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Resident Evil: Revelations, recensione

L'anno del 3DS si apre alla grande con un capitolo della serie Resident Evil in esclusiva. Perchè la paura non va mai fuori moda...

RECENSIONE di Andrea Palmisano   —   30/01/2012

Che il 3DS si sia tolto dalle sabbie mobili in cui sembrava stesse affondando è ormai evidente; taglio di prezzo sostanzioso assieme all'uscita di grandi giochi capeggiati dalla doppietta di Mario hanno reso la console appetibile ai consumatori, che hanno premiato Nintendo con una quantità di console vendute impressionante. Per mantenere il "momentum" però, soprattutto con l'imminente lancio di Ps Vita in occidente e il sempre minaccioso universo degli smartphone in continuo fermento, è fondamentale che i bei titoli continuino ad essere sfornati, preferibilmente non solo dalla casa di Kyoto. Per questo inizio 2012, il ruolo di apripista se l'è preso con coraggio e merito Capcom, lanciando un capitolo di Resident Evil in esclusiva per l'handheld tridimensionale.

Paura?

Resident Evil: Revelations non è una riduzione portatile, sia ben chiaro; malgrado la storia del survival horror di Capcom abbia toccato i portatili Nintendo in più di un'occasione, a partire dalla commuovente conversione del primo episodio per Game Boy Color che non riuscì mai a raggiungere i negozi, è la prima volta che viene scritta una pagina del tutto nuova all'interno della timeline narrativa della serie principale lontano dagli schermi casalinghi. Un momento importante che necessariamente doveva coincidere con un episodio degno e valido, e sotto certi aspetti Resident Evil: Revelations è andato addirittura oltre a tali premesse qualitative. Già soltanto il fatto che i protagonisti siano Jill Valentine e Chris Redfield, ovvero i più amati dai fan, dimostra chiaramente come Capcom abbia voluto fare sul serio.

Resident Evil: Revelations, recensione

La trama, posta cronologicamente tra il quarto e il quinto capitolo, con una casualità piuttosto sfortunata per noi italiani rispetto alle vicende di cronaca si svolge in larga parte a bordo di una nave da crociera - la Queen Zenobia - su cui Jill e il compagno Parker Luciani si trovano a cercare tracce dello scomparso Chris. Lo sviluppo della narrazione passa attraverso elementi imprescindibili come il T-Virus, organizzazioni non governative contro la minaccia delle armi bio-organiche di cui fanno parte i "buoni" (la BSAA), misteriose commissioni federali per il bioterrorismo (la FBC) e gruppi di pericolosi terroristi (la Veltro); il risultato finale è comunque sempre il solito improbabile script da B-Movie, convoluto e non sempre chiaro, con colpi di scena ormai piuttosto telefonati e personaggi caricaturali non molto credibili. Ma in fondo questo fa parte del fascino di Resident Evil, e la volontà di Capcom con questo Revelations non era evidentemente di certo quella di stabilire un punto di svolta per il franchise. Ciò nonostante, nella modalità storia in single player, è possibile apprezzare un lavoro di parziale "ritorno alle origini" per quanto riguarda gli equilibri del gameplay: meno sparacchino arcade, più survival horror dal ritmo compassato. In realtà tale scelta sembra piuttosto una intelligente considerazione sulla base delle capacità tecniche del 3DS, buone ma non certo sensazionali; ecco quindi che, per evitare ambienti ampi e spazi aperti che avrebbero messo alla corda i chip del portatile, è stata scelta l'ambientazione della nave che si presta perfettamente in tal senso con corridoi e stanze dalla metratura piuttosto limitata, salvo rarissime eccezioni. Allo stesso tempo location di questo tipo lasciano spazio ad incontri con pochi nemici contemporaneamente, col giocatore che quasi mai si trova quindi soverchiato numericamente; per questo motivo sarebbe stata gradita una intelligenza artificiale degli avversari perlomeno leggermente elaborata, mentre il risultato sotto questo aspetto è piuttosto deludente.

Resident Evil: Revelations, recensione

I pattern di attacco per le creature sono infatti pochissimi e limitati, praticamente mai sorprendenti, e destinati a ripetersi lungo tutta l'avventura; lo sviluppo della serie dovrebbe passare per forza di qua, dal momento che ora come ora le fasi di combattimento di Resident Evil: Revelations sono davvero raramente eccitanti o impegnative, nonostante la possibilità di sparare attraverso una visuale in prima persona che permette anche di spostarsi seppur lentamente. E considerando la quasi assoluta assenza di enigmi e puzzle, il peso specifico dei combattimenti diventa ancora maggiore. Restando sempre sul fronte dei nemici, può essere considerato per alcuni un difetto anche il design che ne caratterizza l'aspetto, malgrado si tratti di un elemento decisamente soggettivo; i cari vecchi zombie "classici" sono stati sostituiti da aberrazioni molto simili a quelle di Silent Hill, con una mancanza di carattere e personalità decisamente tangibile. Sia chiaro, tali appunti di certo non devono suggerire una componente single player di Resident Evil: Revelations deludente; la struttura divisa a capitoli, 12 in totale, a mo' di serie televisiva è piuttosto azzeccata, e nonostante il pesante backtracking e gli evidenti cali qualitativi di alcuni passaggi soprattutto nel caso di quelli ambientati lontano dalla nave, l'avventura scorre abbastanza piacevolmente fino ai crediti finali che nel nostro caso sono arrivati allo scoccare delle 9 ore precise di gioco. Anche la novità del Genesis, una sorta di scanner con cui esaminare ambientazioni e i nemici per ottenere oggetti, si dimostra gradevole seppur non pienamente sfruttata come avrebbe potuto essere. Chi ha iniziato a far saltare cervelli ai non morti nel 1996 farà però fatica a mettere Revelations tra i migliori episodi che la serie abbia offerto.

