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Proprio come ce l'aspettavamo

A quattordici anni di distanza da Duke Nukem 3D, arriva finalmente nei negozi il sequel probabilmente più rimandato della storia dei videogame. Riuscirà a non deludere le aspettative?

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   14/06/2011

Versione testata: PC

Aprile 1997: cavalcando l'onda dello straordinario successo riscosso da Duke Nukem 3D, pubblicato l'anno prima, gli sviluppatori di 3D Realms annunciano l'uscita di un sequel. Anni dopo il gioco si fa ancora attendere ma gli appassionati non perdono le speranze e si nutrono di ulteriori annunci, di rumor, persino di un trailer fino al 2009, quando le difficoltà economiche costringono la compagnia a pesanti tagli nel personale e allo sciogliemento proprio del gruppo che doveva occuparsi della realizzazione della nuova avventura di Duke Nukem. Settembre 2010: a sorpresa, il publisher 2K Games e Gearbox Software rivelano di aver acquisito la licenza e i materiali relativi a Duke Nukem Forever, decisi a portarlo a termine.

Proprio come ce l'aspettavamo

La notizia è stata presa un po' come una burla, del resto dopo tutti quegli anni sembrava ormai impossibile che la faccenda potesse risolversi con l'effettiva uscita del gioco. E adesso eccolo qui: il Duca è tornato ed è lo stesso di sempre, gli anni non hanno scalfito il suo carattere né i suoi muscoli. Dopo aver salvato il mondo dall'invasione aliena, è anche diventato una star: la gente lo acclama, le donne lo desiderano, i bambini vogliono essere come lui ("prendi le tue pill... ehm, le tue vitamine, ragazzino, e ce la farai!"), c'è un intero museo dedicato alle sue gesta mentre si producono film e musical sulla sua vita.

Proprio come ce l'aspettavamo

Una situazione idilliaca, che viene purtroppo rovinata dal ritorno degli alieni che anni prima il Duca aveva preso a randellate. Raggiunta la Duke-Caverna, l'eroe viene rimbrottato dal presidente degli Stati Uniti in persona, che gli ordina di non attaccare gli invasori perché è sicuro di potersi accordare pacificamente con il loro capo. D'altronde non possono scagliare un attacco preventivo solo perché credono che il nemico possieda armi di distruzione di massa, no?

Proprio come ce l'aspettavamo

Le intenzioni degli alieni si rivelano però tutt'altro che pacifiche e così Duke, riattivato il sistema energetico della sua "fortezza", aziona i cannoni contro la loro nave madre e la distrugge, dopodiché esce all'aperto e fa a pezzi uno dei mostri più grossi e arrabbiati che si siano visti in un FPS da qualche anno a questa parte, terminando l'incontro con una sonora raffica di cazzotti nelle parti basse. Si tratta di poche sequenze, solo dell'inizio di una campagna composta da ventidue capitoli (completabile in circa dieci ore, forse qualcosa in più), che però danno perfettamente l'idea di cosa possiamo aspettarci da Duke Nukem Forever. Una rivoluzione per il genere degli FPS? No di certo. Un colossal a cui hanno lavorato ininterrottamente per quattordici anni? Nemmeno. L'ideale sequel di Duke Nukem 3D? Esattamente.

Proprio come ce l'aspettavamo

"Assaggia la mia palla gigante!"

Secondo alcune voci, Gearbox Software avrebbe preso in mano un progetto completo all'incirca al 70%, dunque possiamo ragionevolmente dedurre che gran parte delle idee presenti nel gioco siano farina del sacco di 3D Realms. Non che lo stile grezzo di Duke Nukem sia impossibile da imitare, intendiamoci, tuttavia il titolo nella sua interezza dipinge un quadro perfettamente in linea con le più nostalgiche aspettative circa il personaggio, che condisce le proprie battaglie con un repertorio di battute talvolta eccellenti nella loro volgarità, e che sono state tradotte in modo più che dignitoso in italiano, affidando la voce del Duca a un doppiatore esperto come Marco Balzarotti.

