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In cerca di redenzione

È arrivata sul mercato l'ennesima espansione di Painkiller. Questa volta speriamo che sia davvero l'ultima

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   07/03/2011
Painkiller: Redemption
Painkiller: Redemption
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Painkiller uscì nell'ormai lontano 2004. Poi fu la volta della prima espansione, Battle out of Hell, che metteva fine (apparentemente) alla storia principale, quindi della versione speciale, la Black edition, che riuniva entrambe. Il cambio di sviluppatore, con i People Can Fly che sono finiti a fare Bulletstorm per Epic, ha prodotto il terribile Painkiller: Overdose (2007), un'overdose sì, ma di banalità, nonostante sia il sequel che più ha "sperimentato" rispetto al primo episodio. Persa la sua stabilità, la serie subisce un altro cambio di sviluppatore e il mercato può godere del disastroso Painkiller: Resurrection (2009), l'unico gioco che al momento dell'uscita sul mercato non aveva la modalità più pubblicizzata in fase di marketing, quella cooperativa (in realtà era nascosta, ma era meglio che l'avessero cancellata visto come funzionava) e i cui bug sono diventati leggenda più del gioco stesso.

In cerca di redenzione

In questi cinque anni, oltre alle già citate uscite, ci sono state altre raccolte e una discreta versione Xbox a concludere il riciclo di un gioco sfruttato all'inverosimile, molto oltre il lecito. Comunque, dopo l'insuccesso di Resurrection speravamo tutti che fosse finita e che Painkiller fosse un brand morto, invece JoWood, probabilmente a caccia di cash per evitare il fallimento definitivo, ha deciso di immettere sul mercato l'ennesimo sequel per modo di dire, ribattezzato Redemption per l'occasione e venduto a poco meno di cinque euro sui servizi di digital delivery.

Redimiti! Redmptiti! Redarmititi!

Su Redemption non c'è moltissimo da dire e basta avviarlo per capire la sua natura di mod al quale è stato incollato il file eseguibile per renderlo un prodotto stand alone. Di nuovo rispetto agli altri Painkiller non c'è niente di niente da segnalare: i protagonisti sono riciclati, i nemici sono riciclati, le ambientazioni con relative texture sono riciclate, gli oggetti sono riciclati, le armi sono riciclate e i menu sono riciclati.

In cerca di redenzione

La colonna sonora è formata da brani metal riciclati e, se volete, ricicliamo qualcosa anche noi e vi linkiamo le vecchie recensioni così le leggete e vi fate un'idea generale del gioco, senza che stiamo qui a ripetere che si tratta di uno sparatutto frenetico con un'ambientazione dark/gothic/metal/fantasy/fetish/porno/cyberpunk/nazi/comunista/post apocalittica, che non si fa mancare spruzzatine di inferno dantesco e di paradiso perduto miltoniano e che, con sprezzo del ridicolo, non è dotato di nessuna ironia. Nel 2004 andava pure bene, perché era comunque visibile una certa creatività di fondo in un siffatto polpettone kitsch, ma nel 2011 il tutto appare stucchevole come una puntata de La Prova del Cuoco.
Contenti? Ci dispiace. Purtroppo la verità è che dobbiamo arrivare a tre cartelle di testo e che, quindi, vi dovete sciroppare qualche altro paragrafo di deliri.

Le Alternative

Se vi piace il genere sparatutto alla Painkiller, dove l'azione frenetica è preponderante, non potete lasciarvi sfuggire il recente Bulletstom, realizzato dagli stessi autori del primo capitolo della saga di JoWood. Bulletstorm è incentrato sulle uccisioni stilose che garantiscono l'accumulazione dei punti. Provatelo.
Volendo guardare più indietro, vi consigliamo di provare anche Dreamkiller, realizzato dagli stessi autori di Painkiller: Overdose e, soprattutto, i primi due Serious Sam di Croteam (non Serious Sam 2, che non vale la pena), recentemente ripubblicati in HD, dove gli scontri con centinaia di nemici si svolgono su livelli enormi e spettacolari.

A che pro?

Redemption è strutturato in codesto modo: si entra in una stanza più o meno larga, si attiva il checkpoint e si inizia a sparare contro centinaia di nemici (letteralmente). Quando i malcapitati sono finiti, si passa alla stanza successiva e si ricomincia il massacro. Ripetete la formula per n volte fino alla fine del livello e moltiplicate per sei (il numero complessivo di livelli) per avere come risultato l'ultimo Painkiller. E il multiplayer? Macché, niente, nada, niet. Tra le opzioni di gioco c'è solo la possibilità di variare il livello di difficoltà in modo da rendere il gioco incredibilmente più arduo e allungare un po' la sfida.
Intendiamoci, le sparatorie contro centinaia di nemici sono divertenti, così come vedere il kill count alla fine del livello superare le mille unità, ma non c'è veramente niente che nasconda la natura amatoriale del progetto, level design compreso. Si tratta di un piccolo tributo che può far felice qualche fan hardcore, ma che non ha molto senso al di fuori della sua natura celebrativa di mod. Il brutto è che il publisher tenta di spacciarlo come un nuovo capitolo della serie e che nel vuoto pneumatico che lo compone c'è pure una specie di storia a fare da collante tra i livelli e a giustificare il crossover tra i protagonisti degli altri episodi.
Tecnicamente non c'è molto da dire più di quanto detto. È un gioco del 2004, quindi il motore grafico è del 2004. All'epoca fece un certo effetto, oggi non regge il confronto neanche con un gioco indie come Amnesia: The Dark Descent, figurarsi con altri progetti dai valori produttivi più elevati. Oltretutto, i difetti vengono accentuati dalla mancanza di qualsiasi novità, anche a livello di colonna sonora. È vero, costa poco, ma è comunque un poco con cui si possono comprare giochi migliori.

In cerca di redenzione

Conclusioni

Multiplayer.it
5.5
Lettori (12)
5.8
Il tuo voto

I fan sfegatati di Painkiller possono arrivare a considerare il voto come se fosse un sei per i seguenti motivi: Redemption non è disastroso come Resurrection, nonostante tutto può divertire e il prezzo ridottissimo lo rende appetibile se non si riesce a vivere senza impalare demoni. Gli altri possono prendere un transatlantico per starne alla larga e fare finta che non esista, dedicandosi piuttosto all'uncinetto o a lanciare una palla invisibile contro un muro di silenzio. Anacronistico e senza senso.

PRO

  • Costa poco
  • Gli scontri sono frenetici

CONTRO

  • Riciclo totale di tutti gli elementi
  • Niente multiplayer
  • Puzza di cadavere

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core 2 Quad Q6600
  • RAM: 4 GB
  • Scheda video: GeForce 250 GTS
  • Sistema operativo: Windows Vista

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP / Vista / 7
  • Processore: 2.4 GHZ+ (per core)
  • RAM: 2 GB o superiore
  • Scheda video: Radeon 3800 / Geforce 7800 o superiore
  • Spazio su disco: 6 GB
  • DirectX: 9.0c