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La città del peccato

Rovine fumanti, mutanti e casinò. Siamo tornati nel futuro prossimo venturo post atomico di Fallout!

RECENSIONE di Antonio Jodice   —   21/10/2010

Versione testata: Xbox 360

Pochi altri titoli si sono meritati, come Fallout 3 nel 2008, l'appellativo di gioco dell'anno. Bethesda, in mezzo allo scetticismo di migliaia di fan che temevano uno snaturamento della saga e una deriva tutta azione, ha saputo costruire una di quelle esperienze che segnano una generazione hardware e non solo, principalmente grazie a un senso dell'avventura e della narrazione che per alcuni aspetti nessuno prima era riuscito ad esprimere e in quel modo. Un'esperienza diversa, in cui la trama non riusciva a sorprendere con colpi di scena inattesi, proprio perché qualsiasi colpo di scena veniva affidato alle scelte del giocatore stesso che, ovviamente, non può cogliersi alla sprovvista, ma a cui in cambio veniva lasciata la sensazione di poter decidere qualsiasi tra una miriade di alternative possibili.

La città del peccato

Obsidian, che già in passato ha prestato i propri servigi per operazioni similari, occupandosi dello sviluppo del seguito di Star Wars: Knights of the Old Republic al posto di Bioware, esce quest'anno con Fallout: New Vegas, e lo fa fornendo un contesto narrativo diverso che, dedicandoci il giusto quantitativo di ore, si trasforma in un bel nuovo episodio della serie, sviluppato con un'ingombrante aura di sacrale rispetto per l'originale, di cui riporta tutte le caratteristiche principali e anche qualche difetto.

Vita da corriere

Le premesse di Fallout: New Vegas sono leggermente diverse da quelle del terzo capitolo, in cui al giocatore era affidato il senso di smarrimento dovuto alla riscoperta di un mondo post nucleare che stava riprendendo a vivere fuori dai Vault, ovvero dei bunker in cui pochi fortunati avevano potuto trovare riparo dalle radiazioni derivanti da un conflitto che aveva devastato gli Stati Uniti d'America. In New Vegas, il mondo è già fuori e il giocatore impersona un corriere incaricato di trasportare un misterioso chip in quel che resta della Strip di Las Vegas, ovvero quella strada leggendaria costellata di alberghi, casinò e umanità variamente assortita: la città del peccato, sopravvissuta quasi intatta ai bombardamenti. Durante la consegna si viene assaliti da uno strano gruppo di persone, il cui capo banda indossa un vestito a scacchi neri, che ci spara a brucia pelo, pensando d'averci ucciso. Un robot ci raccoglie e ci porta da un dottore, nella cui casa inizia l'avventura con la consueta scelta della razza, del sesso e delle caratteristiche fisiche dell'avatar a cui si resta legati, come prima, per decine d'ore di quest, sparatorie e esplorazioni, che ci portano ad incontrare i membri della Repubblica Della Nuova California e della Legione, le due fazioni più grandi che si contendono il dominio della diga di Hoover Dam che fornisce corrente a tutta l'area del Mojave e a New Vegas. La struttura è identica, con una serie di punti esperienza che possono essere investiti per migliorare le skill più consone al proprio modo di giocare, dalla forza fisica all'intelligenza, fino alla fortuna, passando per le essenziali capacità che permettono di sbloccare più facilmente porte chiuse o terminali sbarrati da password da decifrare. All'inizio, il senso di dejavù è piuttosto opprimente, visto che in pochi istanti si capisce che, se qualche libertà creativa è stata lasciata al nuovo sviluppatore, questa non consisteva certo nella possibilità di sovvertire le regole base di un gioco di ruolo che tanta fortuna aveva riscosso qualche anno fa.

Quindi ecco che ci si trova a disposizione un eroe che, quando impugna un'arma, lo fa con mano tremante, visto che ancora non ha sufficiente abilità di mira, e che per riuscire ad intrufolarsi dappertutto e convincere i personaggi a dargli le informazioni desiderate deve sviluppare la giusta capacità di scasso e di dialettica, ad esempio. Anche il sistema di combattimento resta invariato con quel mix, vincente per chi scrive, tra fps in tempo reale e gioco a turni, con i punti azione da spendere in una modalità bullet time, al rallentatore, che permette di prendere di mira le singole parti del corpo di qualsiasi avversario, costruendosi una tattica che varia dall'attacco mirato alla testa, fino al tentativo di disarmare o azzoppare i nemici più tosti. In Fallout: New Vegas, tra l'altro, a parte gli animali contaminati, gli incontri più frequenti si fanno con bande armate che si contendono il territorio, diverse per abbigliamento e armi equipaggiate. I Ghoul, ovvero gli umani per troppo tempo esposti alle radiazioni, e le altre creature mostruose nate dal conflitto, si incontrano più avanti nel gioco e hanno un ruolo d'eccezione, più che di consuetudine. Protagonisti di questo nuovo capitolo sono la razza umana e le sue, tanto controverse, inclinazioni morali.

La guida ufficiale di Fallout: New Vegas!