L'effetto 3D

L'ottimo lavoro in ambito grafico eseguito da Capcom si estende anche all'implementazione dell'effetto tridimensionale, che trova in Resident Evil: Revelations sicuramente una delle migliori applicazioni viste finora sul portatile Nintendo. Il senso di profondità dona parecchio alle ambientazioni, aumentando l'immersività e il coinvolgimento; rimane il difetto congenito della necessità di mantenere precisamente l'angolazione corretta della console, ma su questo non c'è molto da fare.

Puzza di morto

Molti, se non tutti i difetti finora elencati vengono però volentieri messi in secondo piano di fronte alla sontuosa componente estetica della produzione Capcom, capace di offrire un clamoroso esempio di quello che il 3DS è in grado di fare se messo in buone mani. Sia chiaro, e l'abbiamo già detto: Resident Evil: Revelations è un prodotto "furbo", che adotta soluzioni tali da permettere di ridurre il carico poligonale su schermo e ottimizzare così al massimo il risultato. La differenza tra i gloriosi momenti negli angusti locali della nave rispetto a quelli blandi in aree all'aperto o più ampie è evidente, così come è chiaro che i rari incontri con più di 3 nemici contemporaneamente su schermo sono limitati alle aree più povere di dettagli. Detto questo, è davvero difficile non restare impressionati dalla componente estetica di Revelations, in alcuni frangenti addirittura confrontabile con quella di Resident Evil 5. I modelli poligonali dei protagonisti, per esempio, sono semplicemente eccellenti, così come gli effetti di luce e buona parte delle animazioni. Un po' di aliasing e texture non sempre definite non incidono troppo sul quadro complessivo.

Resident Evil: Revelations, recensione

La compatibilità con il Circle Pad Pro, o Pad Scorrevole Pro come viene chiamato ufficialmente dalle nostre parti, rappresenta una aggiunta assolutamente gradita; pur essendo Resident Evil: Revelations del tutto giocabile anche senza la inguardabile periferica, quest'ultima fornisce sia un migliore grip della console e un superiore confort sulle lunghe sessioni, sia la possibilità di gestire con più efficacia la visuale e l'interazione con gli oggetti. Merita il giusto spazio anche la descrizione delle modalità secondarie, che dimostrano il particolare impegno da parte di Capcom nel tentativo di confezionare un prodotto completo e soddisfacente anche una volta portata a termine la storia principale. Si tratta delle missioni, ovvero obiettivi da soddisfare per ottenere bonus di varia natura, e soprattutto della modalità Raid; quest'ultima, affrontabile in singolo, multiplayer locale o online, si basa su frammenti di livelli infestati da nemici da attraversare fino a raggiungere l'uscita. Al termine di ogni stage, oltre a sviluppare il proprio personaggio, si potranno guadagnare armi e punti da spendere in un apposito negozio. Una modalità stimolante e divertente, soprattutto se affrontata in cooperativa con un amico, e che ha il sapore di qualcosa di ben più di un semplice riempitivo.

Conclusioni

Multiplayer.it
ND
Lettori (225)
8.9
Il tuo voto

Resident Evil: Revelations è un episodio della serie di Capcom estremamente interessante, seppur non privo di ombre; soprattutto la eccezionale componente grafica rischia di nascondere i difetti di una modalità principale gradevole e piuttosto coinvolgente, anche se quasi mai sorprendente a livello ludico e che sente il peso di una intelligenza artificiale dei nemici sinceramente inaccettabile nel 2012, la quale finisce per svilire l'elemento del combattimento tanto importante nell'economia complessiva del prodotto. La necessità di ammodernare alcuni aspetti del brand della casa nipponica sembra ormai assolutamente impellente, una realtà sotto agli occhi anche dei fan più appassionati. Ma essere eccessivamente critici con un prodotto così ben confezionato, con modalità secondarie tanto valide, soprattutto nella prospettiva portatile a cui appartiene sarebbe semplicemente sbagliato. Un acquisto consigliato.

PRO

  • Tecnicamente spesso impressionante
  • Ottima longevità grazie anche alla modalità Raid
  • Divertente

CONTRO

  • Intelligenza artificiale dei nemici inaccettabile
  • Alti e bassi nella modalità principale
  • Trama a dir poco dimenticabile