Proprio come ce l'aspettavamo

Le scelte che riguardano l'interazione con lo scenario sono anch'esse indubbiamente figlie di Duke Nukem 3D: non solo possiamo andare in bagno (diciamo così), aprire armadietti, mangiare ciambelle, attivare interruttori e così via, ma tali azioni si ripercuotono in modo diretto sul nostro ego, ovvero sulla barra della nostra energia vitale, aumentandone la capienza. Uno stimolo a guardarsi intorno e a toccare un po' di tutto, facendo magari una partita con il simpatico flipper personale del Duca, ma allo stesso tempo un'arma a doppio taglio che rivela i limiti tecnici di questa produzione, in diversi frangenti capace di offrire una certa spettacolarità ma che in più di un'occasione mostra il fianco a soluzioni datate, specie quando si tratta di rappresentare un paesaggio complesso. Gli ambienti in cui ci muoviamo sono vari e ben differenziati, e questo è senza dubbio un pregio: si parte dal museo dedicato a Duke Nukem per continuare poi fra le strade devastate dall'invasione, ci si fa largo nelle viscide caverne aliene ma senza dimenticare una capatina al Duke Burger, si sale a bordo di macchinine radiocomandate e si sgomma fra le macerie o fra i canyon deserti in cerca di paesi sperduti, assediati dagli sbirroporci. E al di là dei limiti tecnici a cui abbiamo accennato poc'anzi, al di là della linearità dei percorsi e delle tante porte chiuse che troveremo lungo il cammino, il level design si mantiene sempre su buoni livelli, ponendo la connotazione degli scenari al servizio del gameplay.

"Le armature sono per le fighette!"

E a proposito di gameplay, anche da questo punto di vista Duke Nukem Forever riprende ed espande alcuni dei concetti introdotti con Duke Nukem 3D. L'azione sparatutto viene infatti inframezzata da un gran numero di enigmi basati sull'ambientazione, sezioni platform fortunatamente "ottimizzate" in modo da non risultare troppo frustranti ed esplorazioni alla ricerca di condotti d'areazione da attraversare, oggetti su cui saltare per raggiungere una piattaforma posta in alto e così via.

Proprio come ce l'aspettavamo

Fa piacere che gli sviluppatori insistano su determinati concetti, anche perché si rivelano fin da subito vincenti: Duke può talvolta incappare in una sorta di dispositivo biologico alieno che lo riduce alle dimensioni di una action figure, e in questa forma deve ingegnarsi per trovare dei percorsi alternativi, approfittando di scatole, mensole e quant'altro. Durante le prime fasi di gioco, la miniaturizzazione lo vede protagonista di un'assurda sequenza alla guida di una macchina radiocomandata, mentre lo scontro con gli invasori di taglia normale va assolutamente evitato in tali condizioni (anche se, a un certo punto, diventerà inevitabile fronteggiarne almeno uno). Le fasi di guida tornano più avanti, con un intero capitolo in cui il Duka si muove a bordo del suo potente bigfoot, sbaraglia i propri nemici investendoli e salta da un canyon all'altro utilizzando il boost del veicolo, per poi fermarsi ogni volta che il carburante si esaurisce. A quel punto deve scendere dall'auto, esplorare lo scenario e azionare dei meccanismi che lo portino a recuperare una tanica di benzina. E poi, last but not least, ci sono appunto gli scontri a fuoco, indubbiamente "vecchia scuola" dal punto di vista dell'approccio ma allo stesso modo impegnativi e godibilissimi. Il Duca si fa largo dapprima con le sue mani nude, poi gradualmente il suo arsenale prende forma: una pistola semiautomatica, un fucile a pompa, un lanciarazzi a ricerca, un fucile di precisione, un potente lanciagranate a ripetizione, un cannone refrigerante e poi ancora le armi aliene fra mitragliatrici, laser, lanciamissili, pistole miniaturizzanti e così via. A ciò si aggiungono due diversi tipi di esplosivo: una mina di prossimità che esplode al contatto e una granata che possiamo far detonare tramite telecomando, anche al volo. Lo schema dei comandi è quello tipico degli FPS, specie se utilizziamo un controller per Xbox 360, e i nostri input vengono recepiti in modo rapido e preciso, rendendo i controlli affidabili anche durante i combattimenti più frenetici e movimentati.

Proprio come ce l'aspettavamo

"Saluta il re!"