Multiplayer.it Edizioni è felice di partecipare in maniera attiva al lancio del gioco proponendo la Guida Ufficiale anche in versione da collezione, per avere un pratico accesso a tutte le quest, le locazioni e gli oggetti disseminati nel mondo di Fallout: New Vegas

La città del peccato

Bande rivali

La novità più importante è proprio costituita dalle relazioni che intercorrono tra le diverse parti in lotta che, oltre le due principali già ricordate, comprendono una serie di tribù/bande/confraternite, le città da attraversare, più un paio di sorprese legate all'evolversi della trama. Con ognuna di esse si possono intrattenere diversi gradi di rapporti e di amicizia, influenzabili anche indossando gli abiti caratteristici di ognuna di esse, portando il motore a gestire una complessità di dati davvero grande, ma non senza qualche conseguenza. Capita di entrare in un palazzo in cui si viene accolti come vagamente amici per poi, senza aver fatto niente di particolare, vedersi attaccati nella prima delle stanze che si attraversano. Questo non toglie molto all'esperienza di un'avventura fatta di centinaia di quest, varie e quasi mai banali, e con una storia principale che porta a finali diversi ma che, anche questa volta, non permette di continuare a giocare dopo la fine. Il che è un peccato, ma fa presagire un futuro DLC che abiliti questa feature.
Visto il tema del gioco, si possono accumulare tappi da spendere nei negozi giocando a BlackJack, con le slot machine o con un gioco d'azzardo chiamato Caravan per il quale bisogna costruire un mazzo personalizzato, acquistando le carte in giro per il Mojave. Sono aggiunte divertenti, ma alla fine il modo più veloce per fare soldi è quello di depredare cadaveri e case disseminate un po' ovunque. Stesso poco rilievo hanno le nuove possibilità legate alla modifica delle armi e all'aggiungere i compagni di viaggio da mettere in squadra, sia animali che umani/mutati. Le modifiche possono essere acquistate o costruite agli appositi banchi, ma di fatto le armi che si trovano in giro sono più che sufficienti per giocare senza problemi e i compagni di squadra hanno un'intelligenza artificiale che fa presto preferire il viaggio in solitaria al dover aspettare che trovino la strada giusta per raggiungerci nelle mappe. Obsidian, inoltre, ha inserito un vero e proprio omaggio agli amanti degli RPG vecchia scuola, con l'aggiunta della modalità "Duro", che obbliga il giocatore a curarsi di nutrire, abbeverare e far dormire il proprio personaggio che non potrà neanche teletrasportarsi da un luogo all'altro, se il gioco dovesse valutare che morirebbe disidratato percorrendo la distanza prevista, ad esempio. Insomma, chi cerca un buon livello di sfida e una longevità ancora maggiore, troverà pane per i suoi denti.

La città del peccato

Obiettivi Xbox 360

Anche la struttura degli obiettivi è rimasta invariata, visto che ci sono quelli legati al compimento di un certo numero di uccisioni, piuttosto che al raggiungimento di determinati livelli d'esperienza, più , ovviamente quelli legati ai passaggi della quest principale e delle varie sottoquest. Non è impossibile fare il bottino pieno, tutt'altro, richiede solo un bel po' di tempo.

2008 Vegas

Fallout: New Vegas fa evidentemente leva sullo stesso motore di Fallout 3 per muovere tutta l'avventura con le stesse caratteristiche quasi immutate. Un buon HDR, scenari evocativi, ma una qualità delle texture, dei modelli e delle animazioni che mostrano inevitabilmente i due anni trascorsi dal precedente episodio. Detto questo, il gioco è comunque una bellissima esperienza, che però va vissuta ricordandosi di salvare spesso, visto che capita a volte che il codice si blocchi durante uno scontro o subito dopo il caricamento di un'area.

La città del peccato

Proprio i caricamenti sono uno dei talloni d'achille, visto che all'aumentare delle variabili e dei dati caricati, i tempi d'attesa si fanno più lunghi, anche installando su hard disk, piuttosto che giocandolo direttamente dal DVD. Il comparto audio vanta musiche d'atmosfera e le radio che trasmettono sulla superficie un mix di storie divertenti e canzoni d'epoca, che però tendono a ripetersi piuttosto in fretta. Per il doppiaggio è stato fatto un lavoro enorme, visto che tutte le linee di dialogo sono sottotitolate e doppiate in italiano. La qualità della traduzione non è esente da problemi, con perle come le "Restrooms" ovvero le toilette, che in un paio d'occasioni diventano "Stanze da Riposo", ma di fronte all'epicità dell'impresa si tratta, così come per i problemi tecnici, di un fattore su cui i fan sapranno chiudere anche tutti e due gli occhi. Peccato, però.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.5
Lettori (563)
8.7
Il tuo voto

Fallout: New Vegas è quasi il fratello gemello di uno dei più bei giochi di questa generazione di hardware. Di Fallout 3, infatti, riporta le meccaniche, un motore quasi invariato e una serie di problemi tecnici che era lecito non aspettarsi in questa nuova incarnazione. Ovviamente, però, continua a essere una delle esperienze più affascinanti e longeve che si possano immaginare e un vero e proprio regalo per quelli che hanno amato il precedente capitolo, spendendoci decine d'ore. Con un po' di voglia d'innovare e un po' di pulizia in più, ci saremmo trovati alle stesse vette d'eccellenza del 2008, ma anche così resta uno dei giochi che vale la pena inserire nei vostri lettori di DVD (o BluRay) per la fine del 2010.

PRO

  • Fascino intramontabile
  • Complessità senza paragoni
  • Tante quest da giocare con gusto

CONTRO

  • Problemi tecnici
  • Il motore è invecchiato
  • Poche novità