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Sotterranei portatili

Gameloft torna sul genere hack & slash con un seguito interessante e di grande quantità

RECENSIONE di Umberto Moioli   —   21/12/2010

Un re, protagonista del capitolo precedente, da salvare vestendo i panni del figlio ed erede legittimo al trono, lottando al contempo per tornare da un esilio imposto dal perfido fratello. Un gameplay da hack and slash puro, tra infiniti corridoi da svuotare e oggetti da depredare a vittime e forzieri, inseguendo statistiche e potenziamenti. Una visuale, infine, che nella migliore tradizione top-down permette di valorizzare il lavoro svolto sui personaggi, gli ambienti e le rifiniture pur senza che il complesso brilli per realizzazione tecnica, specialmente se confrontato a certe recenti prodezze tecnologiche.

Sotterranei portatili

Dungeon Hunter II, gioco di ruolo votato all'azione sviluppato e prodotto da Gameloft, è interamente descritto dalle proposizioni precedenti, affondando le sue radici in un genere antico e canonizzato da alcuni esponenti, Diablo su tutti, al punto da diventare stagnante sotto il profilo delle idee pur senza perdere di fascino e divertimento, come dimostrato in questi anni dai vari Fate, Deathspank, Torchlight e presto il suo seguito, che nel 2011 anticiperò di qualche mese il terzo capitolo della saga Blizzard. Quello disponibile da qualche tempo su iPhone si è dimostrato, all'atto della prova, un prodotto in grado di non aggiungere nulla alla formula originale o di perfezionarla sotto alcun punto di vista, spiccando però per divertimento e quantità di contenuti.

Una partita tira l'altra

Le meccaniche adottate (anche) da Dungeon Hunter II sono di quelle che raramente non funzionano se eseguite con un minimo di cura: la trama è un semplice pretesto per spedire protagonista e utente in ambienti in parte realizzati in modo casuale, nel complesso convincenti per quanto un po' ripetitivi, e in parte disegnati ad hoc, per poi stuzzicarne gli appetiti ludici dando un insieme di statistiche, legate al personaggio e al suo equipaggiamento, che lo stimolino ad andare avanti con un continuo senso di crescita, quindi di miglioramento. Ogni pochi secondi al massimo muore un nemico, ogni nemico vuol dire punti esperienza e nuovi oggetti che si trasformano in semplici scelte legate alle statistiche, alle abilità, all'arma che si impugna o alle protezioni che si vestono: nulla di particolarmente cervellotico e anzi spesso di vere scelte non si tratta, visto che il più delle volte è una questione di buon senso e numeri, ma l'idea che miglioramenti e poteri siano dietro ogni angolo pronti ad aspettarci, è un'attrazione troppo forte per non ascoltare la voce che chiede di giocare qualche altro minuto.

Sotterranei portatili

Le classi, tre con mago, guerriero e assassino che si possono poi specializzare ulteriormente seguendo più strade ciascuna, sono uno degli specchi della quasi totale assenza di volontà non solo di innovare ma anche di rimescolare in modo originale gli stilemi del genere, però questa mancata spinta propositiva, visibile anche nella gestione degli oggetti o nella narrazione, con quest primarie e secondarie assolutamente irrilevanti ai fini dell'esperienza, sono bilanciate da uno studio ragionato dell'offerta in relazione alla piattaforma su cui è portata. Il sistema di controllo, su tutti, offrendosi sia in forma di stick analogico virtuale che chiedendo di puntare con il dito il punto da raggiungere oppure il nemico o l'oggetto con cui interagire, permette di scegliere tra due possibilità egualmente funzionali, mentre l'implementazione della cooperativa, disponibile sui modelli dal 3GS in poi, è scevra di opzioni ma funzionale nel dare a un massimo di quattro giocatori la possibilità di condividere lo stesso ambiente di gioco. La longevità, di per sé molto buona considerando anche solo la presenza delle opzioni per singolo giocatore o per il gruppo, cresce ulteriormente nel caso si desideri approfondire lo sviluppo delle singole classi, tornando sullo sviluppo del personaggio e optando per nuove strade in fase di assegnazione dei punti abilità o delle specializzazioni. Il comparto visivo, come detto in apertura, gode di una realizzazione tecnica discreta che resta sempre funzionale allo stile fantasy, votato alla rappresentazione di scene e personaggi cupi, immersi in un mondo violento. Più che buona anche la realizzazione dell'interfaccia e dei menù che nonostante le tante opzioni si mantengono fruibili.

La versione testata è la 1.0.0
Prezzo: 5.49€
Link App Store

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (15)
6.9
Il tuo voto

Dungeon Hunter II è prima di tutto un prodotto di sostanza, capace di portare il divertimento tipico degli action RPG in un contesto portatile e sfruttando a dovere le peculiarità - e in un certo senso, i limiti - del touch screen. La possibilità di giocare da soli o in compagnia, per quanto la cooperativa non brilli per realizzazione, duplicano le modalità di fruizione di una corsa all'abilità successiva e all'oggetto più potente che, per quanto già viste, non vengono mai a noia.

PRO

  • Da soli o in cooperativa, gode di un'ottima longevità
  • Divertente e immediato
  • Atmosfere dark e una buona realizzazione per un comparto visivo riuscito

CONTRO

  • Riproposizione pedissequa degli elementi tipici del genere
  • La coop è un po' elementare come funzionamento e opzioni