Il bestiario dei nemici che ci troveremo ad affrontare nella campagna in single player è piuttosto ricco, magari non all'insegna dell'originalità (molti personaggi provengono sempre da Duke Nukem 3D, o quantomeno l'origine del loro design è quella) ma sicuramente vario: oltre agli sbirroporci e alle loro versioni "berserk", abbiamo infatti alieni volanti in grado di teletrasportarsi, unità corazzate talvolta dotate di lanciamissili, polipi volanti che possono scagliarci addosso qualsiasi oggetto, enormi "troll" dalla potenza devastante, insidiosi "ragno" che sputano acido e altro ancora.

Proprio come ce l'aspettavamo

Sarà tuttavia all'interno delle modalità multiplayer che troveremo davvero pane per i nostri denti, con l'implementazione dei jetpack (che invece mancano nello story mode), di tutte le armi descritte in precedenza e di ben dieci mappe in cui scatenarci contro i nostri avversari. Quattro le possibilità: deathmatch classico, team deathmatch, re della collina e cattura la bandiera, quest'ultima con una pupa a rappresentare l'oggetto del contendere, tanto per ribadire lo spirito del gioco. Soluzioni decisamente convenzionali, dunque, con un tetto massimo di giocatori purtroppo limitato ad appena otto persone: troppo poco per tenere testa alle attuali produzioni in termini di feature online. Concludendo con il comparto tecnico, come da tradizione, non possiamo che ribadire quanto già detto: dal punto di vista della direzione artistica e del design, Duke Nukem Forever è in grado di regalarci un sacco di bei momenti, tuttavia il confronto con gli FPS più blasonati risulta inevitabilmente impietoso. In termini assoluti non si percepisce una distanza straordinaria fra il prodotto di Gearbox Software e un Battlefield: Bad Company 2 piuttosto che un Call of Duty: Black Ops, soprattutto giocando in 1920 x 1080, ma basta fare attenzione agli elementi di contorno e a tanti particolari per rendersi conto delle differenze in termini di modelli poligonali, drawing distance e dettaglio. Quantomeno tale situazione produce un piacevole effetto collaterale: sulla configurazione di prova, il gioco gira in risoluzione Full HD, con tutti gli effetti al massimo, a sessanta frame al secondo.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.7
Lettori (296)
7.0
Il tuo voto

Nel giudicare Duke Nukem Forever, bisogna necessariamente fare un paio di considerazioni. In primo luogo non si possono addossare al prodotto di Gearbox Software le aspettative derivanti da quattordici anni di attesa: il gioco che abbiamo fra le mani non ha alcuna intenzione di porsi come l'FPS definitivo né è in grado di stabilire nuovi standard tecnici per il genere. In secondo luogo proprio l'aspetto tecnico, più che dignitoso ma in vari momenti datato, finisce per essere messo in secondo piano da un gameplay solido, che propone alcune variazioni indubbiamente efficaci e che si rivela, in ultima analisi, molto divertente. È questo che conta, no? Duke Nukem Forever è un gioco molto divertente. Chiudendo dunque un occhio su un multiplayer stiracchiato, non possiamo che consigliare l'acquisto del titolo 2K a chiunque cerchi un'esperienza spensierata, intrigante e (ripetiamolo) divertente.

PRO

  • Gameplay molto solido e divertente
  • Alcune efficaci variazioni sul tema
  • Single player impegnativo e abbastanza lungo

CONTRO

  • Multiplayer sacrificato
  • Tecnicamente datato, in diversi frangenti

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore AMD Phenom X4 9550
  • 4 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Processore Intel Core 2 Duo da 2,0 GHz o AMD Athlon 64 X2 da 2,0 GHz
  • 1 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce 7600 o ATI Radeon HD 2600
  • 10 GB di spazio libero su hard disk
  • Sistema operativo Windows XP, Windows Vista o Windows 7

Requisiti consigliati

  • Processore Intel Core 2 Duo da 2,4 GHz o AMD Athlon 64 X2 da 2,6 GHz
  • 2 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce 8800 GTS o ATI Radeon HD 3850
  • 10 GB di spazio libero su hard disk
  • Sistema operativo Windows XP, Windows Vista o Windows 7