricordato abbastanza degli add-on più classici della BioWare di ieri (Tales of the Sword Coast, Throne of Bhaal) tanto da evocare qualche lacrimuccia.

Una nuova, vecchia minaccia

L'epilogo di Origins ci aveva lasciato degni eroi di Farelden e giustamente - a sei mesi di distanza - ci ritroviamo non solo Comandanti dei Grey Warden del regno, ma anche i tenutari del feudo di Amaranthine. Con tutti ossequiosamente ai nostri ordini, terre, castelli e un re per compagno di merende, la vita non potrebbe andare meglio (abbiamo persino il nostro personale siniscalco!). Peccato per la consueta infestazione di Prole Oscura, che continua a causare problemi nonostante la fine dell'invasione. Aggiungete alla premessa che inspiegabilmente alcune di queste creature abbiano iniziato a parlare e si mostrino astute e persino intelligenti, ed ecco che il mistero si infittisce a sufficienza perchè il nostro eroe decida di prendere in mano la situazione.

Giocare di ruolo, di bene in meglio

Come prevedibile gli ingredienti principali di Awakening sono gli stessi di Origins, così come è lo stesso il pubblico cui si rivolge: nuove regioni da esplorare, quest e dungeon sono le fondamenta dei contenuti dell'espansione, conditi con una generosa dose di oggetti, set d'armature e decine di nuovi talenti e abilità, che mettono a frutto l'aumento del livello massimo, che ora arriva fino al trentacinquesimo.
Molti di questi elementi vengono introdotti in forma più rifinita, elaborata o in alcuni casi semplicemente differente, il che è probabilmente dovuto al contributo di persone diverse dal team originale di Origins, che hanno evidentemente sperimentato approcci alternativi alle meccaniche fondamentali del gioco. Ad esempio alcuni dungeon presentano conformazioni non strettamente lineari, con percorsi - o addirittura quest - opzionali che possono aiutare a evitare le imboscate del nemico o fornire altri generi di supporto. L'intera questione relativa alle scelte da effettuare, così centrale nello stile BioWare di giocare di ruolo, offre dilemmi più ambigui, dove spesso non è chiara o semplicemente non c'è una distinzione fra bene e male, ma dove ci saranno comunque delle conseguenze tali da impattare emotivamente il giocatore.

Una nuova, vecchia minaccia

Ottimi anche i nuovi talenti/poteri acquisibili: i maghi tendono a essere ancora un po' troppo potenti e alcune delle combo che possono mettere in campo sono assolutamente fuori scala rispetto a ladri e guerrieri, ma in generale la giocabilità c'è e il divertimento pure.
C'è poi tutta una serie di piccole novità che rappresentano il fiore all'occhiello dell'espansione perchè la differenziano rispetto a Origins. In primis la gestione della ristrutturazione della nostra fortezza che non solo ci dà qualcosa in cui spendere le montagne di denaro che abbiamo ormai accumulato, ma richiede qualche ulteriore scelta sull'allocazione delle truppe e sui materiali da utilizzare per equipaggiarle e per rinforzare le mura. Il tutto abilmente integrato tramite il sistema di dialoghi del gioco; non vediamo l'ora di vedere i mod che la community partorirà con strumenti così flessibili. Anche il crafting gode di qualche aggiunta, con nuove ricette per le professioni esistenti e la nuova abilità di creazione delle rune. Quest'ultima necessaria anche ai fini della fabbricazione degli oggetti più potenti, come sempre cortesia di mastro Wade, che fa il suo gradito ritorno in qualità di fabbro preferito non ufficiale dei Custodi Grigi.
Come previsto infatti, ciò in cui Awakening brilla sono soprattutto gli NPC e le loro vicende, motivazioni e personalità, che di fatto eclissano il nostro protagonista come il personaggio meno interessante della storia. Possiamo scegliere di reclutare sei nuove leve, due per ogni classe, con Oghren che è in realtà l'unico veterano del capitolo precedente, ognuno con la propria quest personale, percorso di crescita e splendidi dialoghi. Se trovate un gattino per strada preparatevi ad alcuni siparietti assolutamente geniali, che ai piu' attempati non vi faranno rimpiangere Minsk e il suo criceto. E i personaggi di contorno non sono da meno, a partire da Wade e il suo socio, sempre ricchi di gay humor assolutamente spassoso, per non parlare dei nani che lavorano nella nostra fortezza, dal caustico esperto di fortificazioni (malcelatamente disgustato dale opere ingegneristiche umane) a quello addetto agli esplosivi (un nano pazzo con troppa polvere da sparo, è uno dei clichè fantasy più intramontabili).

Non solo per i medagliati


Se per qualche ingiustificabile motivo non si fosse finito Origins non c'è di che preoccuparsi, l'accesso ad Awakening avviene attraverso una nuova partita da crearsi per l'occasione e richiamabile dal menù del gioco di cui questa è la prima espansione. Non è quindi necessario aver portato a termine l'avventura e sarà possibile tanto importare il proprio personaggio quanto crearne uno nuovo di zecca.

