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Amy, recensione

Il survival horror secondo Paul Cuisset per una nuova avventura... Tutta al femminile

RECENSIONE di La Redazione   —   18/01/2012

Il gioco è disponibile per il download tramite PlayStation Network e Xbox Live
Versione testata: Xbox 360

C'è qualcosa di terribile in Amy. E non ci riferiamo solo alla protagonista di questo bizzarro survival horror, ma alla sua controversa gestazione. Abbiamo più di un motivo per pensare che il progetto di VectorCell, casa fondata da Paul Cuisset (già autore di Flashback), sia rimasto a corto di fondi in uno stadio decisamente prematuro e lasciato al suo tragico destino nel mercato del digital delivery. Vediamo nel dettaglio cosa ci aspetta in questo titolo ad alta tensione, in tutti i sensi.

Anni '90

A dire il vero, fin dal rilascio del primo teaser le aspettative per questo prodotto erano piuttosto alte e a ragione. Il genere è tutt'altro che prolifico sulle piattaforme di nuova generazione e l'incipit si rivela decisamente intrigante. Nei panni di una donna di nome Lana ci troviamo ad affrontare un viaggio in compagnia della piccola Amy, che dà il nome al gioco, una bambina di otto anni autistica e custode di strani poteri.

Amy, recensione

Scopriamo presto di aver portato via la piccola da un laboratorio di ricerca con sistemi forse poco legittimi, ma motivati da quello che accadrà a breve, l'esplosione di un'epidemia apocalittica, in grado di trasformare la maggior parte degli esseri viventi in zombie famelici e creature abominevoli. La stessa Lana viene infettata dal virus, vedendo così il suo poco roseo futuro di non morta frenato solo da miracolose fiale e la presenza stessa della bambina. Proprio così, la vicinanza di Amy cancella qualsiasi influenza della nefasta infezione, a patto però di rimanere in stretto contatto con la bambina. Ha inizio quindi un rapporto simbiotico sul quale si sviluppa l'intero sistema di gioco, in maniera similare a quanto visto in prodotti come Ico. Ma VectorCell guarda maggiormente alle saghe di Silent Hill e Resident Evil, in particolar modo la prima, e aspira a riportare il genere survival horror alle antiche, gloriose origini.

Amy, recensione

Si salvi chi può

La strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni e mai proverbio è più azzeccato come nel caso di Amy. L'impostazione come abbiamo detto ricalca quella delle avventure di una quindicina di anni fa, con una protagonista precaria e impaurita, protetta solo da qualche arma rimediata alla meglio e i poteri della piccola Amy, in grado di ricopiare sul proprio Pad dei glifi in grado di donare speciali peculiarità. Sfruttando l'indefinita ambientazione futuristica della storia, il titolo fa sfoggio di strumentazioni tecnologiche, in realtà un mero pretesto per l'allestimento di una serie di enigmi atti ad allungare il brodo.

Amy, recensione

Tra questi annoveriamo porte caricate a Dna, che richiedono sessioni di backtracking fin dai primi minuti di gioco (!) la cui comprensione è totalmente a carico del giocatore, interruttori da gestire a quattro mani (con Amy) e terminali da sbloccare, in sostanza dei mini giochi di hacking con errori concettuali anche imbarazzanti. Cimentarsi con Amy regala sensazioni fortemente sbilanciate verso lo sgradevole, alla buona atmosfera del gioco si contrappongono dei controlli difficili da tollerare, un sistema di collisioni totalmente casuale e svariati bug, alcuni molti gravi. Nelle nostre sessioni ci è capitato di tutto, da zombie sospesi nel vuoto, alla bambina che si rifiutava di seguirci, incastrandosi nel fondale. L'aspetto più drammatico è, però, rappresentato dal sistema di salvataggio, veramente insulso. Il gioco salva automaticamente in punti prestabiliti dei 6 capitoli, ma i checkpoint sono ridotti all'osso, e la struttura fortemente trial and error obbliga a ripetere gli stessi passaggi un numero eccessivo di volte. Disturba particolarmente l'assenza di logica di molti decessi, inevitabili in quanto cinicamente pianificati dai programmatori per accumulare le ore di gioco. Dulcis in fundo, riprendere una partita significa dover ricominciare il capitolo dall'inizio, una condizione semplicemente inaccettabile.

Obiettivi Xbox 360

Amy propone i canonici 200 punti giocatore, suddivisi attraverso 12 obiettivi. Essendo un'avventura per giocatore singolo, potrete ottenerli quasi tutti concludendo la storia principale lungo i 6 capitoli, nei tre livelli di difficoltà proposti. Un'operazione tutt'altro che facile, visto il compito improbo che spetta al giocatore per vedere gli agognati titoli di coda, buona fortuna.

The Walking Dead

Anche tecnicamente Amy non fa gridare al miracolo, la modellazione poligonale dei personaggi non è avara di dettagli, in particolar modo l'inesorabile trasformazione di Lana quando distante da Amy. Questa è davvero impressionante e aumenta in modo esponenziale la tensione, senza contare che in un certo passaggio dobbiamo sfruttare il nostro deprecabile stato per passare illesi tra gli zombie (vi ricorda qualcosa?). Assai più discutibile la direzione artistica, Lana incute più timore di un non morto anche quando si trova in condizioni sane, e le sproporzioni degli arti hanno una resa francamente orribile. Gli scenari sono quanto di più canonico si possa immaginare e fortemente derivativi nei confronti della saga orrorifica Konami, abbiamo quindi ambienti malsani e deprimenti, avvolti da oscurità e globuli rossi spalmati sulle pareti. Purtroppo il tutto gira in condizioni davvero pessime, con un framerate che supera a stento i 20 fotogrammi, lo schermo devastato da fenomeni di tearing e svariati rallentamenti. Risulta evidente come sia venuta a mancare completamente la fase di ottimizzazione e, sospettiamo, beta testing. Nella norma la sezione audio, con una serie di suoni ambientali tutto sommato efficaci. Il gioco è parlato in inglese con i sottotitoli in italiano.

Conclusioni

Multiplayer.it
3.5
Lettori (54)
6.0
Il tuo voto

In Amy quasi niente funziona, se escludiamo l'atmosfera indovinata per un survival horror, sebbene molto derivativa, e la buona idea delle due protagoniste. Ed è un peccato, con una realizzazione competente e una migliore fase di pulizia gli appassionati avrebbero potuto vivere un autentico ritorno di fiamma verso un genere che oggi non si fa più. Questo purtroppo non è il caso del prodotto di VectorCell, afflitto da problematiche di ogni tipo, dalla realizzazione tecnica, i bug e un sistema di gioco pieno di errori e assurdamente punitivo, che trova il suo culmine nell'inaccettabile sistema di salvataggio. Siete dunque avvertiti, il prezzo del biglietto non è elevato (circa 10 Euro), ma garantisce un viaggio che può essere tollerato solo dagli irriducibili del genere.

PRO

  • Piuttosto malsano e inquietante
  • Ottima l'idea delle due protagoniste
  • Prezzo contenuto

CONTRO

  • Motore grafico scattoso e male ottimizzato
  • Sistema di gioco pieno di lacune
  • Il metodo di salvataggio è un insulto

Amy è disponibile su Live Marketplace al prezzo di 800 Microsoft Points, e Sony Playstation Network a 9,99 €.
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