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Miami Vindication, recensione

Dopo un buon debutto su iPhone e iPod Touch, la serie Gangstar torna su App Store con un capitolo che tenta di portare maggiore varietà in una città ancora più interessante.

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   04/10/2010

Con la serie Gangstar, Gameloft ha sempre provato a riproporre su dispositivi mobile il feeling e l'azione frenetica di Grand Theft Auto, cercando in tutti i modi di non farlo sembrare il fratello scemo e squattrinato dei giochi targati Rockstar. Uno spauracchio che in parte è stato allontanato dall'uscita su iPhone di Gangstar: West Coast Hustle, capitolo in 3D che, nonostante diversi difetti, è stato ampiamente apprezzato da critica e pubblico.

Miami Vindication, recensione

Dopo solo un anno di distanza, il franchise è tornato su App Store senza troppe ambizioni o manie di protagonismo, ma con l'unico scopo di affinare e migliorare ulteriormente la nuova formula introdotta. Tuttavia è inutile nascondere la testa sotto la sabbia: per quanto tenti disperatamente di assumere identità propria, Miami Vindication sembra avere la sigla GTA marchiata a fuoco sulla fronte, dal momento che ogni angolo di strada, ogni situazione di gioco e ogni dialogo con gli altri personaggi strizza pesantemente l'occhio al celebre Vice City. Se questo è un bene o un male è presto detto.

Questione di appeal

Tecnicamente è cambiato davvero poco rispetto al capitolo precedente, e chi ha giocato West Coast Hustle stenterà a notare tutte le novità introdotte in questo nuovo episodio. Ma giusto per non offendere nessuno, Gameloft ha stavolta catapultato il giocatore in una nuova e grande città, facendogli vestire i panni di un personaggio inedito: Johnny Gainesville non è l'anonimo afroamericano del ghetto impersonato nel vecchio titolo, ma un giovane bianco un po' coatto e dai capelli lunghi e unti. Gli sviluppatori hanno poi deciso di giocarsi la classica carta del fratellino rapito, con la chiara intenzione di dare più personalità a un protagonista altrimenti piatto e senza background. La continua ricerca fa da collante per tutte le missioni affrontate, e i passi avanti rispetto ai precedenti capitoli sono evidenti: purtroppo però non si riesce mai ad esplorare a fondo il personaggio, che sembra un bambolotto di gomma se paragonato al carisma di Tommy Vercetti o Niko Bellic. Le missioni da affrontare consistono quasi sempre nel raggiungere una determinata zona, spesso entro un tempo limite, e il più delle volte si concludono con una furiosa sparatoria; fughe, pedinamenti o azioni di spionaggio aiutano a rendere l'esperienza più varia, sebbene la povertà di missioni secondarie si fa davvero sentire. La città è parecchio ampia e sicuramente più interessante della precedente, ma offre pochissimi passatempi e l'impressione è quella di trovarsi in un enorme parco divertimenti in cui le giostre sono tutte spente: rubando un taxi, un'ambulanza o un corriere si possono affrontare dei minigiochi a tempo, ma tutti si limitano a svogliate corse da un punto A a un punto B. La musica cambia se si guarda ai veicoli disponibili, sensibilmente più vari e numerosi, in grado di spaziare dalle auto da corsa ai SUV, dai motoscafi fino addirittura a un elicottero; inoltre, le differenze tra l'uno e l'altro non sono più soltanto estetiche, ma si riflettono anche nell'accelerazione, nella resistenza e nella manovrabilità.

Miami Vindication, recensione

Quest'ultimo ingranaggio meriterebbe però di essere pesantemente oliato: utilizzare i sensori di movimento per sterzare l'auto è a dir poco improponibile, e l'unica soluzione per evitare di schiantarsi è cambiare il sistema di controllo nelle opzioni. Infine, come il suo predecessore, anche Miami Vindication è afflitto da diversi problemi tecnici e alcune ingenuità stilistiche; oltre all'evidente e spesso fastidioso effetto pop-up sugli edifici poco più distanti, non è raro imbattersi in bug più o meno clamorosi, che talvolta danno vita a scene semplicemente esilaranti. Un esempio? Nel corso di una normalissima scena d'intermezzo in cui Johnny dialoga con il suo contatto, siamo stati incredibilmente travolti da un'auto della polizia che passava da quelle parti, mentre in lontananza si poteva ammirare un palo dell'elettricità roteare liberamente a mezz'aria.

La versione testata è la 1.0
Prezzo: 5,49€
Link App Store

Conclusioni

Multiplayer.it
6.8
Lettori (10)
4.4
Il tuo voto

Chi ha apprezzato il primo Gangstar per iPhone e iPod Touch sarà contento di sapere che Miami Vindication riesce a regalare un'esperienza ben più varia di quella precedente, soprattutto grazie a una città più interessante, veicoli davvero diversi e missioni molto meno ripetitive. Purtroppo restano alcuni dei difetti tecnici che attanagliavano il primo capitolo, dal fastidioso pop-up ai numerosi bug sparsi qua e là, passando per un sistema di controllo che scivola clamorosamente una volta che ci si mette al volante. La quantità di missioni secondarie è assai sotto la media, e la città nel complesso sembra decisamente priva di vere attrazioni con le quali distrarsi. In vista dei prossimi capitoli una cosa è certa: se gli sviluppatori vorranno anche solo porsi come una vera alternativa all'ottimo GTA: Chinatown Wars, dovranno fare molto più che scaricare una cassa di armi, auto, prostitute e malviventi in una città deserta, per poi aspettare in disparte e vedere cosa succede.

PRO

  • Veicoli numerosi e differenti
  • Sotto sotto è divertente

CONTRO

  • Bug fino al midollo
  • Poche missioni secondarie
  • Mancanza di personalità
  • Poche novità rispetto a West Coast Hustle