Per quanto indelicato possa sembrare, è indubbio che un gioco come Pix'n Love Rush non sarebbe mai finito sotto i riflettori della critica se non grazie al suo particolare stile grafico. Nato come una sorta di spin-off di Pixel!, terzo gioco della serie Arkedo per Xbox Live Indie Games, Rush si basa sulla stessa e identica idea di fondo: prendere le meccaniche del più semplice platform e ornarle con una grafica psichedelica e orecchiabili musiche chiptune. Era quindi prevedibile che, tra i giocatori e la stampa, il timore di ritrovarsi con tanto fumo e poco arrosto fosse elevato. Oltre all'intera direzione artistica, il titolo per iPhone e iPod Touch prende in prestito dal fratello maggiore anche il piccolo protagonista, un paffuto gatto fatto di grossi pixel al neon.
Tuttavia, forse per meglio adattarsi a una piattaforma portatile, stavolta lo scopo del gioco è stato pesantemente rivisto, dando a quello che era un platform duro e puro un'evidente impronta arcade. I tradizionali livelli disseminati di nemici, power-up da raccogliere e scale sulle quali arrampicarsi sono stati sostituiti da brevi e rapidi scenari a scorrimento, in cui raccogliere il maggior numero di bonus (icone gialle dal segno "+") evitando contemporaneamente di inciampare in un malus (viola e dal simbolo "-"). Più bonus vengono raccolti e più aumenta il moltiplicatore del punteggio, mentre toccando un nemico o raccogliendo un malus si perdono gli oggetti presi fino a quel momento. In maniera molto simile agli anelli di Sonic the Hedgehog, il gioco termina se si viene colpiti ulteriormente dopo aver perso tutti i bonus.
Questione di stile
Queste semplici meccaniche rappresentano le fondamenta sulle quali si struttura una frenetica modalità a tempo, nella quale vengono proposti vari livelli da superare nell'arco di soli 5 minuti.
Ottima per brevi sessioni di gioco, quest'opzione riesce anche ad offrire livelli piuttosto variegati e originali: in alcuni sarà necessario correre all'impazzata per evitare di uscire dallo schermo, saltare piattaforme prima che scompaiano o difendere piccole creature dorate dall'attacco di quelli che hanno tutta l'aria di essere pipistrelli viola. Il giocatore sarà infatti in grado di saltare o sparare piccoli semi verso l'alto, sebbene l'interfaccia grafica non venga per niente in suo aiuto: sia le due frecce direzionali che i due tasti azione sono eccessivamente piccoli e, soprattutto nei primissimi minuti di gioco, potrebbe capitare spesso di premere un tasto anziché l'altro, cadere per errore da un dirupo o schiantarsi rovinosamente contro un nemico quando l'intenzione era farlo fuori. Portata a termine la modalità da 5 minuti verrà sbloccata una variante pressocché identica, ma senza alcun limite di tempo e in cui l'obbiettivo sarà quello di totalizzare il maggior numero di punti cercando di attraversare quanti più livelli possibile; gli scenari saranno sempre più difficili e veloci, trasformandosi ben presto in una grossa sfida per il giocatore.
Ma, come anticipato in apertura, la forza e il carisma di Rush sono interamente connessi alla sua direzione stilistica, fatta di colori eplosivi, enormi pixel e brani elettronici parecchio ritmati e dinamici. Come uno psichedelico mosaico, ogni tassello dello scenario e dei personaggi è pulsante e ipnotico, mentre tutto si distrugge e si ricrea da zero quando si ottiene un nuovo moltiplicatore: dopo un certo numero di bonus raccolti, quasi a voler premiare il giocatore, lo stile grafico cambia drasticamente, passando da tonalità verde e nere in stile Matrix a monocromatici scenari che strizzano l'occhio ai videogiochi degli anni '80, e in particolare agli inconfondibili Game&Watch e al Virtual Boy di Nintendo. Come se non bastasse, anche il brano di sottofondo cambia assieme allo stile visivo, mentre un solo errore fa tornare tutto com'era prima. Il risultato è un allucinogeno twist audiovisivo, che passa dall'uno all'altro stile a distanza di pochi secondi, dando finalmente vita a quell'esperienza che rende il titolo sviluppato da Bulkypix tanto originale. Purtroppo, dopo una sessione di 5 minuti, un'altra e un'altra ancora, ci si rende però conto che le due striminzite modalità di gioco non rendono assolutamente onore a un'esplosione tanto dirompente di pixel, colori e note.
La versione testata è la 1.1
Prezzo: 0,79€
Link su App Store
Conclusioni
Sarebbe tutto così perfetto se alla fine non si rimanesse con una vaga sensazione di amaro in bocca. Pix'n Love Rush è una delizia per le orecchie, il nirvana per i propri occhi, un'esperienza sensoriale in cui sonoro e video proprio non si possono separare. Ma le semplici meccaniche di gioco prendono forma in due modalità senza sostanza: l'una troppo breve, l'altra incapace di tenere salda la presa sul giocatore. Non solo si sente la mancanza di una vera modalità Storia, come quella alla base di Pixel!, ma gli sviluppatori non sono riusciti a ricreare quell'alchimia vincente tra esperienza audiovisiva e meccaniche irresistibili che ha segnato il successo di giochi come Geometry Wars. Dita incrociate per un prossimo aggiornamento su App Store, sebbene il futuro di Rush appaia strettamente legato al numero di copie che verranno vendute.
PRO
- Visivamente affascinante
- Azzeccatissime musiche chiptune
- Meccaniche semplici e intuitive...
CONTRO
- ...ma con poco mordente
- Le modalità presenti non sono sufficienti a tenere alto l'interesse
- Interfaccia migliorabile