Qualche aspetto non proprio brillante...

Inevitabilmente Dragon Age: Origins - Awakening non è un titolo perfetto, vittima di una certa propensione a mettere il giocatore davanti a numerosi bug, più o meno piccoli e fastidiosi: trigger di quest ed eventi che fanno cilecca, pathfinding dei personaggi che si prende una pausa, lasciandoli incastrati, sovrapposizioni di effetti speciali che il motore grafico ripropone con orrorifici smembramenti... la lista è lunga. Nulla di così grave e imperdonabile, ma Awakening è evidentemente meno rifinito e pulito di Origins e il consiglio è di mantenere salvataggi regolari e vicini fra loro. C'è poi la questione della difficoltà: a livello Normale il gioco non offre una sfida sufficiente per chi importa un personaggio ben progettato ed equipaggiato e, a meno di non aumentare la difficoltà, le uniche gocce di sudore che verserete saranno per gli incontri coi boss (e solo per il loro anormale ammontare di punti vita). Di fatto entro la fine del gioco il power creep regnerà supremo e avrete più abilità di alto livello di quante potrete realisticamente utilizzare nella più lunga delle battaglie, un caso evidente di design che al bilanciamento ha preferito spettacolarità e abbondanza di personalizzazione. Sarà interessante capire l'approccio che BioWare adotterà per farci sviluppare ulteriormente questi personaggi, nonostante la complessità di 35 livelli per ormai 15 classi di specializzazione. Un difetto minore ma altrettanto tangibile riguarda gli scarsi legami con Origins. Al di là di pochi dialoghi iniziali e dell'incontro con il sovrano di Farelden (qualunque abbiate scelto...) il gioco procede fornendo pochi agganci narrativi, alcuni dei quali apparentemente frettolosi.

Una nuova, vecchia minaccia

Ad esempio il nostro incontro con un personaggio del gioco precedente, qui in semplice veste di NPC con una quest da assegnarci, ha avuto un che di surreale. Verso la fine di Origins ci si era lasciati in pessimi rapporti (siamo stati un po' cattivi in un paio di occasioni...) e giustamente non appena ci ha visti, il personaggio in questione ci ha scaricato addosso la frase più offensiva del gioco. Peccato che dal dialogo immediatamente successivo, come in preda ad amnesia, sia tornato ad avere l'aria benevole e altruista di sempre, lasciandoci ai nostri affari, preoccupandosi addirittura del tempo che ci aveva fatto perdere. Infine l'aspetto che forse ci ha più indispettito è stato constatare che senza aver letto il romanzo The Calling, spin-off della serie e secondo volume cartaceo dedicato a Dragon Age, gran parte della trama risulta non incomprensibile, ma quantomeno inspiegata. Personaggi sia principali che secondari fanno la loro apparizione non annunciati, spesso nominati senza contesto e in generale, se non si vuole perdere gran parte dei retroscena, l'acquisto del libro (o un salto su Wikia) sono una tappa obbligata.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (126)
8.6
Il tuo voto

Se avete amato l'originale per aver riportato il cRPG classico su PC (o per aver dimostrato che il genere può sentirsi a casa anche su console) Dragon Age: Origins - Awakening è un prodotto da non perdere e - a meno di 30 euro - un affare niente male. Tre gli obiettivi del nostro eroe: rinfoltire i ranghi dei Custodi Grigi, amministrare il nostro nuovo feudo e svelare il mistero dei Prole Oscura parlanti. Per fare tutto ciò dovrà imbarcarsi in 20 ore abbondanti del miglior distillato dark-epic fantasy che ci sia stato offerto negli ultimi anni. E per farlo val la pena sopportare qualche bug di troppo. Se Origins vi è piaciuto, le scuse per perderselo sono davvero poche.

PRO

  • Storia ed NPC di prim'ordine
  • Abbastanza contenuti per essere un titolo a sè
  • Abbondanza di nuove abilità e oggetti

CONTRO

  • Qualche bug di troppo
  • Pochi agganci alla storia di Origins

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core 2 Duo a 2.2 GHz
  • RAM: 2 GB
  • Scheda video: NVIDIA GeForce 8800 GTS con 512 MB

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core 2 Single a 1.6 GHz o AMD 64 a 2.0 GHz
  • RAM: 1 GB (1.5 GB con Windows Vista o Windows 7)
  • Scheda video: ATI Radeon X850 con 256 MB o NVIDIA GeForce 660 GT con 128 MB (Radeon X1550 con 256 MB o GeForce 7600 GT con 256 MB in ambiente Windows Vista)
  • Sistema operativo: Windows XP (SP3) o Windows Vista (SP1) o Windows 7
  • Hard Disk: 20 GB di spazio libero
  • E' necessario avere Dragon Age: Origins per giocare

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel Core 2 Duo a 2.4 GHz o AMD Phenom II X2 a 2.7 GHz
  • RAM: 2 GB (3 GB con Windows Vista o Windows 7)
  • Scheda video: ATI Radeon 3850 con 512 MB o NVIDIA GeForce 8800 GTS con 512 MB