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Una vita all'inferno

Nella line-up di lancio del nuovo portatile Sony c'è anche un titolo firmato Square Enix: basterà il marchio a renderlo un prodotto degno d'attenzione?

RECENSIONE di Christian Colli   —   27/02/2012

A dire il vero Army Corps of Hell non è esattamente farina del sacco di Square Enix, la quale si è limitata soltanto a produrre il gioco, sviluppato invece interamente da Entersphere Inc. Bisogna essere sinceri: i giochi della mamma di Final Fantasy negli ultimi tempi non hanno certo brillato per qualità, ma la società nipponica non si sarebbe mai azzardata a immettere sul mercato un titolo del genere, sopratutto in occasione del lancio di una nuova console come PlayStation Vita.

Una vita all'inferno

Il portatile griffato Sony fortunatamente ha proposto una buona varietà di titoli iniziali, seppur non tutti di alta qualità, e tra picchiaduro, simulatori sportivi e avventure un genere che manca all'appello è quello strategico. Army Corps of Hell tenta di colmare quella lacuna, ma il risultato non è certo quello che speravamo.

Re dei goblin, oh re dei goblin!

A collegare la quarantina di missioni del gioco c'è una favola nera un po' grottesca: il re degli inferi, cioè il giocatore, è stato detronizzato e scagliato nei gironi più bassi dell'inferno. Dopo aver soggiogato una tribù di goblin, il vostro obiettivo sarà sfruttare questi raccapriccianti servitori per scalare i ranghi delle potenze infernali e tornare a sedervi sul trono che vi spetta. Incredibili colpi di scena, rivelazioni sconcertanti, un'appassionante storia d'amore: tutto questo vi aspetta nel più modesto RPG degli ultimi cinque anni, ma non in Army Corps of Hell, qui non c'è nulla di tutto ciò. La storia è insipida e raccontata attraverso brevi testi e discreti artwork, ma in realtà non è che un pretesto per dare un senso alle numerose battaglie che dovrete affrontare prima di veder scorrere i titoli di coda. Altrimenti non potrebbe essere, visto che la storia manca di personaggi degni di questo nome, caratterizzati giusto da uno stile artistico a metà tra l'orientale e l'occidentale e da un doppiaggio camuffato in una lingua ultraterrena composta da incomprensibili versi.

Una vita all'inferno

L'estetica di Army Corps of Hell purtroppo non migliora neanche durante il gioco vero e proprio, tecnicamente molto più vicino a quanto proposto da PSP piuttosto che da PlayStation Vita, un portatile che, ricordiamo, ha mostrato già i suoi muscoli con titoli come Uncharted: L'Abisso d'Oro e Ultimate Marvel Vs Capcom 3. Il titolo di Entersphere è scialbo, sia nella modellazione delle varie creature avversarie che dei campi di battaglia, vere e proprie "arene" di dimensioni ridotte che tendono a somigliarsi un po' tutte tra loro. Probabilmente all'inferno non ci si dovrebbero aspettare arcobaleni e campi fioriti, ma neanche una tale povertà di scelte cromatiche. I goblin controllati dal nostro alter-ego sono disponibili in soltanto tre varietà e, di conseguenza, a loro volta non offrono una gran differenza visiva ma neanche un repertorio particolarmente soddisfacente di animazioni, nonostante siano i modelli che più spesso vedremo durante il gioco. Pollice in alto, invece, per i vari boss, di dimensioni decisamente generose e spesso ispirati a ben note creature mitologiche o sovrannaturali.

Trofei PlayStation 3

I 30 Trofei ottenibili si dividono in 12 Bronzo, 12 Argento, 5 Oro e 1 Platino. Per guadagnare la maggior parte di essi basterà completare le varie missioni, sconfiggere i boss e fabbricare oggetti per il nostro esercito. Altri invece sono più impegnativi e richiedono l'utilizzo di un solo tipo di goblin o il reperimento di tutti gli oggetti presenti nel gioco.

What kind of magic spell to use?

Citando una strofa di David Bowie nel mitico film Labyrinth (in cui interpretava il Re dei Goblin, pensate un po') potremmo quasi farvi credere che in Army Corps of Hell possiate scegliere che magie lanciare contro i vostri nemici. In realtà non potete scegliere e, a dirla tutta, non ci sono neanche magie da lanciare. I vostri demoniaci poteri possono essere però utilizzati per fabbricare armi e oggetti in grado di fornirvi comodi vantaggi durante le battaglie, a partire dai materiali raccolti dai vostri sottoposti sul terreno di scontro stesso. L'esercito di goblin che avete soggiogato all'inizio della storia vi circonderà durante le missioni e potrete sfruttare tre tipi di servitori: i goblin soldati sono le unità predisposte al combattimento in mischia; i lancieri, invece, sono i goblin che attaccheranno a media distanza, in grado di intrufolarsi in zone altrimenti inaccessibili per sopraffare nemici a cui i soldati non possono avvicinarsi; i maghi, infine, sono i goblin in grado di scagliare dirompenti incantesimi ad area. Il re dei goblin, in effetti, si girerà i pollici ordinando semplicemente alle sue unità di fare il lavoro sporco al posto suo. Il gameplay assume dunque l'identità di un ibrido tra un gioco d'azione e uno strategico in tempo reale: il giocatore muove il protagonista e indica che bersaglio attaccare, i goblin penseranno al resto.

Una vita all'inferno

E' un po' sconfortante, però, che una meccanica tutto sommato abbastanza interessante non sfrutti pienamente le capacità dell'hardware Sony. Le varie missioni tendono tutte ad assomigliarsi tra loro, il giocatore fondamentalmente deve capire come sbarazzarsi dei nemici evitando le trappole sparse per l'arena e la scelta spesso si riduce all'utilizzo di uno o due tipi di goblin al massimo, con i lancieri praticamente inutili per gran parte dell'avventura. Procedendo oltre il ventesimo stage, inoltre, diventa chiaro come sia molto più comodo affidarsi al devastante attacco speciale dei soldati piuttosto che elaborare complicate tattiche che sfruttino anche le peculiari capacità degli altri goblin. Presto o tardi questa strategia diventa opportuna anche nel caso degli scontri con i boss, i quali comunque diventano subito ridondanti e non del tutto dissimili da un normale nemico troppo cresciuto. Il senso di ripetitività diventa quasi opprimente nel giro di poche ore, anche a causa di un accompagnamento heavy-metal davvero ottimo ma caratterizzato da pochissime tracce, ripetute allo sfinimento, quasi a sottolineare la monotonia delle nostre azioni.

Conclusioni

Multiplayer.it
5.0
Lettori (17)
7.4
Il tuo voto

Army Corps of Hell è, in una sola parola, deludente. Le premesse sono abbastanza solide e originali, ma il tutto è stato sviluppato frettolosamente da qualsiasi lato lo si guardi: la storia è inesistente e il gameplay stanca in fretta, con le tipologie di nemici, boss e ostacoli che si ripetono puntualmente, senza mai offrire un momento di genuina novità. Il mediocre comparto tecnico e la buona colonna sonora sono altrettanto monotoni e ripetitivi. Insomma, Army Corps of Hell è stato chiaramente pensato per essere un passatempo da qualche minuto al giorno e via, ma una maggiore varietà di situazioni avrebbe sicuramente condotto ad un giudizio più positivo.

PRO

  • Colonna sonora niente male
  • Premessa originale e gameplay intrigante

CONTRO

  • Molto meno complesso di quanto sembri
  • Troppo ripetitivo e monotono
  • Tecnicamente si poteva fare molto di più